Intervista a Luisa Ranieri, al Teatro Manzoni con “The deep blue sea”

Lo spettacolo in scena dal 30 gennaio al 16 febbraio

Fin dove possiamo spingerci per inseguire l’oggetto del nostro amore? E cosa siamo disposti a sacrificare per raggiungerlo? Si possono giustificare l’infatuazione, l’innamoramento, l’amore folle che tutto travolge, fino a minare il rispetto di sé stessi?

 “The deep blue sea”, in scena al Teatro Manzoni dal 30 gennaio al 16 febbraio, prova a rispondere a questi interrogativi.

Il testo, considerato il capolavoro di Terence Rattigan, autorità del teatro inglese del XX secolo, delinea un intenso personaggio femminile che incarna l’essenza stessa della capacità di amare, resistere e rinascere delle donne. Qui le presta il volto la magnetica e sanguigna Luisa Ranieri, per la minuziosa regia di Luca Zingaretti. Si tratta di una straordinaria storia passionale ambientata nella borghesia inglese degli anni ‘50; una riflessione su cosa un uomo o una donna sono capaci di fare per inseguire l’oggetto del loro amore.

uisa Ranieri e Aldo Ottobrino

LA STORIA

Il dramma, che si svolge in una sola giornata ma ha radici profonde, inizia con il fallito tentativo della protagonista Hester, Luisa Ranieri, di togliersi la vita. La donna, che ha lasciato il facoltoso marito (Luciano Scarpa) a causa di una relazione con il giovane Freddie (Giovanni Anzaldo), nata sull’onda della passione e della sensualità, è ora sfinita e disperata per il progressivo raffreddarsi di tale relazione. Alla fine, Hester sarà costretta a prendere una decisione particolarmente difficile.

Ecco cosa ci ha raccontato la protagonista.

Luisa, partirei proprio dall’interrogativo che “The deep blue sea” pone: fin dove possiamo spingerci per inseguire l’oggetto del nostro amore?

Penso che ognuno abbia la risposta dentro di sé…

LA PROTAGONISTA

In che modo ti sei calata nei panni di una borghese degli anni ’50?

Questa pièce parla di sentimenti e motivazioni universali che attraversano i tempi, per questo oggi è ancora così attuale. La vita che Hester conduceva con il marito era impostata sulle aspirazioni del mondo borghese. Cambiano le forme, ma sono le stesse aspirazioni che oggi si alimentano con i social, per esempio. Quanto amore ci sia realmente dietro un ritratto di allora o dietro un selfie lo sanno solo i diretti interessati.

Luisa Ranieri - The deep blue sea - n.1

Com’è stato farti dirigere da Luca?

Luca è un regista formidabile. È molto appassionato quando dirige, cerca di far uscire ogni sfumatura dal personaggio, costringe gli attori ad un duro lavoro su sé stessi per trovare l’emozione giusta. È molto attento ai particolari, ogni cosa è importante per lui. È affascinante lavorare con lui, ci spreme, ma appassiona tutti.

 

CINEMA, TEATRO, TV

Ti sei dedicata al cinema, al teatro, alla televisione. Dove ti senti più a tuo agio e perché?

Sono tutti tasselli diversi, eppur complementari del mio lavoro e li amo tutti. Il teatro dà linfa a tutti gli altri: il lavoro sui personaggi, la possibilità di approfondirli, farli crescere, sperimentare arricchisce poi il lavoro che vai a fare in tv e al cinema, dove tutto si consuma più velocemente.

Hai lavorato con grandi registi, c’è qualche aneddoto sul set che ricordi divertita o con affetto?

Sono molti e li ricordo tutti con grande affetto. L’armonia sul set è importante, spesso gli orari sono molti stancanti e trovare delle persone con cui alleggerire, che sappiano scherzare e sorridere anche alle 3 di mattina al freddo e al gelo è importante. Per fortuna, ne ho incontrate molte sulla mia strada.

Luisa Ranieri e Giovanni Anzaldo

LE SFIDE

Dal tuo profilo Instagram leggo “Le sfide sono ciò che rendono la vita interessante”. Qual è stata la più grande che hai dovuto affrontare?

Basti pensare che ho iniziato a recitare perché ero talmente timida che avevo bisogno di imparare a parlare in pubblico senza farfugliare. Allora studiavo per diventare magistrato, quindi direi che la sfida più grande sia stata proprio fare l’attrice.