La guerra civile in Siria è riesplosa

Circa 5 anni fa, quando il regime siriano sembrava avere vinto la guerra civile e aveva spinto e ristretto i ribelli siriani jihadisti, salafiti e filo-turchi nella regione di Idlib – situata nel nord-ovest del Paese – avevo scritto che Idlib sarebbe diventata una specie di Striscia di Gaza in salsa siriana. Tre giorni fa i combattenti di Idlib hanno fatto riesplodere la guerra con un’operazione che lascia gli osservatori con gli occhi sgranati. Un forte attacco ha sbaragliato le milizie iraniane, i consiglieri militari russi e l’Esercito siriano del dittatore Bashar Assad. In sole 72 ore le milizie jihadiste hanno conquistato centinaia di chilometri quadrati a ovest di Aleppo, bloccato l’autostrada Aleppo-Baghdad e sono entrati in città. Molti filmati mostrano le truppe jihadiste nel centro di Aleppo, i prigionieri liberati dalle galere, i miliziani che festeggiano nelle strade della cittadella. Forse Aleppo cadrà nelle prossime ore nelle loro mani.

La guerra civile in Siria: attacco delle milizie

La prima linea degli attaccanti è formata dagli uomini di Hayat Tahrir al Sham, prima denominata Al-Nusra e prima ancora Al Qaida. Con loro partecipano all’attacco milizie dell’estremismo islamista e salafita di mezzo mondo, che non hanno mai abbandonato la Siria in questi anni. I mujaheddin ciadiani, gli uiguri del Partito Islamico del Turkestan, gli uzbechi di Al Tawhid wal Jihad, e le milizie salafite siriane; dietro di loro si sono mosse le milizie filo-turche legate all’Esercito Siriano Libero e a questo proposito facciamo una notazione: l’ampiezza e la coordinazione della manovra di attacco fa pensare che solo un attore statale può aver organizzato tutto questo, se così fosse sarebbe ragionevole supporre che quell’attore sia la Turchia. In queste ore le voci si accavallano, alcune fonti prevedono che più a sud, la sempre ribelle provincia di Daraa, insorgerà al più presto; si parla di un’azione turca nel nord siriano, ci si domanda come si muoveranno i curdi. I prossimi giorni chiariranno meglio il quadro.

Per parte loro i difensori per ora sono ancora allo sbando, le formazioni iraniane e l’esercito di Assad si stanno dirigendo verso Aleppo da est ma riuscire a creare una linea di difesa in un centro urbano sembra ora un’operazione impossibile. Nel frattempo, i russi hanno alzato l’aviazione e bombardano tutto quello che riescono a bombardare. Impressiona come i difensori del regime si siano fatti cogliere di sorpresa in questo modo.

La guerra civile in Siria e il tempismo

Se i ribelli jihadisti dovevano scegliere un buon momento per attaccare lo hanno fatto. I russi stanno impegnando tutte le loro risorse in Ucraina, Assad, nel tentativo di normalizzare i suoi rapporti con la Lega Araba, aveva parzialmente smobilitato le formazioni iraniane in Siria: fonti solitamente bene informate hanno riportato di 3.000 “consiglieri militari” iraniani rimpatriati negli ultimi due anni, così come sono state rimpatriate le milizie irachene filoiraniane della Liwa Abu Fadl al Abbas. Cosa farà ora l’Iran? Con Hezbollah da ricostruire in Libano, le sanzioni economiche del nuovamente eletto Trump in arrivo e Israele che tiene Teheran nel mirino, l’Iran avrà la forza per mandare nuovamente dei reparti militari in Siria? La penna sagace e velenosa dello storico editorialista Amir Taheri oggi ha scritto: “In ogni caso (per l’Iran) la Siria sta diventando un’amante troppo costosa da mantenere”.

I jihadisti di HTS entrano ad Aleppo

@riproduzione riservata