Intervista a Donatella Rettore, i 40 anni di “Splendido Splendente”

“Io, dolcemente aggressiva”, la Rettore si racconta a Vocenews.it

Donatella Rettore

Per celebrare il 40esimo anniversario di “Splendido Splendente”, pubblicata nel formato 45 giri nel 1979, Donatella Rettore torna in una nuova veste, realizzata per l’occasione da Relight Orchestra (Robert Eno & Mark Lanzetta), specializzati nei rifacimenti in chiave dance di grandi classici. Una serie di remix che Relight Orchestra ha realizzato in collaborazione con Sergio Cerruti, Joe Vinyle & Sandro Tommasi e Didascalis feat. Andy G. Qui di seguito l’intervista a Donatella Rettore per Voce News.

“Come va? Insomma, quando comincia l’autunno non sono mai contenta”.

Dall’altro capo del telefono scopro, con mia grande sorpresa, una donna sensibile che non nasconde le sue fragilità e non si vergogna a definirsi nevrotica, meteoropatica, ansiosa.

“Ogni medaglia ha sempre due facce, sai? Dopo il giorno, viene la notte. La notte dove ti svegli e non dormi più”.

La Rettore, co-autrice di successi quali “Kobra”, “Lamette”, è molto più che un’artista originale.

E ce lo racconta in quest’intervista.

40 anni da “Splendido Splendente”: un bilancio?

E anche 40 anni di carriera! Non ho avuto una vita facile, perché sono andata un po’ controcorrente, non mi definirei trasgressiva perché non ho mai trasgredito: non sono un’artista maledetta, non la sono! (ride, ndr). Però non mi piace neanche dire che sono una bonacciona: sono un personaggio sicuramente aggressivo, però sono dolcemente aggressiva, dai.

Il remix di “Splendido Splendente” di Donatella Rettore

Com’è nata l’idea di fare il remix di questo pezzo?

Diciamo subito che non è stata un’idea mia, ma di Robert e Mark di Relight Orchestra, che reputo dei bravissimi musicisti. Sono davvero talentuosi e hanno fatto un lavoro di precisione, direi introvabile di questi tempi.

Non ci conoscevamo, è stato un omaggio spontaneo e affettuoso verso un’artista che forse alcune volte è stata sottovalutata in questo paese; d’altronde l’Italia cataloga, purtroppo.

Cosa non è stato capito?

Non è stata capita l’ironia, perché gli italiani non sono ironici. A parte qualche esempio eclatante come Umberto Eco, una persona che manca alla cultura italiana, oltre a essere un amico: ha parlato sempre bene di me.

Hai collaborato con i più grandi, c’è un artista del panorama attuale con cui ti piacerebbe fare qualcosa?

Chris Martin dei Coldplay.

Caspita!

Eh scusa se devo puntare, punto in alto!

E invece nel panorama italiano?
Mi è sempre piaciuto Claudio Baglioni, che può ancora dare molto.

Il pubblico forse si è abituato a “Questo piccolo grande amore” e non accetta un Baglioni più moderno, ma Claudio ha molte possibilità di rinnovarsi ancora e proporsi non solo come direttore artistico del Festival di Sanremo. Secondo me ha fatto meglio O’ Scià a Lampedusa che Sanremo! (festival di musica leggera italiana, ideato proprio dal cantautore, ndr).

Anche se il suo Sanremo è stato da 10 e lode!

Baglioni, sono molto stupita.

So che ti stupisco. Però sai, gli opposti si incontrano, anche musicalmente parlando.

Tornare a Sanremo è nei i tuoi piani?

No, io sono diventata circospetta, più che prudente! (ride, ndr). Una volta mi buttavo, andavo incontro al mio destino e mi prendevo anche calci nello stomaco, adesso ho capito che fanno male.

Sono curiosa di vedere come si sposerà Sanremo con la vivacità di Amadeus: ha ancora lo spirito del dj che compra i vinili, li ascolta con attenzione e crea playlist, io credo molto lui. Spero che questo Sanremo non lo rovini, perché il Festival è una tagliola, una trappola: se esci vincitore, puoi sventolare la bandiera del trionfo, ma se ne esci sconfitto, per recuperare ci metti una vita.

