Marine depresso riceve l’ordine di accompagnare un pastore tedesco al funerale del suo legittimo proprietario. Il viaggio attraverso l’America sarà per l’uomo e l’animale e un’occasione di socializzare e per il soldato quella di acquisire più consapevolezza della realtà da civile. Io e la Lulù è il nuovo film con protagonista Channing Tatum. La storia si presenta come un on the road classico attraverso gli Usa del presente, un paese, dove i perdenti possiedono ancora quella dignità capace di formare la coscienza del paese. Mettendo in scena un universo di anime in difficoltà, a cominciare da quelle dei protagonisti, Io e la Lulù vuole raccontare l’essenza di un sogno tramontato.
Reduci entrambi da numerose battaglie il maggiore Jackson e la femmina di pastore non riescono a ritrovare una strada necessaria per continuare. Se l’animale affida all’aggressività i suoi sentimenti, l’uomo ha dimenticato cosa vuol dire essere benvoluti. Scopriranno entrambi una pace destinata a finire. Attraverso un taglio molto indipendente il film mostra le vite di personaggi al limite della società dando un ritratto schietto e onesto di cosa vuol dire sentirsi esclusi.
La location è il territorio americano di provincia abitato da senzatetto o piccoli criminali, atmosfere che raccontano il senso di finitezza proprio nelle anime sospese . Una sceneggiatura che vira al melodrammatico rende gli ambienti privi di brio e a tratti pesanti ma la forza del film sta nella rappresentazione del reale. Si affrontano temi come onore e amicizia ammettendo la durezza del paese ma senza mai metterne in discussione l’esistenza . Un’America difficile, costretta a reagire ma mai sbagliata del tutto perché “ogni individuo rimane artefice di se stesso” è quella che esce da Io e la Lulù.
Ennesima prova discreta quella di Tatum che si conferma attore capace di intercettare ruoli apparentemente difficili mescolandoli con una dose di machismo gentile. Jackson è prima di tutto un uomo rispettoso delle regole e anche quando rischia grosso, il protagonista non smette di assumersi responsabilità senza alcuna scappatoia di comodo. Il lavoro discreto di un cinema che si muove nei territori di Eastwood senza riuscire però a cogliere alcuna sfumatura dei profondi Usa dandone una visione troppo netta.