Incidente ferroviario a Brandizzo. Teste chiave in procura

Proseguono le indagini per chiarire le dinamiche dell’incidente ferroviario, costato la vita a cinque operai. Erano impegnati in lavori di manutenzione sulla tratta Torino-Milano, nella serata del 30 agosto

Sentite in procura, nella giornata di lunedì 4 settembre, alcune persone che potrebbero fornire informazioni utili per chiarire le dinamiche della strage di Brandizzo. Tra queste, c’è la dirigente delle Ferrovie, considerata la testimone-chiave. Dalla sala di controllo di Chivasso, era lei in contatto con il collega sul posto, per dare le indicazioni necessarie all’avvio dei lavori.

Indicazioni che, purtroppo, sono rimaste inascoltate, così come emerge dalle telefonate acquisite dagli investigatori. “L’ho detto per tre volte: i lavori non dovevano cominciare perché era previsto il passaggio di un treno” ha dichiarato la funzionaria. “Da me nessun via libera”.

Le indagini

Nel frattempo, gli inquirenti stanno visionando un video breve, girato da una delle vittime poco prima dell’incidente e consegnato alla procura dagli avvocati Enrico Calabrese e Marco Bona, difensori rispettivamente delle famiglie Laganà e Lombardo.

Nel video, si sente una voce fuori campo dire: “Ragazzi se vi dico ‘treno’ andate da quella parte eh?“. Proprio per questo, viene ritenuto molto utile per la ricostruzione della vicenda.

Il sospetto

Il sospetto è che “l’avviso” ai colleghi di spostarsi all’arrivo del treno, non sia in realtà un modus operandi occasionale, ma una direttiva pericolosa impartita abitualmente ai lavoratori.

Gli aspetti su cui gli inquirenti si stanno concentrando sono proprio quelli di eventuali procedure di sicurezza ignorate, con modalità e tempistiche di lavoro diversi da quelli concordati per ridurre i tempi di intervento. Antonio Veneziano, ex collega delle vittime, ha dichiarato nei giorni scorsi che anche a lui era capitato.

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, sarebbe fondata l’ipotesi che gli operai lavorassero spesso tra il passaggio di due convogli, utilizzando una sorta di “allarme a voce” per avvisare di spostarsi dai binari quando necessario.

La denuncia dei sindacati

La Cgil, per bocca della segretaria confederale Francesca Re David, in audizione alle Commissioni riunite Trasporti e Lavoro della Camera, parla di un sistema organizzato in un certo modo. E continua: “La ‘frenesia del profitto’ è la causa principale degli infortuni e delle morti sul lavoro. La regola dominante non è più la qualità, il merito, la sicurezza, ma il massimo profitto o il massimo risparmio, secondo i punti di vista”.

Anche Cisl e Uil puntano sulla necessità di una strategia nazionale su salute e sicurezza e di investimenti in tecnologia per proteggere chi lavora.

La posizione di Rfi

Nella giornata di martedì 5, l’amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi), Gianpiero Strisciuglio, è intervenuto in audizione alle Commissioni riunite Trasporti e Lavoro della Camera. A totale disposizione della magistratura, l’AD ha confermato l’istituzione di una commissione di indagine da parte di Rfi, presieduta da autorevoli esponenti del mondo accademico, i cui esiti saranno messi prontamente a disposizione delle autorità competenti.

Strisciuglio ha poi concluso che “È doveroso dire che il sistema di regole di cui ci siamo dotati, che è riconosciuto dalle autorità competenti, è un sistema di regole che non ammette deroghe, questo è fondamentale nel sistema di gestione per la sicurezza ferroviaria”.