La CIA e il reclutamento via social: nella mente dei dissidenti

Dai video patriottici su Telegram al reclutamento nel dark web: la nuova strategia americana per destabilizzare Russia, Cina e Iran, tra rischi altissimi e doppi agenti

Negli ultimi anni, la Central Intelligence Agency (CIA) ha rafforzato le proprie attività di reclutamento in paesi come Russia, Cina, Iran e Corea del Nord, sviluppando strategie sofisticate per attirare funzionari di alto livello insoddisfatti dei regimi in cui operano. Come riportato recentemente da The Guardian e Reuters, queste operazioni si basano su tecnologie digitali avanzate, utilizzando piattaforme social come Telegram, X, Facebook e il dark web per stabilire contatti con potenziali collaboratori.

In Russia, la CIA ha adottato un approccio senza precedenti, presentando la collaborazione con l’intelligence americana come un atto patriottico per liberare il paese dal controllo di Vladimir Putin. Video altamente curati, diffusi su Telegram, mostrano storie di resistenza e speranza per un futuro migliore, con riferimenti culturali profondi come le citazioni di Lev Tolstoj. Uno di questi video si conclude con un messaggio incisivo: “Le persone intorno a te potrebbero non voler conoscere la verità. Noi vogliamo”. Queste iniziative hanno attirato attenzione per la loro audacia, culminando nell’apertura di un account ufficiale della CIA nientemeno che su Telegram, dove vengono fornite istruzioni sicure ai potenziali informatori.

William Burns, direttore della CIA, ha definito l’attuale contesto storico come una “opportunità unica nella vita” per reclutare russi delusi dalla guerra in Ucraina e dall’isolamento internazionale del paese. Richard Moore, capo dell’MI6 britannico, ha paragonato la crisi attuale alla Primavera di Praga del 1968, sottolineando che anche allora molti sovietici decisero di opporsi al sistema. Fonti di intelligence europee, citate da The Guardian, confermano che le agenzie occidentali stanno intensificando i loro sforzi, offrendo incentivi finanziari e vie di fuga sicure per chi decide di collaborare.

I pericoli per i doppi agenti restano, tuttavia, elevatissimi. Durante il periodo sovietico, il KGB smascherò e giustiziò numerosi collaboratori occidentali grazie a informazioni fornite da infiltrati nella CIA e nell’FBI. Calder Walton, storico dell’intelligence alla Kennedy School di Harvard, ha sottolineato: “La Russia ha una lunga tradizione di infiltrare doppi agenti. Non è una tattica nuova, ma rimane straordinariamente efficace”.Walton ha anche evidenziato che l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca potrebbe aggravare la situazione, consentendo al presidente di accedere direttamente a informazioni riservate, con il rischio di compromettere la sicurezza delle fonti e delle operazioni.

Il ritorno del Tycoon nel 2025 ha già iniziato a influenzare la politica internazionale. Tra le prime decisioni, la nomina di Tulsi Gabbard come Direttrice dell’Intelligence Nazionale ha suscitato polemiche. Nota per le sue posizioni concilianti verso Mosca, Gabbard ha definito le “legittime preoccupazioni di sicurezza della Russia”una delle cause del conflitto in Ucraina, sollevando dubbi sulla sua idoneità per un ruolo così cruciale. Walton ha dichiarato che la sua nomina rappresenta un rischio significativo per la protezione delle fonti.

Le preoccupazioni sono rafforzate dalle critiche ricevute durante il primo mandato di Trump, quando alcuni membri dell’alleanza Five Eyes (Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda) limitarono la condivisione di informazioni sensibili. Un ex ufficiale dell’intelligence ha dichiarato a The Guardian: “Durante la prima amministrazione Trump, un partner dell’alleanza evitò di condividere informazioni critiche su Mosca per timore che potessero finire nelle mani sbagliate”.

Nel 2024, la CIA ha esteso le sue attività di reclutamento anche a paesi come Cina, Iran e Corea del Nord, pubblicando istruzioni in diverse lingue, come mandarino, farsi e coreano, per stabilire contatti sicuri tramite reti VPN criptate o il network TOR. Questi paesi, considerati “hard targets” (obiettivi difficili) dalla comunità di intelligence statunitense, rappresentano sfide enormi per la raccolta di informazioni.

Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere. Liu Pengyu, portavoce dell’ambasciata cinese, ha accusato gli Stati Uniti di condurre una “campagna organizzata di disinformazione”. La Russia e l’Iran, invece, non hanno rilasciato commenti ufficiali. Tuttavia, fonti di intelligence occidentale confermano che questi paesi hanno intensificato i loro sforzi per individuare e neutralizzare potenziali spie.

Le motivazioni dei reclutati possono variare: dalla necessità finanziaria alla disaffezione ideologica, passando per rancori personali. “Possiamo offrire protezione, sicurezza, anonimato e un pacchetto proporzionato al valore delle informazioni”, ha dichiarato James Olson, ex capo del controspionaggio della CIA, al The Guardian. Spesso, i reclutati rimangono operativi per un certo periodo prima di essere trasferiti in Occidente con una nuova identità.

Gioco psicologico o realtà? Le mosse pubbliche della CIA, come la produzione di video di reclutamento e l’apertura di account sui social, potrebbero essere anche strumenti di pressione psicologica per instillare paranoia tra le élite russe. Tuttavia, il pericolo dei “dangles”, falsi disertori che forniscono disinformazione, resta alto. Un ex ufficiale americano ha commentato: “I russi hanno una lunga storia di spam con doppi agenti. Offrono informazioni preziose, ma spesso si tratta di trappole”. Secondo gli esperti, però, l’efficacia di queste operazioni dipenderà dalla stabilità del regime di Putin e dall’evoluzione del conflitto in Ucraina.

Le campagne di reclutamento della CIA nel 2024 rappresentano un approccio audace e proattivo contro i regimi autoritari. Tuttavia, l’incertezza politica negli Stati Uniti e i rischi operativi potrebbero compromettere i progressi ottenuti. In un contesto globale sempre più instabile, in cui patriottismo, paranoia e disillusione si intrecciano, la battaglia per il controllo dell’informazione continua a evolvere, tra pericoli e opportunità.

Un’ulteriore sfida è rappresentata dalla cooperazione crescente tra Russia, Cina e Iran, che rende ancora più complessa la raccolta di informazioni. Gli Stati Uniti monitorano con attenzione anche il ruolo della Corea del Nord, sospettata di fornire armi a Mosca per il conflitto in Ucraina.