La contromossa di Giorgia Meloni

Oltre al fatto che dentro Forza Italia stia succedendo qualcosa di non molto piacevole e favorevole al Governo (ultima in ordine di tempo di una lunga lista di interviste, richieste e cose simili dall’inizio dell’estate a ieri l’incontro a Milano tra Mario Draghi e Marina Berlusconi) c’è una cosa che andrebbe tenuta in considerazione: Giorgia Meloni è di gran lunga la migliore (nel senso di più esperta e navigata) politica d’Italia oggi esistente. Non è un giudizio sulle opinioni e sul lavoro ma un dato di fatto legato all’esperienza di chi ha esperienza ultra decennale e che quindi ne ha viste di tutti i colori. Esperienza che le consente si sapere leggere in maniera chiara l’accaduto, spesso anticipando le mosse degli altri.

Il tempo: fattore principale

Muoversi per tempo è fondamentale, anzi. È proprio il «Tempo» il fattore principale da tenere in considerazione.
A fine maggio un noto opinionista a cena raccontava di una quasi sicura crisi di governo prima dell’inverno voluta dalla stessa Meloni per mettere all’angolo gli alleati riuscendo a persino a togliere loro ancora più spazio. Ed ecco che quella che sembrava una uscita senza alcun senso diventa oggi qualcosa di abbastanza vicino. Il senso è il seguente: Meloni è in forte crescita, confortata dai dati macro economici e dai sondaggi che danno il suo partito sopra il 30% (per nulla scalfito nemmeno dalla vicenda Boccia-Sangiuliano). Numeri con i quali la premier sarebbe pronta allo strappo convinta di uscirne vincitrice, a prescindere.

 

Lasciarsi infatti logorare ancora a lungo dalle uscite di Forza Italia non è un’idea presa in considerazione. Meloni sa che la nascita di una maggioranza «Ursula», che va dal Pd appunto ai reduci di Berlusconi, come accade in Europa, richiede Tempo, almeno un anno, forse di più. Mesi necessari per far accettare la cosa agli elettori, sia a quelli del Pd che dovrebbero riabbracciare Renzi e Tajani (e viceversa), che per riuscire a trovare un modo per poter rompere politicamente con il M5S e Alleanza Verdi e Sinistra. Meloni sa che oggi questo progetto non avrebbe alcuna possibilità, non sarebbe «maturo» così eccola pronta, se mai servisse, a giocarsi il suo Jolly: scoprire il gioco degli azzurri, e andare al voto solo con la Lega. Alleanza che le consentirebbe almeno un 40% (nel proporzionale) ed una buona quota soprattutto al nord dei seggi stabiliti con il maggioritario. Insomma dalle elezioni o ne uscirebbe con una nuova maggioranza (FdI+Lega) oppure lascerebbe agli altri la più assoluta ingovernabilità. Insomma, un’operazione Win-Win come si dice nel mondo degli affari. La palla quindi passa agli altri, prima di dicembre: o si torna nei ranghi o si va al voto (con buona pace di Mattarella).

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