Israele ha accettato “in linea di principio” la proposta statunitense di cessate il fuoco, che è già stata sottoposta al Governo libanese e ad Hezbollah. Gli Stati Uniti mostrano grande ottimismo, bisogna però ricordare che la formulazione: “In via di principio” vuole significare che ci sono ancora dettagli dell’accordo da sistemare. Quindi non c’è da attendersi un cessate il fuoco “per domani”, piuttosto domani ci sarà la riunione del Gabinetto di Sicurezza israeliano che dovrebbe approvare il testo secondo la parte israeliana, e si può prevedere che questo non avverrà senza polemiche interne
Se verrà concordato, un cessate il fuoco in Libano dovrebbe rappresentare una svolta importante nella Guerra del 7 Ottobre. L’interruzione dei combattimenti sul fronte nord di Israele non solo lascia Hamas solo nella guerra a Gaza; non solo dà fiato ai riservisti dell’Esercito israeliano, ma dovrebbe sancire la sconfitta di quello che è da considerare un tentativo premeditato ed a lungo organizzato per arrivare alla distruzione dello Stato ebraico attraverso una prolungata guerra di attrito estesa su 7 diversi fronti, la quale ha avuto il suo avvio con i pogrom del 7 ottobre 2023. Se salta il fronte Libanese salta l’“anello di fuoco” che avrebbe dovuto spazzare via “l’entità sionista”, insomma salta “l’unità dei Fronti” teorizzata dallo scomparso Generale iraniano Qassem Suleimani. Questo vuol dire brutalmente una sola cosa: l’Iran ha perso, ha sopravvalutato la propria forza e quella delle milizie che sostiene e comanda, e il suo sogno di un medio oriente senza più la presenza dello Stato ebraico svanisce ancora una volta.
Che il regime iraniano percepisca una certa solitudine è dimostrato dall’offensiva diplomatica che sta infaticabilmente mettendo in campo dopo aver subito l’attacco di ritorsione israeliano sul proprio territorio. In particolare, si susseguono gli incontri ad alti livelli con l’Arabia Saudita. Tutto ciò fa pensare che l’Iran stia proponendo al suo nemico storico nella regione un patto nel quale Teheran garantisce la cessazione dei propri tentativi di destabilizzare il Regno e gli altri Paesi del Golfo in cambio di una benevola neutralità riguardo alle future battaglie che l’Iran presume od ha già deciso di affrontare.
Per quanto riguarda il cessate il fuoco tra Israele ed Hezbollah diciamo subito che il testo attualmente è sconosciuto e non ci avventuriamo nel mondo delle “indiscrezioni”. Due cose però si possono dare per certe: la prima è che l’accordo si baserà sulla risoluzione 1701/2006 delle Nazioni Unite, la quale prevedeva che Hezbollah non potesse essere presente a sud del fiume Litani, cioè nel Libano meridionale a ridosso del confine israeliano. La seconda certezza è che il monitoraggio del rispetto di questa regola – a suo tempo affidato a due enti inutili: l’ UNIFIL e l’Esercito Libanese – dovrà essere necessariamente rafforzato, visto che Hezbollah, in barba alla risoluzione ONU e al suo monitoraggio, ha trasformato l’area libanese a sud del Litani in una roccaforte irta di lanciatori missilistici sotto la quale scorrono chilometri di tunnel.
Il meccanismo del monitoraggio della risoluzione 1701/2006, nei 18 anni in cui è stato in vigore, funzionava in questo modo: anche se avvistava uomini armati a ridosso del confine l’Esercito Israeliano non poteva far nulla ma doveva rivolgersi all’UNIFIL che si rivolgeva all’Esercito Libanese che si rivolgeva ad Hezbollah. Chi scrive non ha memoria di un solo scontro armato tra Esercito Libanese ed Hezbollah. L’Esercito Libanese non ha la forza di battersi con Hezbollah e non v’è certezza che ne abbia neppure la voglia, senza contare che molto probabilmente è infiltrato da Hezbollah stesso. A questo proposito, e a titolo di esempio, riportiamo la testimonianza dell’ex Comandante della Divisione Orientale israeliana sul confine libanese, Asher Ben Iulu. Correva l’anno 2010. Subito a ridosso del confine, ma al di là della recinzione, gli israeliani notano un albero in cui hanno timore che il nemico possa collocare un ordigno esplosivo. Segnalano l’intenzione di tagliare l’albero e si “coordinano” con l’UNIFIL, il quale si “coordina” con l’Esercito Libanese. Dopo tutto questo “coordinarsi”, il 3 agosto 2010 gli israeliani vanno per tagliare l’albero. Dei cecchini sparano, risultato: un israeliano morto e uno ferito.Come si comprende, se l’auspicabile cessate il fuoco in Libano vedrà la luce, sarà importante appunto capire chi e come ne garantirà il rispetto. Per il resto permane una chiarezza: da qui in poi Israele rimane in guerra con Hezbollah; ogni volta in cui vedrà accumuli di armi o individuerà i capi operativi dell’organizzazione i suoi jet decolleranno verso il Libano. Ci sembra infatti difficile che dopo il 7 ottobre 2023 Tel Aviv accetterà ancora di guardare “l’erba ricrescere” intorno a sé senza agire.
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