Le sfide e i successi del Marocco: parla l’Ambasciatore Youssef Balla

Sfide vinte e da affrontare, rapporti con l’Africa e l’Italia, ruolo nel Mediterraneo e nella diplomazia continentale: sono questi i temi trattati da Youssef Balla, ambasciatore del Marocco in Italia, durante un’intervista a Italpress. L’occasione per questa riflessione è stata la Festa del Trono, un momento per analizzare i progressi del Paese negli ultimi 25 anni. Balla sottolinea che i cambiamenti sono stati numerosi e le prospettive di crescita variegate.

Secondo Balla, “la Festa del Trono è un’opportunità per rafforzare la simbiosi tra monarchia e popolo e l’unità del Paese; è anche un momento per riflettere sugli eventi recenti e sul futuro. Guardando ai 25 anni trascorsi, vorrei evidenziare la concordia e la resilienza: il re ha saputo consolidare la solidarietà tra tutte le componenti della società marocchina. Davanti a sfide come il Covid o il terremoto di Marrakech, abbiamo dimostrato di essere pronti ad affrontarle”.

L’ambasciatore evidenzia i successi del Marocco in vari settori: “L’economia migliora anno dopo anno e abbiamo costruito infrastrutture di livello mondiale: abbiamo l’unico treno ad alta velocità del continente e Tangeri è il primo porto africano nel Mediterraneo. Abbiamo 2.500 km di autostrade e l’anno prossimo inaugureremo un grande porto sull’Atlantico, a Dakhla, per collegare America e Africa. Economicamente, siamo riusciti a triplicare il PIL e a raddoppiare il prodotto pro capite negli ultimi 25 anni. La nostra industria automobilistica è nella top 15 mondiale con 700mila veicoli prodotti all’anno, rispetto ai 90mila del 1999. Anche l’aeronautica è importante, con 140 imprese attive, e siamo il settimo Paese al mondo per la produzione di energie rinnovabili. Abbiamo una visione chiara verso il progresso”.

Sul Mediterraneo, Balla lo descrive come “un asse centrale sia diplomaticamente che economicamente: il porto di Tangeri gestisce 9 milioni di container e, più in generale, l’Africa sta crescendo con maggiori opportunità rispetto al passato. Siamo il secondo Paese a livello continentale per cooperazione e sviluppo, con l’obiettivo di far uscire dall’isolamento i paesi del Sahel, favorendo la loro crescita economica e l’accesso all’Atlantico. Il gasdotto Nigeria-Marocco, lungo 6.000 km e attraversante undici paesi, è un progetto cruciale che porterà energia e gas in Europa”. Diplomaticamente, Balla afferma che “affrontiamo le sfide globali con moderazione: la nostra leadership in Africa e nel Mediterraneo è indiscutibile. Abbiamo fatto grandi passi avanti nella stabilità e nella pace, ospitando eventi importanti sull’immigrazione e promuovendo una politica di asilo per 50mila persone provenienti dall’area subsahariana, offrendo loro scuola, servizi sanitari e lavoro, in un’ottica umanitaria e solidale”.

La lotta contro il terrorismo e la radicalizzazione è un’altra priorità, con una politica che combina sicurezza e pedagogia per deradicalizzare le persone, esperienza riconosciuta da molti Paesi europei. Balla menziona anche l’impegno del Marocco nel contrastare il cambiamento climatico, ospitando la Cop-16 e costruendo la più grande centrale solare del mondo, con il 42% dell’elettricità prodotta da rinnovabili e l’obiettivo di raggiungere il 52% entro il 2030.

Per quanto riguarda i rapporti diplomatici con l’Italia, che nel 2025 festeggeranno due secoli, Balla sottolinea che sarà un’occasione per rafforzare ulteriormente un legame già eccellente, con convergenza su molte tematiche riguardanti Africa e Mediterraneo e con rapporti commerciali e turistici in crescita. La comunità marocchina in Italia è attiva, dinamica e ben integrata, prima in termini di creazione di imprese sul territorio.

Sulle polemiche dell’Algeria riguardo al riconoscimento dei territori del Sahara occidentale, Balla afferma che “la diplomazia marocchina non risponde a polemiche inutili: il riconoscimento della sovranità del Marocco sul Sahara è in crescita e sereno; 110 paesi dell’ONU supportano l’iniziativa presentata nel 2007. La nostra posizione è solida e speriamo che anche l’Algeria adotti questa dinamica costruttiva per la sicurezza e la stabilità della regione”.