Centinaia di agenti sono entrati nell’edificio occupato dagli studenti. L’intervento era stato richiesto dalla presidente nell’università di Manhattan. Diversi arresti anche nel City College, altro ateneo di New York.
Manifestanti sono stati ammanettati e fatti salire su bus della polizia, intervenuti dopo la richiesta di intervento dell’Università, avvenuta intorno alle 21.30. La Columbia, rinomata istituzione situata a Manhattan, è stata al centro di un movimento nazionale negli Stati Uniti a sostegno della causa palestinese e in opposizione alla guerra condotta da Israele nella Striscia di Gaza. Il gruppo filo-palestinese “Columbia University Apartheid Divest” ha denunciato l’irruzione della polizia sul campus per allontanare i manifestanti dalla Hamilton Hall, ribattezzata “Hind’s Hall” in omaggio a una bambina di sei anni morta a Gaza.
Il portavoce della Columbia, Ben Chang, aveva minacciato di espellere gli studenti accusandoli di vandalismo e ostruzione dell’accesso all’edificio. La polizia di New York ha smentito l’uso di gas lacrimogeni durante gli arresti, smentendo voci che si erano diffuse, ma ha confermato l’utilizzo di dispositivi tattici per sorprendere le persone. Le proteste degli studenti non si sono limitate alla Columbia, coinvolgendo anche altre università con strategie diverse nei confronti degli studenti accampati a sostegno della causa palestinese. Alcuni istituti, come Yale e Brown, hanno sgomberato gli accampamenti nel campus, mentre altri hanno affrontato situazioni di caos. Le lezioni sono state cancellate all’UNC Chapel Hill, dove dozzine di studenti sono stati arrestati, e almeno cinque manifestanti sono stati fermati alla Florida State University.