Domenica 3 marzo un importante evento si è svolto a Toronto, seppur nel totale silenzio dei nostri media, ovvero la “Women on the Frontlines 2024 Conference” sponsorizzata dal “Council of Muslims Against Antisemitism”, un’organizzazione musulmana no-profit, con sede in Canada, che si occupa di combattere l’antisemitismo a livello globale e presieduta da Raheel Raza, attivista per i diritti umani e per l’uguaglianza di genere nonché autrice del libro ““Their Jihad – Not My Jihad”. Tra gli oratori della conferenza, anche Noor Dahri, direttore del centro “Islamic Theology of Counter-Terrorism/ITCT UK” e per molti anni consulente della MET Police di Londra.
Dahri, nel suo brillante intervento, ha messo in evidenza una serie di punti estremamente importanti per quanto riguarda l’eccidio del 7 ottobre 2023 e in particolare su Hamas. E’ bene dunque riprenderne alcuni al fine di far capire quanto il terrorismo di Hamas sia un pericolo per tutto l’Occidente e non soltanto per Israele. In primis Dahri ha fatto notare come Hamas, con l’attacco del 7 ottobre, abbia “ucciso la fede delle persone”, musulmani ed ebrei. L’ideologia di Hamas è del resto “un’ideologia di morte” volta alla guerra religiosa: “Voi, persone civilizzate, vivete per la vostra vita, la fate scorrere, vi istruite, loro vivono per la morte”…E ancora: “Loro nascono cercando la morte, vogliono il martirio”…Il 7 ottobre “hanno bruciato dei neonati nei formi davanti alle madri”. (Il video dell’intervento è disponibile a questo link).
In secondo luogo, Dahri spiega come Hamas non sia più soltanto un’organizzazione, ma una vera e propria ideologia globale che “cammina e vive tra gli occidentali”. Inoltre, “Hamas ha preso il controllo del sistema democratico occidentale”. L’esperto dice “Abbiamo visto Hamas per le strade di Toronto, Londra”, facendo riferimento ai suoi sostenitori e simpatizzanti alle manifestazioni anti-Israele. Spiega poi come fanno pressione sugli esecutivi per boicottare o dirottare le decisioni politiche in chiave anti-Israele.
Dahri porta poi un duro attacca contro Hamas, accusandola di utilizzare l’Islam per i propri interessi facendo un danno anche ai musulmani.Va evidenziato che le manifestazioni più numerose e consistenti contro Israele sono avvenute proprio in Occidente piuttosto che nei Paesi arabi, dove le mobilitazioni di piazza sono state invece molto blande, tanto che i Fratelli Musulmani e Hamas hanno recentemente cercato di scaldare gli animi con un vecchio messaggio del numero due dell’organizzazione terrorista, Mohammed Deif, oltre che con un messaggio di Salah Abdul Haq (esponente dei Fratelli Musulmani) e con un discorso di Khaled Meeshal che ha cercato di infiammare le piazze di Amman.
In Occidente il connubio tra diaspora islamista e sinistra radicale è invece ben più forte e non si fa problemi a inneggiare slogan che incitano alla cancellazione di Israele, ad affiggere adesivi con scritto “lo stupro è resistenza”, a inneggiare a Hamas, agli Houthi, ad esporre bandiere islamiste, consapevoli di passarla liscia.
Del resto è dello scorso weekend la scena londinese nella quale una manifestante pro-Israele si trova a dover dibattere con un agente della polizia di Londra che cerca di giustificare la presenza di una svastica esposta dai manifestanti e il non intervento degli agenti dicendo che “dipende dal contesto”. Il fatto ha indignato la Gran Bretagna e ha travolto la MET Police che fino adesso ha fatto ben poco per arginare il radicalismo anti-Israele e antisemita per le strade di Londra, al punto che i manifestanti alcune settimane addietro proiettarono la scritta genocida “From the river to the sea” sul Big Ben senza che la polizia muovesse un dito.
In Italia invece sono mesi che predicatori radicali e leader palestinesi si espongono indisturbati con slogan ed esternazioni aberranti. Il predicatore pakistano di Bologna, Zulfiqar Khan, ha ad esempio affermato che “gli israeliti sono terroristi e ingannatori secondo la Bibbia”, oltre a pubblicare costantemente sulla pagina Facebook della sua moschea sermoni incendiari contro Israele, l’Occidente, il tutto condito con versetti coranici e hadith.
Il leader dell’Associazione Palestinesi in Italia, Mohammed Hannoun, dopo aver definito il massacro del 7 ottobre “legittima difesa”, dopo aver glorificato a gennaio 2024 su Facebook il terrorista palestinese di Hamas, Yahya Ayyash e il leader di Hamas in Libano, Saleh al-Arouri, la scorsa settimana ha invocato dal palco di una manifestazione davanti a Stazione Centrale a Milano la rivolta contro le ambasciate israeliane nei Paesi arabi, facendo curiosamente eco a Khaled Meshaal e Saleh Abdul Haq.
L’estrema sinistra dal canto suo sta svolgendo un ruolo di primo piano a fianco agli islamisti, tanto che qualche sera fa un esponente dei collettivi di sinistra di Bologna ha detto che “il 7 ottobre deve essere rivendicato come atto di resistenza e che la lotta armata è giusta per l’autodeterminazione”.
Se Hamas stupra donne, da fuoco a dei neonati e le formazioni di sinistra ne parlano come fosse “resistenza” è evidente che ci si trova davanti a un problema veramente molto serio. A metà marzo la Procura di Firenze evidenziava l’impegno di tali formazioni in ambito anti-Israele, indicando una “pericolosa convergenza tra vecchi militanti delle BR e i movimenti pro-palestinesi”, come riportato da Il Tempo.
Una cosa appare chiara, Hamas si sta evolvendo da organizzazione terrorista palestinese a pericolosa ideologia di stampo globale fondata sull’odio e la distruzione che punta ad infiltrare anche le istituzioni occidentali e forse Dahri ha ragione quando sostiene che c’è già riuscita. Di certo Hamas trova poi ampio sostegno nella sinistra radicale in Occidente, generando così un pericolosissimo connubio che mette a serio rischio la sicurezza dell’Europa e dell’Italia.
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