Le recenti dichiarazioni sul tema “stadio” rilasciate dall’A.D. dell’Inter, Alessandro Antonello, hanno confermato quanto avevamo già scritto in un precedente articolo (qui il link dove poterlo leggere https://www.vocenews.it/inter-e-milan-via-da-san-siro-il-fallimento-della-legge-sugli-stadi), ovvero che, a causa dell’ormai pressoché certa apposizione (a partire dal 2025) del vincolo di interesse culturale/storico/artistico al secondo anello del Meazza, l’Inter sta seriamente pensando di costruire il suo nuovo stadio a Rozzano. Lo stesso Antonello ha tuttavia lasciato la porta aperta anche al progetto (presentato insieme al Milan) nell’area di “San Siro”, il quale, pertanto, non può dirsi essere stato ancora accantonato.
Proprio con riferimento alle sorti del “Meazza” si è in attesa di ulteriori sviluppi.
Allo stato attuale, concluso il dibattito pubblico (avviato nel settembre dello scorso anno dall’amministrazione comunale milanese a seguito della dichiarazione di pubblico interesse dell’opera), a distanza di circa otto mesi dall’approvazione delle sue risultanze, non risulta comunque essere stato presentato, da Inter e Milan, il progetto definitivo.Tornando alle dichiarazioni di Antonello relative allo stadio da realizzare a Rozzano, esse offrono interessanti spunti di riflessione, soprattutto, come vedremo, nell’ottica delle dinamiche societarie del club nerazzurro. In tal senso, di particolare interesse risulta l’affermazione dell’A.D. dell’Inter secondo la quale da gennaio del prossimo anno dovrebbe iniziare “un percorso con il Comune di Rozzano per valutare la fattibilità del progetto”.
In termini tecnici, ciò significa che da gennaio in poi dovrebbe essere presentato al Comune quello che la legge sugli stadi definisce “documento di fattibilità delle alternative progettuali”, ovvero il progetto di fattibilità tecnica ed economica del nuovo stadio (il quale va corredato di un piano economico-finanziario che deve individuare, tra più soluzioni possibili, quella che presenta il miglior rapporto tra costi e benefici per la collettività).
Il Comune dovrà a sua volta convocare una conferenza di servizi preliminare e se quest’ultima manifesterà un parere positivo sui contenuti dello stesso, dichiarerà il pubblico interesse della proposta (condizionando, se del caso, la successiva approvazione del progetto definitivo alla realizzazione delle eventuali modifiche indicate dalla conferenza dei servizi preliminare).
Detto ciò, va tuttavia evidenziato che, nel momento in cui verrà presentato il documento di fattibilità (come detto non prima di gennaio 2024 e comunque entro il successivo 30 aprile, visto che a tale data scadrà il diritto di esclusiva ottenuto dall’Inter con il gruppo “Bastogi” che detiene la titolarità dell’area ove dovrebbe sorgere l’impianto) ci troveremo proprio a ridosso della scadenza dell’ormai ben noto prestito erogato il 21 maggio 2021 dal fondo californiano Oaktree alla controllante del club nerazzurro, Suning Holdings Group. Ed infatti, è risaputo che il gruppo cinese, che detiene il 68,55% delle azioni del club meneghino, dovrà corrispondere al suddetto fondo, in un’unica soluzione, circa 400 milioni di euro entro il 20 maggio 2024.
In tale ottica, assume pertanto un ruolo fondamentale, per Suning, rifinanziare il prestito
Ed infatti, se la famiglia Zhang non dovesse aver ottenuto codesto “rifinanziamento” entro la data in cui verrà presentato al Comune di Rozzano il progetto di fattibilità, quest’ultimo non potrebbe che essere bocciato alla luce dell’evidente incertezza che regnerebbe sull’effettiva titolarità del soggetto proprietario dell’Inter a partire dal 21 maggio 2024.A tal proposito, va detto che l’Autorità Nazionale Anticorruzione (nata a seguito dell’emanazione del d.l. 24 giugno 2014, n. 90, che ha inteso imprimere un nuovo e sostanziale impulso alla strategia complessiva di prevenzione della corruzione, già introdotta dalla l. 6 novembre 2012, n. 190) ha stabilito che la stazione appaltante (nel caso di specie il Comune) deve obbligatoriamente verificare l’effettiva titolarità delle partecipazioni azionarie relative ad una società che intenda concludere un contratto con un’amministrazione pubblica, rafforzando quanto già stabilito dalla legge antiriciclaggio (per un approfondimento sul punto visita il seguente sito: Il Giornale dei Comuni (ancidigitale.it).
