Il 6 agosto, un gruppo di soldati ucraini ha attaccato la regione di Kursk, in Russia, al confine con l’Ucraina. Evgenij Poddubnij, corrispondente di guerra della VGTRK (Compagnia Statale di Televisione e Radiodiffusione di tutta la Russia), ha pubblicato un video su Telegram, riportando in tempo reale gli eventi e documentando le perdite subite dall’esercito ucraino. “La situazione è tesa, le operazioni militari sono in corso”, aveva affermato il giornalista. Il 7 agosto, alle 12:38 ora di Mosca, durante uno degli attacchi, Poddubnyj è rimasto gravemente ferito.
La sera stessa, alcuni canali Telegram hanno diffuso false notizie sulla morte di Poddubnyj, sostenendo che il reporter fosse deceduto in seguito a un attacco di un drone ucraino nel distretto di Sudžanskij, l’area più critica. Queste informazioni sono state prontamente smentite da altri giornalisti e blogger militari.
Nella notte dell’8 agosto, la VGTRK ha infine rilasciato una dichiarazione ufficiale: “Evgenij Poddubnyj è stato ferito a seguito di un attacco di droni ucraini nella regione di Kursk; ora è ricoverato nell’ospedale regionale”. Anche il governatore della regione di Kursk, Aleksej Smirnov, ha voluto rassicurato la popolazione tramite Telegram, confermando che Poddubnij era vivo e stabilizzato. Tuttavia, il canale Telegram Vestei, citando Rossija 24, ha definito le condizioni di Poddubnij “gravi, con ustioni significative, una lesione cerebrale traumatica e danni allo scheletro facciale”. Dopo essere stato stabilizzato a Kursk, Poddubnij è stato trasferito a Mosca per ulteriori cure.
La mattina dello stesso giorno, tra le 8:20 e le 12:59, la regione di Kursk ha affrontato ripetuti allarmi missilistici, con le autorità che hanno esortato la popolazione a ripararsi in luoghi sicuri. Nel corso della giornata, la difesa aerea russa ha distrutto altri due missili ucraini nei cieli di Kursk.
Secondo il Ministero della Difesa russo, le perdite subite dall’esercito ucraino sono state considerevoli. Il giorno precedente, le forze russe avevano riportato la distruzione di 54 veicoli blindati ucraini, tra cui sette carri armati, e la morte di 315 soldati ucraini. L’aviazione russa ha giocato un ruolo fondamentale in queste operazioni, colpendo convogli e posizioni ucraine con elicotteri Ka-52 e munizioni guidate Lancet. Il personale militare russo ha anche distrutto un deposito di munizioni camuffato delle Forze armate ucraine nella regione di Kursk. “A seguito di un colpo preciso sferrato dall’equipaggio dell’obice D-30, le munizioni sono state completamente annientate”, ha dichiarato il servizio stampa del Ministero della Difesa russo. Inoltre, due droni ucraini Baba Yaga sono stati abbattuti nella regione di confine utilizzando droni FPV. Vicino alla città di Sudži, l’aviazione russa ha colpito un convoglio ucraino con veicoli corazzati, distruggendo le piattaforme con carri armati T-72B e T-72AV delle forze armate ucraine.
Nonostante le rassicurazioni del governatore Smirnov, la popolazione della regione di Kursk è in preda al panico e tenta di fuggire per il timore di un assedio ucraino. I combattimenti si svolgono a soli 40 km dalla centrale nucleare di Kurchatov, una delle principali strutture nucleari del paese, che utilizza reattori RBMK simili a quelli della centrale di Chernobyl.
Riguardo all’incursione nella regione di Kursk, Mykhailo Podolyak, consigliere dell’amministrazione presidenziale ucraina, ha giustificato l’azione come una risposta all’aggressione russa. “La causa principale di ogni escalation, bombardamento e operazione militare, anche nelle regioni russe di Kursk e Belgorod, è esclusivamente l’inequivocabile aggressione della Russia e la sua invasione dell’Ucraina” ha dichiarato su X.
