Il Marocco aderisce all’appello internazionale contro Maduro

Il Marocco ha aderito all’appello rivolto al Venezuela, diventando l’unico paese arabo e africano a sostenere l’iniziativa sottoscritta da una ventina di nazioni, tra cui membri dell’Unione Europea e dell’America, che sollecitano Nicolas Maduro a rispettare la volontà del popolo venezuelano.

“Esprimiamo il nostro profondo rifiuto della repressione dei manifestanti e della violenza che ha causato la morte di numerosi venezuelani nel contesto post-elettorale. Chiediamo con urgenza alle autorità di porre fine alle violenze e di liberare i detenuti, compresi i rappresentanti dell’opposizione”, si legge nel comunicato di Rabat.

In accordo con le richieste dell’opposizione venezuelana, i paesi firmatari chiedono “la pubblicazione immediata di tutti i verbali originali e una verifica imparziale e indipendente di tali risultati, preferibilmente da parte di un organismo internazionale, per garantire il rispetto della volontà popolare espressa nelle elezioni presidenziali del 28 luglio scorso”, come riportato da Yabiladi.

L’adesione del Marocco a questo appello non sorprende. Il Regno è stato tra i primi a riconoscere Juan Guaidó come “presidente ad interim del Venezuela” e ha partecipato attivamente al Gruppo di Lima per la democrazia in Venezuela, iniziativa lanciata nell’agosto 2017 dall’amministrazione Trump.

Il presidente Nicolas Maduro, seguendo le orme di Hugo Chávez, sostiene le posizioni del Fronte Polisario. Durante una visita ufficiale ad Algeri nel giugno 2022, Maduro ha espresso la sua “ammirazione” per la politica algerina a favore del Sahara Occidentale, dichiarando: “Il mondo deve reagire per proteggere queste persone. È giunto il momento di esprimere solidarietà al popolo del Sahara occidentale.”

Il comunicato, rilasciato venerdì scorso a Santo Domingo de Guzmán, ha sottolineato l’urgente necessità per il Venezuela di aderire ai principi dei diritti umani e della governance democratica, in risposta alle crescenti tensioni nel paese. Tra i firmatari della dichiarazione vi sono Stati Uniti, Unione Europea, Spagna, Portogallo, Argentina, Canada, Cile, Panama e Italia, tra gli altri.