Il mondo dello sport italiano si stringe oggi in un abbraccio commosso e silenzioso per dire addio a una giovane promessa, Matilde Lorenzi, che a soli 19 anni ha lasciato un vuoto profondo tra le montagne che tanto amava e che ora custodiscono il suo ricordo. Avrebbe compiuto 20 anni il prossimo 15 novembre, un traguardo che non vedrà, ma che i suoi successi, il suo talento e la sua dedizione continuano a celebrare.
Matilde era molto più di una giovane sciatrice: era una forza della natura, un cuore che batteva all’unisono con la neve, il vento e l’alta quota. La sua ascesa era stata veloce e luminosa come le sue discese sulle piste, capace di conquistare il titolo italiano assoluto e giovani in supergigante a Sarentino, e di piazzarsi tra i migliori ai Mondiali juniores di Chatel. Un talento puro, coltivato e affinato con sacrificio, disciplina e amore per lo sport, che le ha regalato un posto speciale nel cuore di chi l’ha conosciuta e ammirata.
La vita di Matilde Lorenzi si racconta attraverso pochi, preziosi scatti condivisi sul suo profilo social: la neve e gli sci, certo, ma anche il mare, gli amici, i sorrisi che coloravano il suo mondo fino a ieri. Sciatrice fin nel profondo, Matilde condivideva questa passione con sua sorella maggiore, Lucrezia, anche lei atleta di talento e slalomista. Nel suo percorso, Matilde aveva raggiunto il grado di caporale nell’Esercito Italiano, simbolo di disciplina e dedizione.
Il ministero della Difesa, in un messaggio denso di dolore, ha annunciato la sua scomparsa, esprimendo “il più profondo cordoglio” e stringendosi in un “ideale abbraccio ai familiari e ai colleghi del caporale Matilde Lorenzi” Un’ondata di vicinanza e commozione si diffonde anche tra i vertici della politica: il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha ricordato come “la tragica perdita di una giovane vita, atleta di talento, sia un dolore profondo”, estendendo il proprio cordoglio alla famiglia, all’Esercito e a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di condividere con lei le sue passioni e il suo sorriso.
Solo poche settimane fa era volata in Patagonia insieme alle altre azzurre per concludere gli allenamenti estivi, in preparazione alla nuova stagione ormai alle porte. Poi, un imprevisto cambiamento di programma: invece della Svezia, dove l’aspettava il lavoro sul Gigante, quella pista in Val Senales è diventata il palcoscenico di un destino crudele.
Il dramma si è consumato sulla pista Gravald G1 in Val Senales, dove Matilde stava allenandosi insieme al team. Immediatamente soccorsa e trasportata d’urgenza all’ospedale di Bolzano, ha lottato fino all’ultimo contro le gravi condizioni riportate nella caduta. Ogni sforzo è stato vano. È qui che la sua corsa, tanto promettente quanto breve, si è fermata, lasciando dietro di sé il ricordo di un’atleta dalle straordinarie potenzialità e di una ragazza amata da tutti.
“Il dolore è insopportabile”, dicono i compagni e i tecnici. Tra lacrime e parole spezzate, emerge il ritratto di una ragazza che portava luce e voglia di vivere in ogni allenamento, che sognava l’azzurro delle piste mondiali e che non smetteva mai di credere nei suoi sogni.
Ora, il suo ricordo rimarrà per sempre impresso nelle nevi delle montagne che l’hanno vista crescere, inseguire i suoi sogni e volare alto. Mentre il mondo dello sci si ferma per ricordarla, il suo esempio continua a ispirare ogni giovane atleta che, come lei, guarda con passione e determinazione alla cima.