Mohammed Hannoun alza il tiro e dal palco fuori Stazione Centrale a Milano, durante una manifestazione pro-palestinese, invoca una rivolta contro le ambasciate israeliane nei Paesi arabi. Un’affermazione gravissima che non potrà non scatenare reazioni e non soltanto politiche in quanto è impossibile che frasi del genere non vengano fatte oggetto di approfondimenti da parte della magistratura.
L’esternazione è ripresa anche in un filmato pubblicato su Facebook da Epal Media Center e sul profilo dello stesso Hannoun il quale, al minuto 31:50 dice: “Concludo, con un applauso al popolo giordano, ai ribelli in Giordania che hanno obbligato il sistema di chiudere l’ambasciata israeliana. Invitiamo tutti i popoli arabi di fare lo stesso per cacciare via tutte le ambasciate israeliane, di chiudere e di trasformarle in centri per la resistenza. Un applauso alla resistenza dello Yemen, un applauso alla resistenza del Libano, dell’Iraq…” Hannoun attacca anche il governo italiano, accusandolo di essere “schierato con i criminali israeliani”. E ancora: “Un governo sionista con 14 ministri coloni che per il diritto internazionale sono illegali. Per cui chi riconosce questo governo è complice e criminale”.
Non finisce qui, perché se la prende anche con la senatrice Liliana Segre “abbiamo parlato qualche settimana fa della senatrice Segre che dubita, non si può chiamare genocidio perché c’è un’esclusiva riservata alla lobby, ai criminali che sono solo loro hanno subito un genocidio…” Mohammad Hannoun, presidente dell’Associazione Palestinesi in Italia e dell’ Associazione di beneficenza per il sostegno palestinese (ABSPP) è già noto per aver definito l’eccidio di Hamas perpetrato il 7 ottobre come “legittima difesa” (dichiarazione fatta il 10 ottobre 2023, tre giorni dopo il massacro, ai microfoni di Agorà durante una manifestazione pro-palestinese in centro a Milano). Sempre su Facebook Mohammed Hannoun ha attaccato con violenza il Senatore di Italia Viva Matteo Renzi con queste parole:
Inoltre, anche per aver elogiato Yahya Ayyash “l’ingegnere”, famigerato costruttore di bombe, a capo del braccio armato di Hamas nella West Bank, tristemente noto sia per aver sviluppato l’uso degli attentati suicidi da parte di Hamas sia per aver costruito molti degli esplosivi utilizzati negli attacchi, in particolare contro i mezzi di trasporto pubblico. Ayyash venne eliminato il 5 gennaio 1996 dallo Shin Bet. Lo scorso 4 gennaio, infatti, Hannoun pubblicava il seguente post, in lingua araba, sul proprio profilo Facebook:
“In questo giorno è avvenuto il vigliacco assassinio; Misericordia ai martiri; Il leggendario ingegnere martire, che segnò una svolta nella storia della resistenza palestinese; Yahya Ayyash Abu Al-Baraa. La Palestina oggi ha un disperato bisogno del vostro spirito patriottico e della vendetta per lo spirito del martire Sheikh Saleh Abu Muhammad. I martiri non muoiono”. L’ultima parte del post è dedicata a Saleh al-Arouri, leader di Hamas in Libano e liaison tra Hamas e regime iraniano, morto in un raid aereo il 2 gennaio 2024.
Il 13 ottobre, Hannoun aveva anche utilizzato il proprio ruolo di imam presso Centro Islamico di Genova per attaccare i paesi che sostengono Israele:“Abbiamo visto l’atteggiamento dei nostri governi italiano, europeo, americano e di alcuni paesi arabi che si sono schierati a favore di Israele, che hanno cominciato a piangere per le vittime, che hanno raccontato anche la menzogna per incoraggiare, a paragonare Hamas alla pari con l’Isis” … Tutto questo, per attaccare la “resistenza palestinese”.
Il video è poi scomparso dalla pagina Facebook del Centro Islamico di Genova e dall’account di Hannoun pochi giorni dopo.E’ bene inoltre ricordare che i conti delle associazioni di Hannoun, sono stati congelati a causa di una serie di aberrazioni che includono la mancata registrazione all’Agenzia delle Entrate e lo spostamento massiccio di denaro contante, in alcuni casi verso soggetti iscritti nelle liste nere delle banche dati europee.Il fatto che Hannoun possa proseguire con la sua campagna propagandistica impostata su tali toni e incitamento resta un mistero, considerato che provvedimenti sono stati invece presi nei confronti di soggetti che utilizzavano la medesima retorica in chiave filo-ISIS.
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