Alessandro Impagnatiello era capace di intendere e di volere la sera del 26 maggio 2023, quando ha ucciso con diverse coltellate la sua fidanzata Giulia Tramontano, che era incinta di sette mesi. Questo è quanto stabilito dagli esperti nominati dalla Corte d’assise di Milano, lo psichiatra forense Pietro Ciliberti e il medico legale Gabriele Rocca, nella perizia psichiatrica effettuata sull’uomo, accusato di omicidio pluriaggravato, occultamento di cadavere e interruzione non consensuale della gravidanza. L’accertamento era stato ordinato dai giudici prima dell’estate, e nella prossima udienza, prevista per il 21 ottobre, la relazione dei periti verrà discussa
Durante uno dei colloqui in carcere con i periti, Impagnatiello ha dichiarato: “Non so perché l’ho fatto, vedevo tutto finito, tutto perso. Non ci sarà mai una vera motivazione. Ho visto svanire il mio lavoro, la mia famiglia, la mia relazione con lei. Ho visto la mia sconfitta, detta in modo squallido, davanti a tante persone: il collega, la famiglia, lei, chiunque fosse intorno a me. Queste dichiarazioni sono state fatte nel corso delle valutazioni per stabilire la sua capacità di intendere e di volere la sera dell’o
Dopo aver ucciso Giulia con 37 coltellate nella loro casa a Senago, Impagnatiello ha confessato: “Ho cercato di cancellare tutto, come se far sparire una persona fosse facile come buttare via una caramella. Volevo eliminare ogni traccia di Giulia”. In un’ulteriore dichiarazione, ha riflettuto su se stesso: “Cosa c’è di diverso in me oggi rispetto a quasi un anno fa? Mi sento completamente diverso. Non avrei mai potuto sostenere di questa conversazioni.
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