Gli stretti di Bab el Mandeb (la Porta del Dolore) sono uno dei colli di bottiglia del traffico commerciale mondiale via nave. Collocati tra Yemen, Gibuti ed Eritrea sono un passaggio obbligato per il naviglio che dall’Oceano Indiano deve raggiungere il Mar Mediterraneo o viceversa. La navi entrano nel Golfo di Aden, superano gli stretti di Bab el Mandeb, entrano nel Mar Rosso e, passando attraverso il canale di Suez, giungono nel Mediterraneo. L’unica alternativa al percorso attraverso gli stretti di Bab el Mandeb è la circumnavigazione dell’Africa. Da questi stretti passa circa il 10% del commercio mondiale ed in particolare passano enormi quantità di petrolio dirette ai Paesi europei.Nel corso della guerra civile yemenita gli Houti (Ansar Allah) hanno conquistato il tratto di costa yemenita immediatamente a nord degli stretti. Dall’inizio della Guerra di Gaza gli Houti hanno promesso di colpire le navi israeliane e dei Paesi che sostengono Israele in transito nel Mar Rosso. Ieri, in particolare, questa promessa è stata trasformata in realtà.
Nella giornata di domenica gli Houti hanno attaccato tre navi commerciali in transito davanti alle coste yemenite. Alle 9,15 un missile antinave è stato lanciato contro la “Unity Explorer” una nave da carico con bandiera panamense di proprietà britannica. La nave ha avuto piccoli danni. Alle 15,30 un missile ha colpito la nave da carico “Number 9”, anche questa nave batte bandiera panamense ed è di proprietà condivisa, britannica/Bermuda. La nave ha riportato danni non meglio precisati.Alle 16,30 un missile ha colpito la nave da carico “Sophie II” (bandiera panamense, proprietà non indicata). La nave non ha avuto danni significativi.
Nel momento degli attacchi queste tre navi hanno chiesto soccorso al cacciatorpediniere americano della classe Arleigh-Burke, “Carney”, che in quel momento era in pattugliamento nel Mar Rosso. Mentre la nave da guerra statunitense si recava di volta in volta in sostegno delle portacontainer attaccate, alcuni droni sono stati lanciati nella sua direzione. A questo proposito il comunicato CENTCOM di ieri ha tenuto un profilo bassissimo: “…mentre si trovava in acque internazionali, Carney ha ingaggiato ed abbattuto un UAV (drone) lanciato dalle aree controllate dagli Houti nello Yemen. Il drone era diretto verso Carney anche se il suo obiettivo specifico non è chiaro. Non possiamo valutare in questo momento se il Carney fosse un obiettivo del drone…”. Un comunicato molto soft, come si vede. Se l’attività Houti di attacco al naviglio commerciale in transito verso lo stretto di Suez o verso gli stretti di Bab el Mandeb dovesse continuare le ricadute sui costi delle merci nei mercati mondiali si farebbero immediatamente sentire. In particolare sul costo del petrolio ma non soltanto, dagli stretti di Bab el Mandeb transita ogni tipo di merce, e dopo la giornata di ieri si può star certi che i noli assicurativi per le navi in transito da e verso il Golfo di Aden sono già saliti di prezzo; questo si riverbera immediatamente sul costo della spesa di qualsiasi cittadino europeo.
Se i lanci di droni da parte degli Houti verso la città costiera israeliana di Eilat, avvenuti nelle scorse settimane, possono essere considerati parte del conflitto locale palestinese/iraniano e israeliano, l’attacco alle navi commerciali nel Mar Rosso hanno invece una ricaduta globale immediata e pongono un problema difficilmente rimandabile. Gli Houti sono debitori all’Iran del sostegno militare che gli ha permesso di conquistare ampie aree dello Yemen nel corso della guerra civile. L’Iran continua a destabilizzare l’intera regione mediorientale attraverso il cosiddetto “Asse della resistenza” dei suoi alleati. Fino a che punto questa “guerra sottosoglia” potrà essere tenuta sotto controllo in ambito locale è difficile prevederlo, certamente la giornata di domenica ha segnato un passo in direzione opposta.
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