Italia, il paese dell’Illegittima Difesa

Se c’è una cosa che divide in due l’Italia è la sicurezza, anzi, nemmeno quella; è la «difesa». Non ne possiamo non parlare all’indomani di quanto accaduto in un bar tabacchi di Milano, di proprietà di cinesi, rapinato ieri da un uomo che ha prima scassinato la saracinesca poi è entrato facendo razzia di Gratta & Vinci prima di fuggire. Sulla sua strada, ha però trovato i due gestori che lo hanno colpito con un paio di forbici, uccidendolo. I due uomini sono ora indagati per omicidio volontario mentre della vittima da una parte si racconta il suo essere noto pregiudicato per reati simili ma allo stesso tempo un padre di famiglia che «lascia due figli», un modo per cercare di attirare un poco di pietà…Analisi e commenti sono di due facce diametralmente opposte: da una parte chi dice «se l’è cercata, ben gli sta» dall’altra chi invece grida al «Regime violento ormai instaurato nel nostro paese».

Posizioni che sono entrambe esagerate e lontane dalla realtà perché non pensiamo che i due cinesi si siano divertiti ad ammazzare una persona o che girino con un coltello o una pistola addosso, insomma non si tratta di violenti e pericolosi in attesa di un buon motivo per ammazzare. Come non è nemmeno vero che siamo in un Regime, stile Far-West, con i delinquenti picchiati senza pietà per strada dalle forze dell’ordine.Ecco, Polizia e Carabinieri. Ragionando su questo mi sono tornate alla mente le immagini della manifestazione pro-Palestina di sabato scorso a Roma, in particolare quella dei due giovani che prima sradicano dei cartelli stradali dal marciapiede e poi li lanciano contro gli agenti che si sono limitati a difendersi con lo scudo senza alcun tipo di reazione.

In molti paesi del mondo una scena, anzi, un’aggressione a degli uomini dello Stato sarebbe stata gestita in maniera molto diversa con l’aggressore colpito, fermato, arrestato, condannato. Da noi invece bisogna porgere l’altra guancia per non aumentare le tensioni e soprattutto dare modo a una parte politica di attaccare lo Stato Fascista e il Governo Fascista.
Siamo quindi nel paradosso lessicale del concetto di «legittima difesa» dato che a sentire alcuni la difesa «legittima e adeguata» non lo sia mai. E il ladro o rapinatore non è un malvivente ma una persona ai margini che lo Stato avrebbe il dovere di aiutare. Peccato che però questo crei un pericoloso circolo vizioso. Se alla fine rapinare e rubare non è un reato, se si sta sempre dalla parte del criminale e mai della vittima è ovvio che si invoglia un delinquente a colpire con sempre maggior frequenza e violenza. I due cinesi del bar tabacchi di Milano non sono degli assassini ma solo imprenditori esasperati dalle rapine precedenti per cui i responsabili non sono mai stati scoperti o, nel caso, rimessi subito il libertà e pronti a delinquere di nuovo.
Aveva ragione il capo di una gang albanese che, erano i primi anni 2000, aveva fatto scattare in Italia i famosi raid delle «rapine in villa». In una telefonata ad alcuni amici del suo paese diceva così: «venite qui, non rubate a casa. Da noi finite in galera, qui non vi succederà nulla…». Siamo sempre più la nazione dell’Illegittima Difesa.

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