L’Agenzia internazionale dell’Energia (Iea) ha pubblicato il World Energy Outlook 2023. Si tratta del rapporto periodico sullo stato energetico globale del pianeta. Dal documento 2023 si possono trarre conclusioni che, a seconda dei punti di vista, possono oscillare dall’immagine del bicchiere mezzo vuoto a quella del bicchiere mezzo pieno. Se, infatti la IEA da un lato ci dice che l’addio ai combustibili fossili sta avvenendo troppo lentamente, dall’altro ci segnala anche che la transizione energetica verso le energie rinnovabili è “inarrestabile”.
Aldilà dei ritardi, anche buone notizie
Spiega la IEA che per mantenere vivo l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a +1,5 °C entro il 2030 occorrerebbero politiche maggiormente incisive a livello mondiale da parte dei Governi. Perché attualmente le emissioni che alterano il clima dovute ai combustibili fossili sono ancora troppo elevate per impedire il superamento di questa soglia. D’altro canto, il direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’energia Fatih Birol ha dichiarato che “La transizione verso l’energia pulita sta avvenendo in tutto il mondo ed è inarrestabile”.
La fine dell’era dei combustibili fossili
Perché – ha aggiunto Birol – “Non è una questione di ‘se’, ma di ‘quando’ o ‘quanto presto’ e prima è, meglio è per tutti noi. I governi, le aziende e gli investitori devono sostenere la transizione verso l’energia pulita anziché ostacolarla. I vantaggi offerti sono immensi, tra cui nuove opportunità industriali e posti di lavoro, sicurezza energetica, aria più pulita, accesso universale all’energia e un clima più sicuro per tutti”. È stimato che entro il 2030 la domanda mondiale di combustibili da fonti fossili raggiungerà il suo picco per poi decrescere, mentre salirà la quota delle energie rinnovabili nel mix energetico globale, fino a raggiungere il 50%. Il numero delle auto elettriche circolanti diventerà 10 volte maggiore rispetto a quelle attualmente circolanti mentre le pompe di calore e gli altri sistemi elettrici di riscaldamento supereranno a livello mondiale le caldaie a combustibili fossili.
Decisivo il ruolo della Cina
Stando così le cose, tra 7 – 8 anni petrolio e gas non rappresenteranno più delle scelte sicure a livello energetico e per gli investitori risulterà in prospettiva più remunerativo puntare sulle energie rinnovabili mettendo così in moto un processo irreversibile. Ma naturalmente, tutte queste previsioni sono legate indissolubilmente al rispetto degli impegni politici presi dai vari Paesi.
Decisivo, in questo contesto, appare il ruolo della Cina che nell’ultimo decennio ha rappresentato quasi i due terzi dell’aumento del consumo globale di petrolio ma che, ad onta di uno slancio economico che appare oggi più lento, sembra sempre più orientata a basarlo sulle energie pulite, raggiungendo più della metà della produzione elettrica globale e con un numero sempre più elevato di vetture elettriche vendute.
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