La notizia recente più significativa è lo sfondamento dell’Esercito Israeliano a Khan Yunis. Dopo alcuni giorni di combattimenti le truppe israeliane hanno scavalcato l’arteria Salah Al-Deen e sono penetrate di slancio nei quartieri centrali della città: a ovest sono arrivate a pochi isolati dalla Moschea Hassan al-Banna, nell’area centrale sono ormai davanti alla Grande Moschea – il cuore di Khan Yunis – e ad est dovrebbero avere preso il controllo del Collegio Universitario di Scienza e Tecnologia. L’unica parte dsignificativa dell’abitato che dovrebbe essere ancora libero dalle truppe con la Stella di Davide è la zona degli ospedali, dove c’è anche la sede della Mezzaluna Rossa.
Nella zona centrale della striscia continua la manovra avvolgente di Tsahal intorno all’abitato di Nuseirat, mentre le truppe che poco più a sud hanno preso in una tenaglia Maghazi e Bureij non sembrano essere ancora entrate con decisione nell’abitato.
Per quanto riguarda la parte nord della Striscia troviamo difficoltà a reperire notizie dettagliate. Sappiamo che in questa zona, che comprende Gaza città, l’Esercito Israeliano ha ritirato il grosso delle sue truppe. Questo non significa che non ci sono più miliziani di Hamas attivi nella città di Gaza, ma che gli israeliani valutano che questi combattenti non siano più in grado di muoversi ed agire in modo organizzato. Si sa che nel nord della Striscia Israele ha lasciato diversi “punti di osservazione” da cui supponiamo che possano partire attacchi aerei, di artiglieria ed azioni di cecchini nel caso venissero individuati i movimenti dei militanti di Hamas in questa o quell’area; quello che non sappiamo e quanti siano questi punti di controllo del territorio e come siano organizzati; così come non sappiamo quanta forza di reazione possa ancora avere Hamas a Gaza e nel nord, e neppure se e quanti tunnel siano sfuggiti ai controlli israeliani. Lo capiremo probabilmente solo nei prossimi mesi.
Gli Houti hanno eseguito l’altroieri il loro ventiseiesimo attacco al naviglio in transito dagli Stretti di Bab el Mandeeb dall’inizio del conflitto. Attacco piuttosto significativo: gli Houti hanno lanciato 18 droni unidirezionali (“kamikaze”), due missili cruise ed un missile balisitico antinave. L’intrusione aerea è stata efficacemente contrastata dalle marine militari americana ed inglese presenti in quelle acque.
Giungono notizie, da una fonte normalmente affidabile, di movimenti significativi delle milizie filo-iraniane nel nord-est della Siria, intorno alla città di Al Mayadin, nella zona di confine tra il territorio controllato dal regime di Hassad e quello a controllo curdo. Per ora l’unica cosa certa in questo quadrante è un attacco di oggi dei filo-iraniani alla base USA “Conoco”, a est di Deir el Zor; per tutta risposta gli aerei della Coalizione Internazionale si sono alzati in volo perlustrando la zona a bassa quota.
Una notazione: su vari organi di informazione si susseguono le notizie di presunti accordi Israele-Hamas riguardanti il cessate il fuoco e lo scambio di ostaggi che vengono mediati dal Qatar o da altre parti terze, accordi che vengono poi smentiti da Hamas pochi giorni o poche ore dopo. Si può prendere in considerazione l’ipotesi che ciò che la dirigenza di Hamas situata in esilio a Doha ritiene essere accettabile in una contrattazione con Israele non corrisponda poi a ciò che ritiene accettabile la dirigenza di Hamas che sta nascosta nei tunnel nella Striscia di Gaza. Questa disparità di vedute potrebbe forse spiegare questo continuo alternarsi di “probabili ipotesi di accordo” che a stretto giro di posta finiscono nel nulla.
Fucili d’assalto e munizioni Kalashnikov (AK-47) nelle aule universitarie: i combattenti della squadra di combattimento della Brigata Givati hanno operato all’Università Islamica di Khan Yunis.Fucili d’assalto e munizioni Kalashnikov (AK-47) nelle aule universitarie: i combattenti della squadra di combattimento della Brigata Givati hanno operato all’Università Islamica di Khan Yunis.
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