Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha riferito in una telefonata all’emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani, che qualsiasi azione da parte di Israele o dei suoi alleati che sia considerata contraria agli interessi dell’Iran riceverà una “risposta severa, ampia e dolorosa”, in riferimento al possibile contrattacco israeliano dopo la massiccia ma fallimentare offensiva iraniana contro Israele dello scorso fine settimana. Al-Thani, in risposta, ha sottolineato “l’elevata fiducia reciproca” condivisa dai due Paesi e ha promesso che il Qatar continuerà a sostenere l’Iran e la causa palestinese in ogni circostanza.
Il leader del Qatar ha poi aggiunto: “Il regime sionista sta cercando di distogliere l’opinione pubblica mondiale dai crimini commessi a Gaza rendendo la situazione tesa”. Le dichiarazioni di Al-Thani non lasciano dubbi sul reale ruolo che ricopre il Qatar come alleato del regime iraniano e come principale sostenitore sunnita dell’organizzazione terrorista palestinese Hamas.
Del resto, in un incontro avvenuto lo scorso febbraio, Al-Thani aveva già lodato il regime di Teheran affermando che “le relazioni tra i due Paesi non erano mai state così solide come allo stato attuale”. Il Qatar si presenta come mediatore tra Israele e Hamas, con il beneplacito dell’amministrazione Biden e dell’Europa, quando di fatto non è altro che il braccio diplomatico di Hamas. Non è certo un caso che i leader di Hamas vivono indisturbati a Doha da dove dirigono le operazioni su Gaza con il benestare di Al-Thani che si è infatti guardato bene dall’espellerli dopo l’eccidio del 7 ottobre 2023.
Attenzione, perché il Qatar svolge da sempre un ruolo di primo piano anche nell’esportazione dell’ideologia islamista radicale dei Fratelli Musulmani, di cui Hamas ne è il ramo palestinese, anche in Occidente, con ingenti finanziamenti destinati alle comunità islamiche della diaspora e con chiaro intento egemonico. Il fenomeno è stato brillantemente esposto nel libro “Qatar Papers” dai giornalisti francesi Chesnot e Malbrunot e si tratta solo della punta dell’iceberg.
Il Qatar ha anche ampiamente sostenuto le milizie islamiste in Siria durante la guerra civile, contribuendo così in maniera fondamentale a delegittimare la rivolta popolare contro Assad e tutto a vantaggio dell’Iran. Non solo, perché tra il 2017 e il 2019 fonti saudite hanno rivelato come il Qatar elargisse fondi agli Houthi e alla Fratellanza Musulmana in Yemen in modo da seminare il caos, indebolire le istituzioni e permettere l’espansione della Fratellanza.
Nel 2020, il ministro dell’Informazione yemenita Moammar al-Eryani mise in guardia il Qatar dal suo sostegno agli Houthi in un post su Twitter, invitando il Qatar e Al Jazeera, a rivedere le proprie politiche e prendere le distanze dalla palude di sangue yemenita in cui sono immersi i mullah iraniani, poiché la storia non sarà misericordiosa con nessuno”. L’amministrazione Biden non ne vuol sapere di andare contro Doha in quanto è proprio in Qatar che gli Stati Uniti hanno la più vasta base navale fuori dagli USA, ma si è oramai raggiunto in punto per cui è fondamentale rimettere tutto in discussione, incluse le alleanze occidentali in Medio Oriente.
Per quanto riguarda l’Europa, il Qatar ha infiltrato in maniera capillare il tessuto industriale, economico e politico del Vecchio Continente (vedasi il Qatar Gate). Facendo un passo indietro, è bene ricordare come durante il conflitto in Libia, l’Italia sostenesse al-Serraj, espressione locale della Fratellanza, a fianco di Qatar e Turchia. Secondo le informazioni condivise su “Twitter” nel 2020 dall’analista israeliano Oded Berkowitz, Italia e Turchia fornivano supporto al GNA anche in ambito di contro-terrorismo. Tale linea è stata poi confermata anche dal generale di brigata Al-Hadi Salem Idrah, portavoce ufficiale della Liberation of Sirte and Jufra Operations Room, come pubblicato su “Strumenti Politici”. Il Qatar è sempre presente dove c’è da sostenere la Fratellanza, in Libia, in Siria, a Gaza, in Yemen e la Fratellanza è al fianco del regime iraniano.
Attenzione, perché nel 2022 il Qatar si insediò come figura mediatrice in Yemen con modalità simili a quanto sta avvenendo con Hamas a Gaza e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Oggi Qatar e Iran sono due facce della stessa medaglia, sono un’unica alleanza, solo che Doha ricopre anche il ruolo di “mediatore e alleato dell’Occidente”, mostra una parvenza di volto presentabile quando di fatto è un attore problematico esattamente come il regime iraniano e le recentissime dichiarazioni del leader qatarino Al-Thani lo dimostrano chiaramente. Il problema reale sono quelle leadership occidentali che non vogliono però prenderne atto.
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