Joe Biden si arrende e appoggia Kamala Harris

Joe Biden, dopo le polemiche e le molte pressioni, si è ritirato dalla corsa alla Casa Bianca e ha annunciato il suo appoggio all’attuale vicepresidente Kamala Harris come sua sostituta. Ma la nomina non è certo automatica e neppure scontata. Il nome ufficiale del candidato (o della candidata) democratico sarà deciso tra il 19 e il 22 agosto a Chicago: il rischio è che, senza un accordo su Harris, ci sia una convention “brokered”, ossia aperta, dove si sfiderebbero vari candidati.

“Biden ha compiuto una scelta audace e ora i Democratici devono sfruttare questa opportunità”. Lo afferma il board editoriale del New York Times, evidenziando che, decidendo di lasciare alla fine del mandato, Biden aumenta “significativamente le possibilità del suo partito di proteggere il Paese dal rischio di un ritorno di Donald Trump alla presidenza”. Biden “ha fatto qualcosa che Trump non farebbe mai: ha anteposto l’interesse del Paese al suo orgoglio e alla sua ambizione”, continua il giornale americano. “Biden ha fatto la sua parte, ma il progetto democratico non è mai concluso. Il compito ora passa alla nuova generazione di leader politici e agli americani”, conclude il New York Times.

Con il ritiro di Joe Biden dalla corsa alla Casa Bianca e l’ endorsement a Kamala Harris sempre ammesso che sarà lei la candidata, si apre la strada alla scelta di un nuovo vicepresidente. La rosa dei candidati comprende almeno sei nomi.

  • Roy Cooper: Governatore della North Carolina, è un moderato che ha saputo destreggiarsi nel complesso sistema politico dello Stato. Cooper ha ottenuto molte vittorie bipartisan, collaborando con i repubblicani per espandere il Medicaid, l’assistenza sanitaria per gli indigenti.
  • Josh Shapiro: Governatore della Pennsylvania, eletto nel 2022, è considerato un potenziale primo presidente ebreo d’America. Con i suoi 51 anni, è relativamente giovane e potrebbe accentuare il contrasto con l’età avanzata di Trump. Non ha mai ricoperto ruoli di alto profilo nel governo, ma visto che Trump ha scelto J.D. Vance come suo candidato vice, questo potrebbe non essere un problema rilevante.
  • Gretchen Whitmer: Al suo secondo mandato da governatrice del Michigan, è molto popolare nel Midwest e ha sempre manifestato ambizioni politiche. Al New York Times ha dichiarato che nel 2028 le piacerebbe vedere alla Casa Bianca un presidente della “Generazione X”, senza indicare esplicitamente se stessa. Durante la pandemia è stata una delle principali bersagli di Trump per le sue misure anti-Covid, al punto che un gruppo armato di estrema destra tentò di rapirla e processarla per la sua gestione della crisi sanitaria.
  • Mark Kelly: Senatore dell’Arizona ed ex astronauta, è il marito dell’ex deputata Gabby Giffords, promotrice dei controlli sulle armi dopo essere sopravvissuta a una sparatoria nel 2011 che causò sei morti. Moderato, ha talvolta votato contro Biden, soprattutto su temi legati all’immigrazione.
  • Andy Beshear: Governatore del Kentucky, ha vinto due mandati in uno degli Stati più repubblicani d’America con una campagna incentrata sulla difesa dei diritti civili, incluso il diritto all’aborto. Tuttavia, proviene da uno Stato irrilevante nella strategia elettorale dei democratici.
  • Pete Buttigieg: Ex candidato alle primarie democratiche e attuale segretario dei trasporti nell’amministrazione Biden, è considerato uno dei migliori comunicatori del governo. Le sue ambizioni politiche sono note, e nel 2020 fu molto sostenuto dai media prima di ritirarsi.@riproduzione riservata