Inter: quale esito per l’esposto della fondazione JB sul fronte sportivo?

Con una nota diffusa dall’Ansa l’undici settembre scorso, è stata diffusa la notizia dell’avvenuta richiesta di archiviazione del fascicolo apertosi in  seguito dell’ormai noto esposto inoltrato alla Procura della Repubblica dalla fondazione Jdentità Bianconera, volto a verificare la sussistenza o meno della c.d. “continuità aziendale” dell’Inter. E infatti i PM milanesi non hanno riscontrato alcuna ipotesi di reato a carico di qualsivoglia esponente del club nerazzurro (ad esempio “false comunicazioni sociali”) né presunti ostacoli alle attività degli organi di vigilanza.

Ma non solo!

Stando a quanto riportato, i PM in questione hanno quindi ritenuto non sussistere alcuna problematica in merito alla continuità aziendale della società di Viale della Liberazione. I medesimi hanno inoltre dato atto che non risulta nessuna insolvenza a carico della stessa (non vi sono infatti debiti scaduti – e non pagati – di importo superiore a 30 mila euro); anzi è emerso che i creditori ripongono nel club nerazzurro massima fiducia.

Ciò significa che difettano i presupposti legali per una dichiarazione di fallimento quantunque nei bilanci degli anni precedenti i costi di produzione abbiano costantemente superato i ricavi (tendenza che, come riportato in una nota ufficiale diramata dal  club nerazzurro nella giornata di ieri, è stata comunque invertita nell’ultimo esercizio finanziario). Detto di tale richiesta di archiviazione dell’esposto sul fronte penale (anche se, ad avviso di chi scrive, dovrebbe più correttamente parlarsi di un’archiviazione già avvenuta, considerando che, per i procedimenti iscritti a modello 45 – come il presente – il PM ha la facoltà di procedere autonomamente all’archiviazione, ovvero senza dover inviare il fascicolo al Giudice per le Indagini Preliminari) resta da capire quale esito potrebbe sortire l’esposto dinanzi agli organi della FIGC. A tal proposito va infatti evidenziato che detto esposto, oltre a essere stato inoltrato alla Procura della Repubblica, è stato pure recapitato alla Procura Federale nonché a Covisoc. Prima di entrare nel merito della questione sul fronte sportivo, è doveroso sottolineare che, in generale, l’insussistenza di ipotesi di reato e quindi la carenza di elementi che possano rilevare sotto il profilo penalistico non inficia automaticamente la possibilità che possano residuare delle infrazioni sul piano della disciplina sportiva, essendo in taluni casi diversi i presupposti e le finalità della sanzione penale rispetto a quella sportiva.

Ciò detto, cosa aspettarsi quindi sul fronte sportivo?

Innanzitutto, ad avviso di chi scrive, non si dovrebbero registrare ricadute negative per il club nerazzurro sul fronte della continuità aziendale (sul quale è certamente incentrato l’esposto). Al di là delle varie considerazioni già espresse da chi scrive sul punto (rispetto alle quali si rinvia ad un precedente articolo; per leggerlo clicca sul seguente link https://www.vocenews.it/esposto-sulla-continuita-aziendale-dellinter-il-caso-milan-del-2018/) e che restano ferme, va qui evidenziato che nella fattispecie non si sono verificate situazioni debitorie tali da far ricorrere gli amministratori della società nerazzurra agli istituti di risoluzione della crisi o dell’insolvenza previsti dal D.Lgs. N.14/2019, che ai sensi dell’art. 6 ter delle NOIF avrebbero portato alla revoca della affiliazione del club alla FIGC e quindi all’impossibilità di iscriversi al campionato di serie A.

Questa considerazione, che trova un solido riscontro nelle considerazioni espresse dai PM milanesi di cui abbiamo già parlato, è da ritenersi di per sé già sufficiente al fine di poter affermare che, sotto questo aspetto della continuità aziendale, l’esposto non dovrebbe sortire alcun effetto. Altro tema che pare essere stato portato all’attenzione degli organi federali dalla fondazione JB è quello afferente la quota azionaria del club nerazzurro che prima dell’avvento di Oaktree faceva capo al fondo LionRock (pari al 31,05%).

Taluni ipotizzano, infatti, che tale quota sarebbe stata oggetto di cessione da parte del fondo in questione già nel 2021, senza che però a tale dismissione del pacchetto azionario sia seguita l’obbligatoria comunicazione prevista dall’art. 20 bis delle NOIF (a tenore del quale, in caso di cessione di quote azionarie pari o superiori al 10%, occorre fornire comunicazione di ciò alla FIGC entro appena 15 giorni).

