La ‘Serata Jerome Robbins’ organizzata dal Teatro dell’Opera di Roma è stata a lungo applaudita dal pubblico. Tre straordinari balletti per ricordare l’arte di Jerome Robbins, vero genio del ‘900, che riesce a coniugare eleganza e raffinatezza per produrre coinvolgenti e trascinati movimenti.
Jerome Robbins. Un genio del ‘900
Il nome di Jerome Robbins è uno dei più conosciuti nel mondo, non solo presso i ‘ballettomani’, ma anche presso un pubblico più vasto. Il merito di questa fama dovuto non solo alle coreografie di West Side Story il musical che spopolò a Broadway assieme alla relativa versione cinematografica. Ovviamente l’opera di Robbins non è ristretta a questo capolavoro di Leonard Bernstein ma anche a molte altre coreografie che illuminarono buona parte del secolo scorso.
Restando nel campo del musical preparò i balletti de Il re ed io, Call Me Madam e Gypsy: A Musical Fable. Ma la sua creatività conquistò anche il mondo della danza con creazioni indimenticabili come Fancy Free, Dance at a Gathering, Les Noces, Goldberg variations.
Il Teatro dell’Opera di Roma ha voluto ricordare la figura e l’arte del coreografo con Serata Jerome Robbins, uno spettacolo composto da tre sue apprezzate coreografie. Si tratta di The Concert, In the night e Glass Pieces, tutte apparenti al repertorio del corpo del teatro. Sono tre lavori molto affascinanti e di straordinario interesse ripresi da Jean-Pierre Frohlich. I primi due legati ad una delle ‘passioni’ di Robbins, la musica di Chopin e l’altro al coinvolgente senso del ritmo della musica di Glass. Tutti e tre i balletti sono nel repertorio della compagnia del New York City Ballet della quale Robbins fu tra i fondatori.
The Concert. Le reazioni ad un concerto di piano
Balletto del 1956, The Concert, conferma tutta la sua deliziosa ironia e la straripante eleganza dei movimenti. Aperto dalla Polacca in La maggiore op. 40 n.1, la stessa utilizzata da Fokine in apertura de Les Sylphides, che una pianista suona sul palcoscenico. Attorno a questa ‘base’ si sviluppano sei piccole scene, esaltate dal raffinato gusto dei costumi di Irene Sharaff che integrano le scene di Saul Steinberg e Edward Gorey. In ogni scena ci sono le buffe reazioni del pubblico a questo umoristico concerto realizzate con deliziosi, e geniali, movimenti coreografici anche grazie alla strumentazione di Clare Grundmann.
In the Night. La magia della notte su tre coppie di amanti
Prodotto nel 1970, In the Night, è una vera e propria esaltazione, tramite il movimento e la danza, delle atmosfere rarefatte dei Notturni di Chopin. Sul palcoscenico ci sono tre coppie: una di giovani vestiti in blu, una di persone più mature vestiti in marrone ed una di amanti passionali, lei in nero e lui in azzurro. Quattro notturni di Chopin, Op. 27 N.1, Op. 55 N. 1 e N.2 e Op. 9 N. 2 suonati al pianoforte sono lo sfondo musicale del balletto. Con i delicati e ricercati costumi di Anthony Dawell le tre coppie danzano sotto un coinvolgente cielo stellato. Ognuno mette in evidenza i propri sentimenti; alla fine le coppie si intrecceranno ma ognuno sarà geloso custode delle proprie passioni seguendo così la propria strada.
Glass Pieces. Ritmo e movimento della vita moderna
Nato nel 1983, Glass Pieces, è il balletto più recente dei tre e, senz’altro, la chiusura ideale della serata. Strepitoso dal punto di vista visivo con i costumi di Ben Benson e le scene di Ronald Bates e dello stesso Robbins che evidenziano un piacevole contrasto di colori. Ai ripetitivi ritmi della musica di Philip Glass si uniscono altrettanti ripetitivi movimenti del corpo di ballo. Ma il risultato è strabiliante perché i due elementi entrano in perfetta simbiosi regalandoci una visione avvincente e coinvolgente che evoca le frenesie della vita moderna.
Serata Jerome Robbins. Gli interpreti
Il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera ha fornito una interpretazione del tutto convincente nel riproporre lo spirito e l’eleganza dei tre balletti. Impossibile citare tutti tranne le coppie di In the Night. Rebecca Bianchi e Michele Satriano (coppia giovani), Susanna Salvi e Claudio Cocino (coppia matura). Infine la terza coppia, soprattutto per la sensualità che hanno trasmesso allo spettatore: Eleonora Abbagnato, anche direttrice del Corpo di Ballo, e Zachary Catazaro. Carlo Donadio ha diretto l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma mentre l’importante parte pianistica è stata eseguita da Enrica Ruggiero.
La recita alla quale abbiamo assistito (5 febbraio) è stata accolta da numerosi e scroscianti applausi sia durante che al termine dello spettacolo.