Champions: Inter e Milan. Differenze in campo e quelle più profonde fuori

Inter Milan Champions League

Quello che esce dalla prima due giorni della nuova Champions League e che riguarda le due squadre di Milano, Inter e Milan,  è talmente evidente da portarci ad andare oltre alla banale considerazione su quale sia oggi la squadra più forte. L’Inter è uscita a testa altissima dalla sfida con il Manchester City, una delle due strafavorite (con il Real Madrid) per il successo finale. Una prestazione andata ben oltre le aspettative (basti ad esempio considerare che alla vigilia gli scommettitori inglesi davano il successo dei padroni di casa ad 1.30 mentre quello dei nerazzurri era pagato più di 6 volte la posta…

Inter: una big europea

La squadra di Inzaghi ha giocato alla pari, anzi, a viso aperto contro Guardiola ed i suoi parsi a lungo in soggezione del possesso palla e delle ripartenza dei nerazzurri cui è mancata solo un pizzico di cattiveria nell’ultimo passaggio o nella conclusione finale. In poche parole l’Inter ha mostrato chiaro quale sia oggi il suo livello: quello di una big europea, big di prima fascia.

Milan: la peggior partita della storia

Diversa invece la sensazione lasciata dal Milan. Le modalità della sconfitta interna con il Liverpool vanno ben oltre il punteggio. I rossoneri sono parsi una barca in balia della tempesta senza possibilità, ed un po’ anche la volontà, di cercare di opporsi alla forza del vento e degli avversari. Tanto per essere chiari e sintetici Carlo Pellegatti, il più popolare giornalista-tifoso rossonero ha definito quella di martedì come «la peggior partita di Champions League più brutta della storia…».
Forse però i rossoneri, i tifosi rossoneri, dovrebbero preoccuparsi per le differenze esistenti fuori dal campo e quanto mai evidenti nelle ultime 48 ore.

La Pazza Inter

Ad Appiano Gentile infatti regna ormai da anni Beppe Marotta, forse il miglior acquisto in assoluto della presidenza Suning… L’attuale presidente (ruolo non dato a caso dalla nuova proprietà) ha cambiato dentro e fuori dal campo l’atteggiamento, il comportamento, lo stile dei nerazzurri. L’era della «Pazza Inter» doveva finire. Basta follie, serve concretezza e serietà; e così è stato. Basta vedere le scelte, non solo quelle di mercato, e basta ascoltare le dichiarazioni dei dirigenti e di Simone Inzaghi.

Parole mai fuori luoghi, toni pacati a testimoniare come ormai le caratteristiche principali siano oggi equilibrio (non solo finanziario) e serietà. Insomma, oggi si può dire senza ombra di dubbi che sia nato lo «Stile Inter», lontano anni luce dalle epiche dichiarazioni sotto gli uffici di Massimo Moratti, indimenticabile presidente e proprietario, forse un po’ troppo tifoso (nel bene e nel male). Oggi l’Inter non ha nulla da invidiare alle altre grandi società. Punto e stop.

La vendita del Milan da Berlusconi al misterioso Yonghong Li…

Dall’altra parte del Naviglio invece è proprio nella plancia di comando che i problemi sembrano essere più profondi. E non da oggi. Dalla vendita del Milan da Berlusconi al misterioso Yonghong Li, al passaggio prima ad Elliott ed oggi a Cardinale i continui cambi di persone e dirigenti non hanno saputo dare la medesima impressione di solidità dei nerazzurri. E viene fin troppo facile riascoltare oggi le parole di quello che ad oggi è il principale dirigente rossonero, Zlatan Ibrahimovic nel pre partita con il Liverpool: «il mio ruolo? Comando io. Io sono il boss e tutti gli altri lavorano per me.

Quando il leone va via i gatti si avvicinano. Quando il leone torna i gatti spariscono…». Parole che trasudano di quella supponenza che però non è una sorpresa, ma da sempre uno dei tratti principali del carattere dell’ex attaccante svedese. Attaccarlo oggi per quelle dichiarazioni è però assurdo; Ibra è questo, nel bene e nel male, prendere o lasciare.
Sarebbe il caso di chiedere a Cardinale e ad Elliott se ritengono positivo avere come primo dirigente e frontman una persona simile… Scelte.

Il derby di domenica 22 settembre

Domenica sera Inter e Milan si sfideranno nel derby; una partita che per i rossoneri potrebbe addirittura portare ad un esonero di Fonseca con conseguente cambio di allenatore (ed ovvia ammissione di colpevolezza da parte della società, di Ibra, che con i soliti modi lo presentò alla stampa come il «migliore» pochi mesi fa…); una partita che i tifosi rossoneri attendono con ansia nella paura dell’ennesima sconfitta consecutiva. Un record difficile da sopportare… Il campo si sa però in 90 minuti può sovvertire anche il più scontato dei pronostici, ma non cambiare le cose, alla base.

L’Inter a Manchester si è conquistata un posto nel salotto buono del calcio. Quel salotto che nei decenni Berlusconiani era «casa» per il Milan e che oggi guarda tutto questo da lontano.