L’argomento posto a sostegno di tale ipotesi si basa essenzialmente su un’intervista resa da un portavoce di LionRock a Reuters.Tale portavoce avrebbe dichiarato che il fondo di Hong Kong aveva cessato di investire o comunque di avere interessi economici nell’Inter già dal momento in cui Oaktree ebbe a finanziare quello che all’epoca era il principale azionista della società meneghina (ovvero Suning). Tale dichiarazione, quindi, avallerebbe l’assunto secondo cui tale fondo sarebbe uscito dall’Inter già nel maggio 2021, ovvero al momento della concessione del finanziamento a Suning da parte di Oaktree.

In realtà, fermo restando che l’espressione usata dal portavoce di LionRock (“cessazione  dell’investimento”) non equivale alla dismissione della partecipazione azionaria, le evidenze documentali (che ovviamente prevalgono rispetto a una simile dichiarazione che peraltro non è mai stata confermata da LionRock attraverso i propri canali ufficiali) confermano il passaggio della quota dal fondo asiatico a quello americano il 22/5/24 (così come recita apposita nota ufficiale del club nerazzurro di pari data). A tal proposito basta fare riferimento alla nota integrativa del bilancio del 2021 di Grand Tower sarl (il veicolo lussemburghese che dal maggio 2021 controlla il club milanese).

Come più volte evidenziato da chi scrive in precedenti articoli (per leggerli clicca sui seguenti link https://www.vocenews.it/oaktree-siti-finanziari-indicano-acquisizione-azioni-lionrock-al-22-5-24/ e https://www.vocenews.it/inter-oaktree-acquisita-subito-anche-la-quota-di-lionrock/) da tale bilancio si evince che Grand Tower ebbe a sottoscrivere, in data 20/5/21, un bond (ovvero delle obbligazioni) emesso da LionRock di 34 milioni di euro circa, rimborsabile entro il 20/5/24 (con un tasso d’interesse del 12%), contenente una probabile call option a favore di Great Horizon da esercitarsi in prossimità della scadenza del prestito o in pari data.

Più precisamente doveva trattarsi di probabili obbligazioni convertibili in azioni ad un valore nominale prestabilito che da un lato ha concesso a Oaktree la possibilità di mettere pegno sulle azioni di International Sports Capital (società controllata indirettamente da LionRock) e dall’altro ha fatto si che Great Horizon sarl (capofila delle controllanti lussemburghesi dell’Inter) acquisisse le azioni di LionRock Zuqiu Limited (controllante diretta di International Sports Capital, la quale deteneva materialmente il 31,05 delle azioni dell’Inter) proprio mediante il meccanismo di conversione delle obbligazioni in azioni.

Ciò è in grado di spiegare pure la ragione per cui gli investitori di LionRock siano stati remunerati da tale fondo nel giugno 2021 (ovvero poco dopo l’operazione finanziaria tra Suning e Oaktree (su questo, si veda il seguente articolo di  Panorama.it https://www.panorama.it/calcio/zhang-futuro-inter-fondo-lionrock) e quindi perché LionRock non avesse più interessi economici nell’asset “Inter” (mantenendo comunque la partecipazione azionaria). Confluite le azioni di LionRock Zuqiu Limited in Great Horizon tramite il suddetto meccanismo di conversione delle obbligazioni in azioni con “call” incorporata, le stesse sono state quindi acquisite senza necessità di escutere il pegno su International Sports Capital.

Nessun mistero può dirsi aleggiare, pertanto, su questa acquisizione a opera di Oaktree che, come riportato anche da talune autorevoli testate nei mesi scorsi (tra cui Sky), è stata semplicemente il frutto di una ben congegnata operazione finanziaria, come tale perfettamente lecita (molto probabilmente secondo le modalità sopra espresse). D’altronde, è stato da più parti evidenziato che da tutti i documenti finanziari del club nerazzurro e della sua controllata Inter Media, nonché dallo stesso sito ufficiale di LionRock, non risulta affatto che tale fondo abbia cessato la sua partecipazione prima del 22/5/24.

A ulteriore conferma, si osserva pure che il fondatore e A.D. di LionRock, Daniel Tseung, è stato membro del CDA dell’Inter fino al 4 giugno scorso, data in cui è stata fatta la nomina dei nuovi componenti di codesto CDA; circostanza, questa, che evidentemente cozzerebbe (e non poco) con un’eventuale cessazione della partecipazione azionaria del fondo di Hong Kong nel club nerazzurro già a far data dal 2021. Infine, non va sottaciuto che alcuni autorevoli siti finanziari, tra cui Pitchbook.com e CBINSIGHTS.com, hanno riportato che LionRock ha cessato la propria partecipazione in FC internazionale Milano in data 22 maggio 2024. È per tutte queste ragioni che, in definitiva, si ha motivo di ritenere che anche il fronte “sportivo” dell’esposto si risolverà molto probabilmente in un nulla di fatto e verrà conseguentemente archiviato (sempre che tale archiviazione non sia in realtà già avvenuta).

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