Le mafie italiane in Cina

In questi giorni mi è venuta la curiosità, dopo aver trattato la mafia cinese in Italia, di vedere se le mafie italiane sono presenti Cina. Le mafie oggi collaborano tra loro e siamo infatti di fronte in questo caso a una forte interazione intercontinentale. Resa possibile dai rapporti di collaborazione esistenti in Italia. L’ultimo rapporto della Direzione Investigativa Antimafia del primo semestre 2023 è molto interessante in proposito.

Le mafie cinesi in Italia

“Le proiezioni della criminalità italiana” in Cina avvengono prevalentemente per il tramite di cittadini cinesi presenti nel territorio italiano. Le mafie campane, da tempo, hanno costituito in quel Paese proprie basi logistiche, con particolare riferimento alla regione dello Zhejiang, per la produzione e lavorazione di prodotti contraffatti e per la conseguente distribuzione degli stessi in altri Paesi, compreso il continente americano.

La contraffazione online

Anche la ’ndrangheta svolge, nel settore criminale in questione, un proprio ruolo che si concretizza nell’agevolare l’importazione in Italia dei prodotti contraffatti. Vi sono, altresì, gruppi criminali attivi nel settore della contraffazione on line, tra cui figurano organizzazioni legate alle mafie campane oppure altri gruppi di origine straniera, soprattutto cinese, presenti sul territorio nazionale, favoriti nei traffici di merci contraffatte dalle organizzazioni delinquenziali di origine balcanica, dell’Europa orientale e dai gruppi criminali magrebini, nigeriani e senegalesi. L’analisi delle attività investigative concluse nel semestre in riferimento porta alla considerazione che la criminalità organizzata presente in Italia usa il territorio cinese anche per svolgere reati finanziari.

Operazione Cash Express

Il successivo 22 marzo 2023, a conclusione dell’operazione “Cash Express”, è stata documentata l’esistenza di uno strutturato circuito di riciclaggio internazionale, costituito da soggetti di nazionalità italiana a cui risultano riferibili diverse società utilizzate per riciclare i proventi derivanti da frodi fiscali. In particolare, gli indagati si sarebbero rivolti ad alcuni appartenenti alla comunità cinese, di stanza a Roma, in grado di ricevere le illecite provviste e di trasferirle, tramite canali bancari, in Cina, per poi riconsegnarle, sotto forma di denaro contante, ai committenti italiani, mediante un sistema di compensazione, basato sulla fiducia.

Dagli accertamenti svolti emergeva, inoltre, che tale sistema di riciclaggio potrebbe essere stato utilizzato anche per “ripulire” i proventi di reati-presupposti collocati in essere da esponenti di associazioni di tipo mafioso. Infine il 7 aprile 2023 l’attività investigativa, denominata “Fast & Clean”, per la velocità con cui le operazioni illecite venivano portate a termine, ha consentito di individuare un’articolata ramificazione di un sistema ben strutturato, che garantiva a molteplici beneficiari, imprenditori italiani e cinesi, di evadere le imposte, riciclare il denaro mediante trasferimento in Cina che veniva restituito al sodalizio presente in Italia in contanti tramite “corrieri”.

La underground Bank

La fenomenologia illecita, accertata dalla Procura di Ancona, rientrerebbe nella fattispecie della c.d. “underground bank”, ovvero il sistema di una banca occulta, al servizio dell’economia illegale che, grazie ad una struttura organizzata e complessa, è in grado di trasferire e riciclare somme miliardarie e di utilizzare provviste di denaro contante, non tracciato, per la restituzione, all’impresa destinataria delle fatture false, di parte degli importi dalla stessa bonificati”.

Il sistema bancario clandestino

Come si evince dal rapporto Dia le collaborazioni sono ampie ma una in particolare è alquanto interessante: la capacità che le mafie cinesi hanno di fare spostare i soldi all’estero tramite la loro rete capillare. Un vero e proprio sistema bancario clandestino che sposta solo i token ed a volte neppure quelli. Un metodo utilissimo che può essere messo in crisi dalle norme antimafia italiane che spaventano i cinesi. Vediamo perché. I cinesi che collaborano con i mafiosi italiani per lo spostamento dei fondi rischiano di vedersi appioppati i reati associativi tipo il 416 ed il 416bis previsti dal codice penale italiano che prevedono pene alte.

Questo sviluppo se proseguirà è alquanto interessante e da seguire con la massima attenzione ma non è detto che i timori di cui sopra prevalgono sul fiorente business del riciclaggio. In conclusione per colpire la mafia intercontinentale, l’antimafia deve diventare anch’essa intercontinentale e deve imparare ad essere veloce nella reazione, ossia come dico da tempo una antimafia forte nelle analisi e che agisca il giorno prima.

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