Accuse di coinvolgimento al Ruanda e tentativi di mediazione
Il presidente congolese Felix Tshisekedi accusa il Ruanda di sostenere i ribelli, mentre il suo omologo keniota William Ruto ha avviato colloqui tra i due paesi nel tentativo di disinnescare l’escalation militare. Nonostante le smentite di Kigali, il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha chiesto al Ruanda di ritirare le proprie truppe dalla RDC e di porre fine al sostegno ai ribelli.
Congo: M23 e sicurezza precaria, attacchi alle infrastrutture
La situazione nella città resta tesa: l’aeroporto di Goma è caduto, e il quartier generale della televisione e della radio locale è ora sotto il controllo dell’M23. Inoltre, i ribelli hanno assaltato la prigione cittadina, liberando oltre 3000 detenuti, tra cui ex combattenti. L’assenza di forze di sicurezza ha scatenato saccheggi e violenze, mentre le truppe governative, ormai allo sbando, si sono unite ai rivoltosi.
Il rischio di una guerra regionale
L’avanzata dell’M23 in Congo rievoca il conflitto del 2012, quando il gruppo ribelle conquistò Goma prima di essere respinto con il supporto delle forze ONU. Tuttavia, la situazione attuale appare ancora più complessa: il governatore della provincia, generale Peter Cirimwami, è stato ucciso, e l’esercito congolese sembra incapace di reagire. Il rischio di un conflitto su larga scala che coinvolga anche Uganda e Burundi è sempre più concreto.
Evacuazioni e tensioni diplomatiche
Kinshasa ha richiamato il proprio ambasciatore in Ruanda e ha chiuso le frontiere con il paese vicino, mentre si moltiplicano le notizie di una possibile evacuazione del personale ONU dalla regione. Intanto, 15 cittadini italiani si trovano ancora nel paese, monitorati dalle autorità diplomatiche.
L’instabilità nel Congo orientale continua a peggiorare, con una crisi umanitaria sempre più grave e un conflitto che potrebbe trascinare l’intera regione in una nuova guerra devastante.