Israele, raid sul Libano: “Hezbollah ha superato tutte le linee rosse”

L’Aeronautica israeliana ha effettuato una serie di attacchi aerei notturni sul Libano, in risposta a un attacco attribuito a Hezbollah contro il villaggio di Majdal Shams, nelle Alture del Golan, che ha causato la morte di 12 bambini e adolescenti di età compresa tra i 10 e i 16 anni.Secondo fonti militari, gli attacchi notturni israeliani hanno colpito depositi di armi e altre infrastrutture a Shabriha e Burj el-Shemali, vicino a Tiro, nella valle della Beqaa, e nelle località meridionali di Kila, Rab al-Thalathine, Khiam e Tayr Harfa.

Israele: “Hezbollah ha superato tutte le linee rosse”

 

Con l’attacco di ieri a Majdal Shams, Hezbollah “ha superato tutte le linee rosse”, ha dichiarato il ministero degli Esteri israeliano in una nota. Il ministro Israel Katz aveva già espresso lo stesso parere. “Il massacro di ieri rappresenta il superamento di tutte le linee rosse da parte di Hezbollah. Non si tratta di un esercito che combatte un altro esercito, ma di un’organizzazione terroristica che spara deliberatamente sui civili”, ha accusato il ministero in un comunicato.

“Ultima chance per la diplomazia”, se si vuole evitare “una guerra globale” Hezbollah deve attuare la risoluzione 1701 dell’Onu che impone al gruppo di ritirarsi oltre il fiume Litani, a 30 chilometri dal confine tra Israele e Libano, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Oren Marmorstein, denunciando che “il razzo che ha ucciso i nostri ragazzi era un razzo iraniano ed Hezbollah è l’unica organizzazione terroristica che ce l’ha nei suoi arsenali”.

“Israele eserciterà il suo diritto e dovere di agire per autodifesa e risponderà al massacro… Il mondo deve ora attribuire la piena responsabilità all’Iran e ai suoi proxy: Hezbollah, Hamas e gli Houthi – ha affermato – L’unico modo in cui il mondo può evitare una guerra su larga scala, che sarebbe devastante anche per il Libano, è costringere Hezbollah ad applicare la risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza”. “Questo è l’ultimo minuto per farlo diplomaticamente”, ha avvertito infine il portavoce.

Intanto un 11enne risulta ancora disperso dopo l’attacco di ieri, riferisce Ynet secondo cui ricerche sono in corso per rintracciare Guevara Ibrahim, mentre nessun ospedale ha sue notizie. Si teme che il ragazzino si trovasse sul campo di calcio colpito dal razzo.L’Iran mette in guardia Israele dal lanciarsi in “un nuovo avventurismo” in Libano, ha dichiarato in una nota il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanaani, aggiungendo che Israele sarà responsabile “delle conseguenze e delle reazioni impreviste a tale stupido comportamento”.

Il razzo lanciato da Hezbollah ha colpito un campo di calcio di Majdal Shams. Secondo fonti dell’Idf, si è trattato di un Falaq-1 di fabbricazione iraniana. L’esercito israeliano sta aumentando la sua preparazione per “la prossima fase dei combattimenti nel nord”, ha ribadito il capo di Stato maggiore dell’Idf, il generale Herzi Halevi, all’indomani dell’attacco a Majdal Shams. “Sappiamo esattamente da dove è stato lanciato il razzo. Abbiamo esaminato qui, sul muro del campo di calcio, i resti del razzo e sappiamo che si tratta di un razzo Falaq con una testata di 53 chilogrammi – ha affermato Halevi, che già ieri sera si era recato sul posto – È un razzo di Hezbollah. E chiunque lanci un razzo del genere in un’area urbana vuole uccidere civili, vuole uccidere bambini”.

