La crisi in Congo: l’avanzata dei ribelli M23 e il rischio conflitto regionale

L’instabilità nella Repubblica Democratica del Congo si aggrava: Goma cade nelle mani dei ribelli, migliaia di civili in fuga e tensioni internazionali in aumento.

Congo M23
Nella Repubblica Democratica del Congo, la città di Goma è caduta nelle mani dei ribelli dell’M23. Un gruppo armato guidato dal generale Sultani Makenga. Dopo aver bloccato tutte le vie di comunicazione, i miliziani hanno conquistato la città quartiere per quartiere, costringendo l’esercito congolese ad arrendersi. La situazione umanitaria nella regione è drammatica, con migliaia di civili in fuga e l’aumento delle violenze nei campi profughi sovraffollati.

Accuse di coinvolgimento al Ruanda e tentativi di mediazione

Il presidente congolese Felix Tshisekedi accusa il Ruanda di sostenere i ribelli, mentre il suo omologo keniota William Ruto ha avviato colloqui tra i due paesi nel tentativo di disinnescare l’escalation militare. Nonostante le smentite di Kigali, il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha chiesto al Ruanda di ritirare le proprie truppe dalla RDC e di porre fine al sostegno ai ribelli.

Congo: M23 e sicurezza precaria, attacchi alle infrastrutture

La situazione nella città resta tesa: l’aeroporto di Goma è caduto, e il quartier generale della televisione e della radio locale è ora sotto il controllo dell’M23. Inoltre, i ribelli hanno assaltato la prigione cittadina, liberando oltre 3000 detenuti, tra cui ex combattenti. L’assenza di forze di sicurezza ha scatenato saccheggi e violenze, mentre le truppe governative, ormai allo sbando, si sono unite ai rivoltosi.

Il rischio di una guerra regionale

L’avanzata dell’M23 in Congo rievoca il conflitto del 2012, quando il gruppo ribelle conquistò Goma prima di essere respinto con il supporto delle forze ONU. Tuttavia, la situazione attuale appare ancora più complessa: il governatore della provincia, generale Peter Cirimwami, è stato ucciso, e l’esercito congolese sembra incapace di reagire. Il rischio di un conflitto su larga scala che coinvolga anche Uganda e Burundi è sempre più concreto.

Evacuazioni e tensioni diplomatiche

Kinshasa ha richiamato il proprio ambasciatore in Ruanda e ha chiuso le frontiere con il paese vicino, mentre si moltiplicano le notizie di una possibile evacuazione del personale ONU dalla regione. Intanto, 15 cittadini italiani si trovano ancora nel paese, monitorati dalle autorità diplomatiche.

L’instabilità nel Congo orientale continua a peggiorare, con una crisi umanitaria sempre più grave e un conflitto che potrebbe trascinare l’intera regione in una nuova guerra devastante.