Palla al Comune di Rozzano
Nel caso specifico, pertanto, il Comune di Rozzano non potrà esimersi dallo svolgere i necessari e prodromici accertamenti circa la titolarità effettiva delle partecipazioni azionarie facenti capo al club nerazzurro e ciò a maggior ragione considerando che, analogamente al progetto “Cattedrale” presentato al Comune di Milano, anche l’operazione economica riguardante lo stadio di Rozzano verrà sicuramente strutturata in “project financing” (ovvero, in estrema sintesi, mediante un finanziamento che sarà ripagato con l’aumento dei flussi di cassa che deriveranno sia dal nuovo stadio che dall’eventuale area polivalente ad esso contigua) con conseguente apertura di una procedura di gara di pubblico appalto.
Se così è, come potrebbe il Comune in questione avallare un progetto di fattibilità proposto da una società che, nel giro di pochissimo tempo rispetto alla sua presentazione (segnatamente dal giorno successivo alla data di scadenza del prestito di Oaktree), potrebbe concretamente cambiare proprietà? Ecco perché, come dicevamo, rifinanziare prima della presentazione del documento di fattibilità si rivela assolutamente necessario affinchè il progetto possa avere delle chances di essere valutato positivamente dall’amministrazione comunale di Rozzano.
Rifinanziando, infatti, Suning si confermerebbe al timone dell’Inter, sciogliendo i dubbi sulla proprietà del club quantomeno per un altro po’ di tempo
Tuttavia, va però evidenziato che, se anche la famiglia Zhang riuscisse a mandare in porto questo rifinanziamento (rispetto alla cui fattibilità si ribadiscono in ogni caso tutte le perplessità già evidenziate dagli scriventi in un precedente articolo; ecco il link per leggerlo: Calcio: Chi acquisterà l’Inter? Cosa potrebbe accadere – Voce News) non è però detto che ciò possa essere sufficiente ad ottenere il via libera al progetto, perché, oltre al detto profilo concernente l’accertamento degli effettivi titolari della società meneghina (secondo quanto previsto dalla citata legislazione anticorruzione/antiriciclaggio) va anche tenuta in debita considerazione la sostenibilità economico-finanziaria dell’operazione.
A tal proposito, va opportunamente segnalato che già in occasione del sopra accennato dibattito pubblico avviato dall’amministrazione comunale di Milano circa il progetto di fattibilità tecnico-economica del complesso sportivo da realizzare a San Siro sono emerse diverse criticità, tra le quali si rinvengono anche quelle concernenti la “verifica dei titolari effettivi delle due Società proponenti (Inter e Milan), la solidità finanziaria dei proponenti medesimi, la provenienza dei capitali necessari all’operazione e le garanzie affinché i lavori possano essere completati” (per una più esaustiva disamina dei temi in questione visita il seguente sito: Dibattito pubblico nuovo stadio di Milano (dpstadiomilano.it) ove si possono visionare e scaricare tutti i documenti concernenti il dibattito in questione).
Per superare queste criticità, sono state proposte dai partecipanti al dibattito delle modifiche al progetto di fattibilità e sono state, altresì, avanzate richieste di integrazione documentale nei seguenti termini: richiesta di garanzie alle società proponenti sul completamento dei lavori; verifica dei titolari effettivi delle due società e della provenienza dei capitali che dovranno finanziare l’intervento proposto.
In riscontro a tali richieste, l’amministrazione comunale milanese, con la deliberazione della Giunta n.28 del 19.01.2023 si è così espressa: “la verifica dei titolari effettivi delle Società proponenti sarà completata sulla base dell’aggiornamento delle compagini societarie anticipatamente all’avvio della fase definitiva, mentre nella successiva fase il progetto definitivo sarà corredato – come previsto dalla c.d. Legge Stadi – da una convenzione da stipularsi con l’Amministrazione comunale che dovrà definire la concessione di costruzione e gestione, al fine di regolamentare gli obblighi realizzativi delle opere di urbanizzazione e dell’intero Complesso, le caratteriste dei servizi e della loro gestione, nonché la durata effettiva della cessione del diritto superficiario. Gli impegni ivi assunti saranno garantiti da polizze fideiussorie. Solo al momento della presentazione della bozza di convenzione, sopra richiamata, sarà possibile effettuare tutte le verifiche ai sensi legge”.
Come si vede, con tale delibera il Comune non ha ritenuto inconsistenti le osservazioni sollevate dai partecipanti al dibattito pubblico ma ha soltanto spostato più avanti nel tempo le verifiche da fare ai sensi di legge (con ciò lasciando più di un dubbio circa il rispetto della menzionata normativa anticorruzione ed antiriciclaggio, visto che gli accertamenti ivi previsti devono precedere la dichiarazione di pubblico interesse del progetto e non essere successivi ad essa) rimandando in un secondo momento anche la verifica della fattibilità finanziaria del progetto.
