È stato presentato il rapporto “Illegalità e criminalità organizzata nell’economia della Toscana” a cura di IRPET (Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana Regione Toscana). Un dato appena che salta subito all’occhio quando si inizia a leggere è un numero significativo in quanto “In Toscana, secondo le stime dell’IRPET, l’economia connessa alle attività illegali, cioè l’insieme dei prodotti la cui produzione, vendita o distribuzione è proibita dalla legge, vale un giro di affari pari a 1,2 miliardi di euro. Se a questa cifra sommiamo i 10,1 miliardi attribuibili all’economia sommersa (in cui rientrano le attività celate alle autorità fiscali), possiamo quantificare in 11,3 miliardi il valore complessivo dell’attività non osservata in Toscana”.
Un dato impressionante ma ovviamente parziale, ma che è una ottima base di partenza per noi grezzi analisti criminali. I numeri che spesso si leggono quando si parla di mafia, narcos ed affini mi piace definirli “numeri magici” in quanto trattasi di mere stime. Il rapporto dell’IRPET è indubbiamente molto buono ed ha il merito di dare un numero non magico dal quale partire per far capire la effettiva infiltrazione criminale in Toscana. Il resto del rapporto sciorina dati e fa il punto della situazione ad oggi basandosi sulle varie relazioni delle forze dell’ordine uscite, in primis della Dia. Emergono inoltre come tutti i report basati sulla statistica una serie di classifiche su cui non sempre, a dire il vero quasi mai, noi analisti ci basiamo.
Punto forte del rapporto è la non sottovalutazione della questione mafia. Detto questo il report copre l’antimafia del giorno dopo e dell’oggi per quanto riguarda i dati. Non copre l’antimafia del giorno prima per quanto riguarda l’analisi che consegue ai dati. Il Procuratore Capo della DDA di Firenze Filippo Spiezia ha porto i suoi saluti fotografando la situazione in modo molto preciso e senza sottovalutazione alcuna. La sua esperienza internazionale sarà molto utile vista la tendenza delle narcomafie attuali ad essere sovrastatali.
Oggi facendo quindi un pizzico di analisi del giorno prima, cosa possiamo dire della situazione in Toscana? La mafia è sempre stata ed è un mix di violenza e di raffinatezza. La mafia è multitasking e ripulisce il denaro in modo chiaro ed invisibile ai dati in quanto “regolarizzato” al punto che in alcune vie della Toscana l’indice di riciclaggio oscilla intorno al 70 per cento, con soldi che producono soldi. La mafia investe in decine di attività legali e per quanto riguarda il futuro , per noi analisti, ma anche per le Procure più all’avanguardia, i clan più evoluti sono insieme alleati in una unica federazione senza differenze particolari.
La situazione quindi partendo da queste analisi rappresenta un quadro economicamente preoccupante, in vista poi dell’arrivo dei fondi del PNRR, ed è stimabile un fatturato delle mafie pari ad almeno 20 miliardi di euro. Numero magico che ha come partenza il dato acclarato degli 11 miliardi di euro che nascono dai dati. Numero per difetto. Cosa fare quindi? Essere consapevoli che il problema esiste è importante ma può non bastare. La situazione va affrontata implementando innanzitutto gli organici e non spuntando le armi che l’antimafia ha a disposizione e che tutto il mondo ci invidia.
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