Podolyak ha anche sottolineato che ogni operazione di Kiev nelle “regioni di confine” avrà un impatto sulla società russa, rafforzando la posizione ucraina nei futuri colloqui di pace con Mosca. Pur mantenendo la linea ufficiale, ha rifiutato di commentare nel dettaglio la recente incursione transfrontaliera nell’oblast russo, affermando che l’esercito avrebbe fornito informazioni solo se necessario.
L’Unione Europea ha sostenuto l’operazione ucraina. Peter Stano, portavoce per gli Affari Esteri dell’UE, ha affermato che l’Ucraina ha il diritto di difendersi e di colpire il nemico anche in territorio russo. “Pensiamo che l’Ucraina stia combattendo una legittima guerra difensiva contro un’aggressione illegale e che, nel quadro di questo legittimo diritto all’autodifesa, abbia il diritto di colpire il nemico ovunque lo ritenga necessario: nel suo territorio, ma anche nel territorio del nemico”.
Nel frattempo, sul fronte ucraino, il conflitto continua a devastare la popolazione civile. La mattina dell’8 agosto, l’artiglieria russa ha colpito la città di Nikopol, provocando la morte di un uomo di 50 anni e causando gravi danni alle infrastrutture civili, tra cui ospedali e linee elettriche. Sergej Lysak, capo dell’OVA (Amministrazione Militare Regionale) di Dnepropetrovsk, ha espresso il suo cordoglio per la vittima e ha lodato gli sforzi dei medici che, nonostante le difficoltà, continuano a salvare vite umane.
Eppure, nel contesto del conflitto, l’arrivo dei caccia F-16 in Ucraina dovrebbe rappresentare un vantaggio significativo per le forze ucraine. Questi aerei, equipaggiati con radar moderni e capaci di trasportare missili da crociera Storm Shadow, potenziano notevolmente le capacità militari ucraine. Tuttavia, gli analisti militari, come Federico Borsari del CEPA (Center for European Policy Analysis), hanno evidenziato le sfide operative associate all’impiego di questi velivoli, tra cui la necessità di un ampio supporto tecnico e la creazione di infrastrutture adeguate.
Marina Miron, analista di studi sulla difesa al King’s College di Londra, ha sottolineato che l’addestramento di nove mesi dei piloti ucraini sugli F-16 è stato solo un “corso intensivo” rispetto al consueto corso di tre anni seguito dai piloti occidentali. Gli F-16 richiedono anche un gran numero di personale di supporto, ingegneri qualificati per la manutenzione, caricatori di munizioni e supporto dell’intelligence, nonché la creazione di una rete di stazioni radar e hangar fortificati.
Mentre le forze russe e ucraine continuano a scontrarsi, la comunità internazionale rimane divisa sulle soluzioni migliori per porre fine agli scontri. Sebbene la speranza di una risoluzione pacifica persista, il cammino verso la pace appare sempre più irto di ostacoli. La comunità globale deve intensificare gli sforzi diplomatici per facilitare un dialogo significativo tra le parti coinvolte. Nel frattempo, il coraggio dei giornalisti inviati di guerra e dei civili testimonia il valore umano e la resilienza di fronte all’avversità.
È stata dunque una mossa saggia da parte degli ucraini cercare di spostare le ostilità in territorio russo? Una cosa è certa: la situazione nella regione di Kursk si sta rivelando una fonte di instabilità e sofferenza per i russi. Mosca ha definito l’avanzata delle truppe ucraine in Russia un “attacco terroristico” e una “provocazione”. I combattimenti nella regione di Kursk indicano che le ostilità si stanno avvicinando a casa. Questo spingerà l’opinione pubblica russa contro la guerra, oppure i funzionari russi utilizzeranno l’attacco ucraino per radunare l’opinione pubblica intorno al governo, rafforzando la narrazione del Cremlino secondo cui la Russia non è l’aggressore ed è circondata da nemici? A oggi, ci sono ancora molti interrogativi aperti che sembrano rimanere senza risposta.