Liste di proscrizione e islamisti liberi: il flop di Piantedosi

Tra luglio e agosto 2024 il Ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, ha più volte fatto riferimento al problema dell’antisemitismo, esprimendo preoccupazione per quello presente nelle piazze e affermando: “Proteggeremo gli ebrei dagli estremismi”. Quest’ultima dichiarazione veniva fatta il 2 agosto a Bologna durante la commemorazione della Strage del 1980. Eppure, è proprio da Bologna che ha avuto luogo una delle situazioni più assurde dell’era Piantedosi, ovvero il caso dell’imam pakistano Zulfiqar Khan, personaggio che per mesi ha utilizzato il pulpito del proprio centro islamico in zona Corticella per lanciare attacchi contro Israele, gli Stati Uniti, gli ebrei, gli omosessuali oltre che per dichiarazioni a sostegno di Hamas, di Hezbollah e dell’Iran. I sermoni venivano tra l’altro pubblicati sulla pagina del centro islamico. Come se non bastasse, a novembre 2023 Khan era anche andato alla trasmissione “Dritto e Rovescio” dove aveva dichiarato che “Gli israeliti sono terroristi e ingannatori secondo la Bibbia”, aggiungendo che “l’inganno con l’obiettivo dell’interesse personale fa parte della fede ebraica”. Vocenews ha costantemente seguito la vicenda di Khan e tutte le sue dichiarazioni sono riportate in numerosi articoli.Non solo, perché Khan aveva anche preso di mira diversi esponenti del governo, tra cui Matteo Salvini e Marco Morelli ed alcuni parlamentari, al punto che gli onorevoli Sara Kelany e Marco Lisei (Fratelli d’Italia) avevano fatto un’interrogazione parlamentare a Piantedosi.

Martedì 9 luglio 2024, il Ministero dell’Interno, rispondendo all’interrogazione aveva definito le posizioni di Khan come “intransigenti”, annunciando approfondimenti. In realtà, le affermazioni di Khan vanno ben oltre l’intransigenza ed è sufficiente ascoltare i sermoni per rendersene conto. Il caso di Khan è soltanto uno dei tanti. C’è ad esempio quello di Mohammed Hannoun, già noto alle cronache per i conti bloccati da diverse banche in seguito a segnalazioni all’Antiriciclaggio per una serie di anomalie come la mancata iscrizione al registro dell’Agenzia delle Entrate e alla massiccia movimentazione di contante, in alcuni casi a soggetti iscritti nelle black list dei database europei. Il soggetto in questione, presidente dell’Associazione Palestinesi in Italia, dell’ABSPP e Europeans for al-Quds (immortalato a suo tempo assieme a Ismail Haniyeh e Khaled Meshaal), tre giorni dopo l’eccidio del 7 ottobre, aveva definito l’azione come “legittima difesa” ai microfoni di Rai 3. Nel gennaio 2024 aveva glorificato su Facebook Yahya Ayyash e Saleh el-Arouri, due terroristi di Hamas eliminati da Israele.

Il 30 marzo 2024, durante una manifestazione propalestinese fuori dalla Stazione Centrale di Milano, Hannoun concludeva il suo discorso incitando a trasformare tutte le ambasciate israeliane in centri di resistenza palestinese. Nel luglio 2024, Hannoun elogiava l’ex comandante delle Brigate Izz al-Din al-Qassam, Emad Akel.Dov’è oggi Hannoun? E’ ancora in moschea e in piazza a predicare. La sua pagina Facebook, nonostante le esternazioni filo-Hamas, è ancora attivaPossiamo dunque stupirci se adesso anche le formazioni extraparlamentari di estrema sinistra come CARC e Nuovo Partito Comunista, affiancate dagli estremisti palestinesi, si lancino in azioni degne degli anni più oscuri e drammatici del 20° secolo? Le liste di proscrizione con ebrei e amici di Israele.Formazioni che vantano inoltre l’irreperibilità in quanto operanti in clandestinità (che poi lo siano realmente è alquanto improbabile). Durante un evento nel pisano svoltosi lo scorso 4 agosto, un’attivista palestinese dell’Unione Democratica Arabo-Palestinese ha dichiarato microfono alla mano:

“…il 7 ottobre per noi palestinesi è una giornata che noi rivendichiamo a testa alta, e lo diciamo tranquillamente e non abbiamo paura di dirlo”.

Vi è poi tutta la questione relativa alle università, con le occupazioni dei pro-pal e la diffusione della propaganda di stampo radicale antisraeliano che ha avuto un impatto su molti studenti israeliani che studiano nelle università italiane, ma anche su tutti quegli studenti, la gran parte, che vorrebbero poter proseguire con gli studi. Anche in questo caso la risposta governativa è stata fiacca. Piantedosi afferma di voler proteggere gli ebrei e non lo si mette in dubbio, ma la situazione è drammatica. Non ci si può sorprendere se si sia arrivati addirittura alle liste di proscrizione. L’impressione è quella dei due pesi e due misure quando la questione riguarda i filopalestinesi. Si è attenti e celeri nell’intervenire nei confronti degli internauti sostenitori dell’ISIS, ma questa attenzione viene meno quando imam e attivisti con notevole seguito si esprimono a favore di Hamas.

È plausibile che anche le formazioni della sinistra estrema se ne siano rese conto. La vicenda del comunicato CARC/NPC è però di ulteriore imbarazzo visto che l’Italia vanta da sempre una lunga esperienza nel monitoraggio e il contrasto all’estremismo e al terrorismo politico interno, fin dagli anni ‘70. Questi gruppi, almeno in teoria, dovevano essere attentamente monitorati, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti.Se al Ministero pensano che per “proteggere gli ebrei” sia sufficiente rafforzare i controlli sui cosiddetti obiettivi sensibili, sbagliano categoricamente.

Per prima cosa è impossibile presidiare tutti i siti. Chi si occupa di prevenzione dovrebbe saperlo. In secondo luogo, lasciare che la propaganda di odio si diffonda tramite piattaforme fisiche e virtuali significa lasciare che potenziali estremisti pronti all’azione vengano costantemente alimentati ideologicamente e motivati. Non c’è piano di presidio che tenga, perché prima o poi qualcuno riesce a passare all’azione.Non dimentichiamo che l’estremismo è la benzina che alimenta il terrorismo, il passaggio all’azione violenta e teniamo a mente l’esistenza di leggi specifiche di contrasto all’estremismo e alla propaganda di odio che vanno applicate a prescindere dalla causa.

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