Le descritte criticità emerse per il progetto “San Siro” non potrebbero non riproporsi anche con riguardo allo stadio che l’Inter sembra intenzionata costruire a Rozzano.
In tal senso, oltre a quanto già evidenziato sulla titolarità effettiva (che va accertata, si badi bene, anche in relazione al fondo LionRock, detentore del 31,05% delle quote del club nerazzurro), non possono poi non rimarcarsi i dubbi che andrebbero a ricadere in relazione alle garanzie occorrenti per la realizzazione del nuovo stadio che Suning non sembra al momento essere in grado di fornire attesa la sua difficile situazione finanziaria ed in ogni caso tenuto conto dell’impossibilità di esportare capitali dalla madre patria. Ciò, si badi bene, anche nel caso in cui l’operazione in “project financing” dovesse prevedere l’emissione di un “bond” ad opera di una società veicolo costituita ad hoc (per come previsto dall’articolo 185 del decreto legislativo n. 50 del 2016). Ed infatti, anche in tal caso occorrono garanzie da fornire ai sottoscrittori del bond in questione, che, come detto, Suning non sembra essere in grado di fornire.
Inoltre, quale apporto in termini di capitale di rischio (equity) potrebbe fornire Suning?
A tal proposito, va osservato che, quantunque lo stadio venga realizzato in project financing, una certa percentuale di “equity” occorre metterla in ogni caso (ciò in relazione al c.d. “loan to value”). Ad esempio, nel caso del progetto “Cattedrale” di San Siro, l’idea iniziale era quella di finanziare il 90% del costo stimato per la realizzazione del progetto (circa 1,3 miliardi di euro) con una percentuale, quindi, del 10% a carico delle società milanesi (fonte Calcio e Finanza: Nuovo San Siro, pronta la società di Inter e Milan per il project financing (calcioefinanza.it)).
Restando in tema di sostenibilità finanziaria, per meglio comprendere il tutto, appare pertinente un confronto con il progetto del nuovo stadio che la Roma intende costruire a Pietralata.In tal senso, dai documenti del dibattito pubblico (attualmente in svolgimento) si può leggere che “Dan Friedkin (proprietario della A.S. Roma) dispone di risorse ingenti, grazie al suo ampio e diversificato portafoglio di investimenti caratterizzato da un lungo e solido track-record, con le quali è assicurato il sostegno all’AS Roma in modo continuativo; come prova tangibile di tale sostegno, Dan Friedkin ha investito fin qui circa 900 milioni di euro nell’AS Roma, oltre a fornire annualmente una lettera di supporto per garantire la continuità aziendale del gruppo; Dan Friedkin ha ottenuto il coinvolgimento di due rilevanti istituti finanziari, ossia la Bank of America e JPMorgan, entrambi con un’ampia esperienza nel finanziamento di progetti legati agli stadi di calcio, per assicurarsi un adeguato finanziamento per la realizzazione del progetto” (per un approfondimento vai sul seguente sito: DP STADIO PRESENTAZIONE (jenparle.net)).Come si vede, Friedkin, già titolare di un gruppo molto solido (dimostrato dal fatto che immetterà, per la realizzazione del progetto, equity per 145 milioni di euro) gode inoltre dell’appoggio di due delle più importanti banche mondiali ed è quindi in grado di fornire idonee garanzie alla realizzazione del progetto.
Dall’analisi dei documenti del dibattito pubblico milanese è emerso, invece, come sopra evidenziato, la carenza di tali garanzie, le quali, difatti, sono state espressamente richieste alle società meneghine
Giunti al termine di questo percorso argomentativo, tirando le somme, possiamo dire che l’unico modo affinché il progetto di fattibilità dello stadio da realizzare a Rozzano abbia concrete possibilità di essere accolto è che esso venga supportato da una proprietà che dia certezza in ordine alla propria solidità economica. Ciò significa che, se davvero tale progetto sarà presentato da gennaio 2024 in poi, a supportarlo non pare poter essere Suning. Conseguentemente, non sembra fantascientifico ipotizzare che il gruppo di Nanchino possa cedere, nelle more, il club nerazzurro, lasciando così che a supportare il progetto sia un nuovo e più solido proprietario (magari il fondo Oaktree?). Non resta, pertanto, che attendere i prossimi eventi, i quali potrebbero riservare, già entro la fine dell’anno in corso, possibili sviluppi in tal senso.
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