Il recente ritiro di Joe Biden dalla corsa presidenziale, a soli quattro mesi dalle elezioni, ha scatenato una vasta gamma di reazioni nei media statunitensi. Si è ritirato dalla corsa per salvare la faccia? Incapace di resistere alle pressioni? La decisione, avvenuta il 21 luglio 2024, rappresenta un evento senza precedenti nella politica moderna, aprendo scenari complessi e incerti per il futuro del Partito Democratico.
Ecco un’analisi delle principali testate giornalistiche su questo storico annuncio.
Secondo il New York Times, la scelta di Biden è stata inevitabile. “Nelle prossime ore e nei prossimi giorni, molti osservatori politici diranno che il presidente Biden è stato messo alle strette e non ha avuto altra scelta che chiudere la sua campagna”, riporta il giornale. “I suoi difetti sono stati dolorosamente esposti. Aveva perso la fiducia del Partito Democratico”. Tuttavia, il quotidiano sottolinea anche la portata storica del gesto: “Ciò che viene trascurato è l’enormità del gesto di Biden: la sua rarità storica, la sua agonia emotiva, la sua fondamentale umiltà”. Per i colleghi del NYT la decisione del presidente di abbandonare la corsa per un secondo mandato e lasciare spazio a un candidato democratico più giovane è arrivata troppo tardi, segnata da segretezza e arroganza. Nonostante le critiche ai sondaggi e ai media, il suo ritiro ha avuto un grande impatto e rappresenta un esempio significativo. Questa scelta introduce un’incertezza senza precedenti nella politica americana moderna su chi sarà il candidato del partito e su come si svolgerà la campagna finale.
Il Wall Street Journal ha evidenziato il ruolo centrale che Kamala Harris potrebbe assumere in seguito al ritiro di Biden. “Con il presidente Biden fuori dalla corsa, la vicepresidente Kamala Harris è ora vista come la probabile candidata democratica – e la scelta di Biden – per rivaleggiare con Donald Trump, dandole la possibilità di entrare nella storia come la prima donna di colore a essere nominata come ‘front-runner’ di uno dei due principali partiti”, ha dichiarato il giornale. Harris, però, dovrà affrontare molte sfide: “Diversi sondaggi, incluso uno recente del Wall Street Journal, condotto dopo i deludenti dibattiti presidenziali di fine giugno, hanno mostrato che gli elettori hanno un’opinione negativa di Harris, simile a quella che nutrono per Biden”.
CNN ha sottolineato le difficoltà che i Democratici dovranno affrontare in questa nuova fase. “I democratici si trovano ora di fronte a una sfida senza precedenti, dato che la tradizionale stagione delle primarie è finita da tempo”, riporta l’emittente. Nonostante Biden abbia appoggiato Harris, altri candidati come Gavin Newsom potrebbero emergere come contendenti. “Trovare un consenso per sostituire Biden con un altro candidato potrebbe essere divisivo e prendere una brutta piega”, avverte CNN. I delegati presto dovranno decidere chi nominare attraverso una serie di votazioni dopo un disperato lavoro di lobbying.
Più morbida è la linea del Washington Post che descrive il ritiro di Biden come una decisione difficile ma necessaria: “Biden sembrava apprezzare tutti i suoi incarichi di governo, soprattutto l’ultimo. Tutto il mondo faceva la fila per stringergli la mano. Poteva essere scontroso ed esigente con il suo staff, ma nel suo ruolo pubblico di presidente è stato quasi sempre un patriarca bonario. Dopo una vita passata a essere sottovalutato, gli piaceva essere al comando. Ed è stato difficile per lui rinunciarvi”.
MSNBC ha enfatizzato l’importanza di una strategia ben definita per il futuro dei dem. “Ora i Democratici hanno molto lavoro da fare. Affinché questa decisione si riveli intelligente anziché disastrosa, ciò che seguirà dovrà essere molto più ponderato di ciò che è stato fatto in precedenza”, ha dichiarato l’emittente. La capacità di Harris di consolidare rapidamente il sostegno del partito e di convincere gli elettori sarà cruciale. Secondo MSNBC è anche probabile che alla convention nazionale del Partito Democratico a Chicago, i Democratici cadano in un enorme litigio tra fazioni che lascerà tutte le parti demoralizzate. In altre parole, se la rinuncia di Biden sia stata una mossa storicamente vincente o meno dipende in gran parte da ciò che accadrà in seguito. “Ma qualunque cosa accada, è stata certamente una mossa storica”, conclude MSNBC.
Il Boston Globe ha elogiato Biden per la sua decisione, sottolineando il ruolo chiave di Nancy Pelosi nel processo. “È estremamente difficile per qualsiasi persona di successo ammettere che è giunto il momento di dimettersi”, scrive il Globe. Pelosi ha utilizzato la sua abilità politica per guidare Biden verso questa scelta, dimostrando una volta di più la sua influenza e la sua saggezza strategica. “Anche se all’inizio Biden ha resistito all’idea – prosegue il Boston Globe – alla fine è giunto alla conclusione che era necessario abbandonare i suoi sforzi per la rielezione. Così facendo, si può dire che ha messo i suoi principi, la sua eredità e il suo partito al di sopra del suo ego, della sua ricerca di potere e delle sue speranze per i prossimi quattro anni”.
Il quotidiano californiano Sacramento Bee ha espresso preoccupazione per le tempistiche del ritiro di Biden. “La fiducia nell’America e nelle istituzioni che contraddistinguono la nostra nazione è diminuita, e nessuno lo mette in dubbio”, ha dichiarato il Bee. “Gestire questa corsa elettorale in queste circostanze è una sfida difficile”, ha aggiunto il giornale, evidenziando il rischio di divisioni interne e la mancanza di tempo per lanciare una campagna efficace.
USA Today ha descritto il ritiro di Biden come un momento di grande importanza storica. “Il Presidente in carica ha deciso di non candidarsi per un secondo mandato perché l’intera nazione ha visto deteriorarsi la sua salute e le sue possibilità di vittoria”, ha riportato il quotidiano. Questo evento rappresenta un’opportunità per riflettere sullo stato della politica americana e sulle scelte future del Paese. Infine, USA Today si concede una riflessione: “Il ritiro di Joe Biden ha aperto un nuovo capitolo nella politica americana, sollevando molte domande e incertezze. Con Kamala Harris in prima linea, i Democratici dovranno affrontare sfide significative per mantenere l’unità e garantire una campagna elettorale vincente contro Donald Trump”.
Non vi è dubbio che il ritiro di Joe Biden rappresenti un evento storico di enorme portata, che sta costringendo i dem a fronteggiare nuove e complesse sfide e a navigare attraverso un mare di incertezze politiche. Per i media statunitensi, questa decisione sembrerebbe destabilizzare le dinamiche interne del partito, obbligando i leader democratici a riorganizzarsi rapidamente e a trovare un equilibrio tra le varie fazioni interne. Kamala Harris, ora vista come la probabile candidata, si trova in una posizione cruciale ma anche estremamente delicata: dovrà affrontare non solo il compito di consolidare il sostegno del partito, ma anche di convincere un elettorato che ha mostrato segni di disillusione nei confronti della leadership democratica attuale. Inoltre, Harris dovrà navigare attraverso le critiche derivanti dai sondaggi negativi e affrontare avversari interni come, ad esempio, Gavin Newsom, che potrebbero emergere tra contendenti potenti e divisivi. La necessità di una strategia ben definita e ponderata diventa essenziale per evitare una frattura all’interno del partito durante la convention nazionale, che potrebbe portare a conseguenze disastrose.