Ma non ho dubbi che Amadeus e la sua squadra di autori faranno un ottimo lavoro.

Suggerimenti per un giovane artista che si affaccia oggi al mondo della musica?

Sii personale! Sii te stesso contro tutti, sempre. Solo la personalità, se sei un artista vero, ti può far distinguere, se invece sei uno che, come si dice, ce prova… lascia perdere!

Che opinione hai dei talent show?

Penso che siano vecchi! Hanno ormai fatto la loro epoca, basta. Possiamo mettere tutte le luci e i ballerini del mondo, ma gli artisti devono far emergere aspetti personali e il proprio stile.

Anche pensare di proporre cover troppo rivisitate è rischioso, perché il pubblico non è preparato: è ormai viziato dalle radio commerciali.

La Rettore e il tempo che passa

Tornerei su un tema a te caro: il tempo che passa. La Rettore come lo affronta?

Non ho un brutto rapporto con il tempo che passa e con la morte, però ho un pessimo rapporto con la vecchiaia!

Maurice Chevalier diceva che “La vecchiaia non è così male se considerate le alternative.”

Ma insomma! Ricordi il testo di “Lamette”?

Certamente.

(Inizia ad intonare)

“Vivere in fretta

Prendere al volo

Tutto conviene dammi, dammi, dammi, dammi”

(ride, ndr).

Sì, ho un pessimo rapporto con la vecchiaia. Io cerco di tenermi attiva, ma superati i 60 anni c’è poco da fare.

I reumatismi, le paturnie, anche se non è che l’adolescenza sia più facile. Il momento del cambiamento ormonale, sia in adolescenza che in menopausa, è sempre faticoso, si spera poi di raggiungere la pace dei sensi, a cui io non sono ancora arrivata. Non chiedo tanto, vorrei solo riuscire a dormire  8 ore filate… invece no, di notte arrivano i pensieri negativi.

Come mai?

Perché sono nata ansiosa, nevrotica. Quando mi addormento va tutto bene, ma quando mi sveglio durante la notte, faccio una fatica infinita a riaddormentarmi perché non riesco a fermare la testa; questo dipende molto dal carattere di ciascuno. Non possiamo essere tutti calmi, però a volte è limitante e faticoso essere ipercinetici.

D’altronde, non si può essere sempre up: quando sono sul palco devo dare solo positività, ma poi quando i riflettori si spengono e faccio un’analisi più profonda, a volte la negatività arriva. Viviamo tempi molto difficili e crudeli, non è tutto positivo.

Il grande amore di Donatella Rettore: Claudio Rego

Qualcosa di positivo però c’è: il tuo grande amore con Claudio Rego. Qual è il vostro segreto?

Ormai sono 42 anni! Il segreto è condividere gli stessi entusiasmi e le stesse paranoie. Il nostro è uno scambio continuo, anche di silenzi e di discussioni.

Condividiamo il piacere dei viaggi, degli animali, dell’ecologia e poi, dulcis in fundo, il piacere dell’amore e della musica.

Un sogno che realizzerai domani.

È un sogno che non realizzerò mai. I sogni, se sono sogni, rimangono tali e, come i geni, rimangono incompresi.

Allora parliamo di progetti.

I miei sono progetti a livello universale, mi piacerebbe fermare la strage che sta accadendo in Amazzonia. È complicato, ma dovrebbero mettere sanzioni economiche al Brasile, purtroppo facendo così ci rimetterebbe sempre il popolo, mai chi sta al potere. E il popolo non se lo merita. Questa strage di essere umani, non solo di piante e animali, ma di popoli indios che vivono lì è una tragedia. Noi vediamo e non facciamo niente, siamo passivi riguardo a quel che accade.

La Terra si sta già ribellando: terremoti, inondazioni, tsunami… Se non riusciamo a salvarla non c’è futuro, è finita, ed è qualcosa che riguarda tutti, mentre noi ci siamo fossilizzati su falsi problemi, che ci distraggono da fatti ben più gravi.

Ma appunto, questo è un sogno e, come ho detto prima, i sogni rimangono tali.

Basta che non siano incubi. Solo sogni… splendidi splendenti!