“Stiamo aumentando notevolmente la nostra preparazione per la prossima fase dei combattimenti nel nord, come stiamo combattendo contemporaneamente a Gaza. Sappiamo come attaccare anche molto lontano dallo Stato di Israele. Ci saranno altre sfide, aumenteremo la nostra preparazione”, ha ribadito il generale.

L’attacco di Hezbollah e il rischio di una guerra globale

L’attacco di Hezbollah a Israele rischia di far scoppiare una guerra globale. Dopo la strage di bambini e ragazzi, il vertice previsto oggi a Roma per giungere all’accordo per una tregua tra Israele e Hamas rischia di cambiare direzione.La preoccupazione dell’amministrazione Biden è infatti che ora il conflitto si possa allargare con lo scoppio di una guerra totale tra Israele e il gruppo terroristico libanese. “Quello che è successo potrebbe far esplodere quello che abbiamo temuto e cercato di evitare per 10 mesi”, ha detto una fonte Usa al sito Axios.

A Tel Aviv gabinetto di sicurezza con Netanyahu

Quallo che accadrà nelle prossime ore dipenderà molto da ciò che deciderà Benjamin Netanyahu che oggi alle 16.00 (le 15.00 in Italia), al suo rientro dagli Stati Uniti, convocherà una riunione del gabinetto di sicurezza per discutere dell’attacco.

Hezbollah nega responsabilità della strage

Hezbollah intanto ha negato ogni responsabilità nell’attacco sostenendo in una nota di “non essere in alcun modo legato all’incidente” e respingendo “in modo categorico tutte le false accuse”. Una versione totalmente contestata dalle Forze di difesa israeliane che anche appoggiandosi alle valutazioni dell’intelligence hanno affermato con certezza che “c’è Hezbollah dietro al lancio del razzo che ha colpito il campo di calcio di Majdal Shams”.

Il vertice di Roma e le nuove richieste di Israele

In questo quadro si tiene oggi a Roma il vertice tra il direttore della Cia William Burns, il capo del Mossad David Barnea, il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdel Rahman al-Thani e il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamal sul cessate il fuoco a Gaza e sul rilascio degli ostaggi iniziato poco prima delle 11.00.

Ieri gli Stati Uniti hanno ricevuto l’ultima proposta israeliana per un accordo. E a Roma, scrive Walla, si discuterà quindi proprio della proposta aggiornata di Israele con le nuove richieste del primo ministro Benjamin Netanyahu. In particolare, il premier israeliano ha chiesto che venga istituito un meccanismo di controllo che impedisca il trasferimento di armi dal sud della Striscia di Gaza al nord dell’enclave palestinese. Gli alti funzionari che fanno parte del gruppo negoziale e gli organi di sicurezza citati da Walla ritengono che Hamas non accetterà questa condizione e che ciò porterà a una crisi nei colloqui.

Hamas ha fatto sapere dal canto suo di non voler indietreggiare sulle richieste contenute nell’ultima proposta di accordo presentata ai mediatori, in particolare sul fatto che ci debba essere un ritiro completo delle Forze di difesa israeliane (Idf) dalla Striscia di Gaza per la liberazione di tutti gli ostaggi. Lo scrive il quotidiano Al-Mayadeen, vicino a Hezbollah, citando una propria fonte, a condizione di anonimato. Secondo la fonte citata dal quotidiano vicino a Hezbollah, Hamas ha chiesto che il ritiro dei militari di Israele dalla Striscia includa il corridoio di Netzarim e quello di Filadelfia. Inoltre Hamas non accetterebbe alcun nuovo accordo per il rilascio degli ostaggi che non includesse un testo chiaro sul raggiungimento di un cessate il fuoco permanente, ha aggiunto la fonte. Al-Mayadeen scrive anche che la fonte ha affermato che Hamas non è contrario ad assumere temporaneamente l’amministrazione governativa della Striscia con un consenso nazionale, qualora non si dovesse raggiungere un accordo sulla governance di Gaza e della Cisgiordania.

 

@riproduzione riservata