“Siamo perfetti nelle nostre imperfezioni”, diceva lo psicologo Hewitt, che per oltre 30 anni ha studiato la perfezione.
Quest’ultima non esiste, lo sappiamo, eppure la ricerca dell’uomo perfetto è costante e ci perdiamo pensando di trovarlo, e comunque prima di trovare qualcosa che gli somigli, bisogna baciarne molti di ranocchi. Forse a un certo punto conviene costruirselo questo uomo ideale, uno sempre allegro, che non sia fissato con il calcio e si ricordi sempre compleanni e anniversari, come suggerisce la commedia “L’uomo perfetto”, scritta da Mauro Graiani e Riccardo Irrea e diretta da Diego Ruiz, in scena al Teatro Martinitt di Milano dal 30 gennaio al 16 febbraio.
L’uomo perfetto
Milena Miconi e Nadia Rinaldi portano in scena i personaggi di Velia e Maria Eugenia, due sorelle alle prese con un robot che incarna l’uomo perfetto, interpretato dall’esordiente Gianclaudio Caretta.
Una commedia che con la sua leggerezza riesce anche a parlare di temi importanti: depressione, autorealizzazione, senso della vita.
Milena e Nadia si sono raccontate a VoceNews.it in quest’intervista doppia.
Cosa avete in comune?
Milena: La passione per questo mestiere, sicuramente. Poi siamo entrambe mamme e lavoratrici, due persone indipendenti e che vivono pienamente la vita.
Nadia: Abbiamo in comune un’importante amicizia, oltre ad una grande stima e il rispetto per questo lavoro, per il quale abbiamo lo stesso approccio serio, anche se i nostri metodi sono diversi. Sono tante le cose che accomunano, e non dimentichiamo gli occhi verdi! (ride, ndr).
I personaggi
Che personaggio interpretate e che difficoltà avete incontrato nell’interpretarlo?
M: Interpreto Velia, una donna che per tutta la vita ha sempre fatto un’unica cosa: l’attrice in una soap opera; ha sempre avuto paura di cambiare perché per lei mutare è come attraversare un incrocio: non basta guardare bene, bisogna essere prudenti. La sorella Maria Eugenia si è trovata ad occuparsi di lei, che è sempliciotta, poco interessata a scoprire, ad evolversi, a migliorare. Velia è una che si è un po’ adagiata sulla vita, ecco, è una ragazza leggera, frivola, superficiale, quasi surreale a tratti.
Io non sono affatto così, però mi ha divertito interpretare questo personaggio, così fra le nuvole. Per lei è tutto così semplice, a volte mi piacerebbe poter vivere così leggera!
N: Sono arrivata in seconda battuta, perché quando fu portato in scena lo spettacolo la prima volta, al mio posto c’era Manuela Aureli e il ruolo del robot era interpretato da Thomas Santu, che al momento è impegnato a teatro con il musical “Ghost”.
Lo vidi in teatro e mi piacque. Inoltre io e Milena avevamo fatto un altro spettacolo insieme, quindi una volta letto il testo ho deciso di accettare.
Interpreto Maria Eugenia, la sorella di Velia, la quale è un’attrice mediocre, interpreta da sempre lo personaggio anche perché non ha mai potuto fare altro, non avendo approfondito lo studio della recitazione. Nel frattempo, colleziona storie d’amore fallimentari finché Maria Eugenia non decide di regalarle questo uomo perfetto: arriva dalla Cina ed è da assemblare. All’inizio l’atmosfera è sicuramente inquietante, ma poi il pubblico sembra abituarsi a questo robot che obbedisce a tutto ma poi… non dico altro.
Siamo tutti alla ricerca della perfezione, ma la verità è che poi quando arriva, neanche quella basta: anche la perfezione diventa un’abitudine.
Gianclaudio Caretta
Come vi siete trovate a lavorare con Gianclaudio Caretta, il protagonista maschile?
N: Mi sono fidata del fiuto di Diego (Ruiz, ndr). Gianclaudio è un ragazzo inizialmente timido e sempre educato, decisamente meticoloso e preparato. Scriveva continuamente, prendeva appunti, è un attore molto diligente.
M: Gianclaudio è molto giovane, però si è messo a disposizione per imparare. È nel pieno della sua carriera, sta vivendo la sua età nella maniera giusta. Il teatro sicuramente lo sta formando e lo affronta nel modo giusto, accettando anche i consigli di chi ha più esperienza di lui. È molto preparato e carico, sono molto contenta.
Com’è l’uomo perfetto per voi?
M: Non esiste, come anche la donna perfetta. La perfezione non esiste e anche lì dove sembra che sia tutto perfetto poi alla fine scopri spesso che non è così. E penso che ci stancheremmo anche della perfezione, sai che noia? Se non è un aspetto, è un altro che ci disturba, alla fine ci stufiamo di tutto. Il problema non è la perfezione, il problema siamo noi sostanzialmente. Perfezione o no, alla fine non ci va mai bene niente sul lungo periodo. E sta qui la difficoltà delle relazioni! (ride, ndr).
N: Io ormai lascio perdere! (ride, ndr). L’uomo perfetto non esiste, sbagliamo se pensiamo di migliorare i difetti del partner: se una persona è fatta in un certo modo, non possiamo pretendere di cambiarla. A meno che nel corso della vita non accadano traumi molto forti, questi sono gli unici che possono innescare un cambiamento reale. Ma pensare di cambiare a proprio piacimento la persona che si ha accanto, è un’impresa fallimentare già in partenza: le persone vanno amate per i loro pregi e i loro difetti, cercando di condividere momenti più positivi che negativi, se possibile e, se si ama davvero, qualche difetto va perdonato.
Io ho due matrimoni alle spalle, mi dicono che non c’è due senza tre, ma non ci provo neanche, sono simile al mio personaggio in questo. Mai dire mai, ma in questo momento ho altre priorità ed esigenze e non ho ulteriori energie da dedicare a una relazione. Voglio concentrarmi sui miei figli e sul mio lavoro, anzi per me andare in tournée, se penso a quello che ho da fare a casa, è quasi rilassante! (ride, ndr).
Progetti per il futuro
Un ruolo che ancora non avete interpretato, ma sognate…
M: Non lo so, ci ho pensato molte volte. Mi piace sperimentare cose nuove, spesso guardo un film e penso: “Quanto mi piacerebbe interpretare quella parte!”. Ad esempio, quando ho visto “La La Land” l’ho pensato, ma mi capita di frequente.
N: Sogno da una vita di fare “Misery non deve morire”, lo inseguo da anni. Portare in scena un personaggio così forte e di tale spessore, sarebbe un impegno di interpretazione che mi metterebbe alla prova, forse addirittura in difficoltà. Sono conosciuta come attrice comica, quindi affrontare certi testi diventa quasi routine, invece Misery sarebbe uno scossone che mi permetterebbe di mettermi davvero in discussione come attrice. Lo desidero veramente tanto. Vedrei bene Marco Giallini ad interpretare Paul, lo scrittore. Vedremo, per ora resta un sogno.