L’esercito israeliano (IDF) è entrato all’interno dell’ospedale di Shifa, nel centro di Gaza City; i pazienti sono stati evacuati da alcune aree mentre da Israele sono arrivate apparecchiature mediche per assistere i malati, come illustrato dallo stesso IDF con una serie di filmati. Non ci sono stati scontri a fuoco pesanti ad al-Shifa, nessuna battaglia infernale come molti si aspettavano. I terroristi si sono dileguati per evitare uno scontro che avrebbero sicuramente perso.L’ospedale è ora sotto il controllo dell’IDF che sta procedendo con perquisizioni e sequestri di materiale. In un filmato poi pubblicato sul canale ufficiale YouTube dell’esercito, il Ten-Col. Jonathan Conricus dell’IDF entra in un settore dell’ospedale al-Shifa e mostra una quantità incredibile di materiale militare sequestrato a Hamas. Fucili Kalashnikov, granate, munizioni, uniformi, giubbotti da imbottire con esplosivi, tutto nascosto dietro macchinari per la risonanza magnetica, negli armadietti del reparto, tra gli scaffali a fianco di medicinali. In un’altra stanza è stato ritrovato anche un computer portatile con dischetti e una radio tattica, apparecchiature ora sotto l’esame dell’intelligence israeliana. Hamas aveva anche piazzato dei razzi nel letto di una bambina e dei missili anticarro in un passeggino. Questo è Hamas. Le videocamere di sicurezza del reparto erano state ostruite con del nastro adesivo dai terroristi, probabilmente per non far vedere cosa avveniva in quell’area. n un altro ospedale, quello di Rantisi, sono state trovate altre armi: Kalashnikov, granate, giubbotti esplosivi, munizioni, esplosivi, razzi per RPG e in un’area del sotterraneo segni evidenti che sono stati nascosti degli ostaggi. L’IDF ha anche trovato un tunnel che collega l’ospedale all’abitazione di un comandante di Hamas poco lontana.
Ora Israele mostra al mondo le prove di quanto affermato in precedenza e cioè che Hamas utilizza le strutture ospedaliere per nascondersi, per tenere materiale bellico e ovviamente per farsi scudo con i civili, con medici e pazienti.Le conferme sono arrivate anche dall’amministrazione Biden; il portavoce del National Security Council, John Kirby, ha infatti dichiarato che “vi sono prove sull’utilizzo degli ospedali da parte di Hamas”. Davanti alle prove fornite, l’emittente britannica BBC si è dovuta scusare per aver diffuso fin dall’inizio del conflitto la propaganda palestinese secondo cui “gli ospedali erano bombardati da Israele”.
La BBC non è certo l’unica a dover fornire scuse e chiarimenti visto che diversi reporter contrattati da emittenti come CNN, Reuters, AP e New York Times erano fianco a fianco con i terroristi di Hamas il 7 ottobre per filmare i massacri; tra questi, Yousef Masoud, Ali Mahmud, Hatem Ali e Hassan Eslaiah, quest’ultimo fotografato mentre viene baciato da Yahya Sinwar, il leader di Hamas a Gaza (noto anche come “il macellaio di Khan Yunis”).Intanto però c’è un ulteriore aspetto, estremamente inquietante, che attende una serie di risposte ed anche molto credibili e cioè il ruolo dell’ONU in tutto ciò. Uno degli esponenti dell’ufficio politico di Hamas, Moussa Abu Marzuk (nascosto in Qatar), ha recentemente affermato che Hamas non è responsabile per i civili in quanto impegnato a combattere dai tunnel e che la responsabilità è dell’ONU. Secondo Abu Marzouk infatti, siccome il 75% degli abitanti di Gaza sono rifugiati, starebbe all’ONU proteggerli.
L’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente) è ampiamente presente a Gaza con una serie di strutture in scuole, asili, ospedali e campi profughi. Personale sanitario dell’ONU è operativo in numerosi ospedali ed è dunque veramente difficile credere che nessuno fosse a conoscenza dell’utilizzo di queste strutture da parte di Hamas. Attenzione, è bene ricordare che tutto ciò è un crimine gravissimo che andava segnalato immediatamente e Hamas doveva essere immediatamente fermata. I fatti mostrano invece come Hamas abbia fatto il bello e il cattivo tempo in queste strutture, utilizzandole come basi, come punti di attacco per i razzi, per nascondere centri di comando, armi e molto altro ancora. L’ONU a questo punto si trova in una gran brutta situazione e chi ha seguito fin dal principio i dibattiti all’interno del Palazzo di Vetro e le dichiarazioni del Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, non può non aver notato il suo crescente nervosismo in seguito alla risposta israeliana su Gaza. Il suo iniziale commento sulle atrocità del 7 ottobre: “l’attacco non è arrivato dal nulla”, facendo riferimento a “56 anni di soffocante occupazione”, ha scatenato pesanti reazioni e non soltanto da Israele ed ha fatto capire subito come la pensasse.
Col passare delle settimane le esternazioni di Guterres per spingere a un cessate il fuoco, a fermare l’avanzata israeliana, sono apparse sempre più insistenti. Insomma, Guterres sembra avere una fretta enorme di porre fine all’assedio contro Hamas, al punto che l’ex ambasciatore israeliano all’ONU, Danny Danon, ha dichiarato in un’intervista di non capire più se Guterres parli ormai a nome dell’ONU o di Hamas, accusandolo di portare avanti l’agenda politica dell’organizzazione terrorista a livello internazionale. L’impressione è che dietro Hamas ci sia molto altro che va ben oltre tunnel, armamenti e sostegno proveniente da Qatar e Iran e non è forse un caso che sono in molti a voler fermare l’avanzata dell’IDF volta ad eradicare Hamas, prima che sia troppo tardi.
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