I pro ed i contro per la maggioranza delle dimissioni di Sangiuliano

Sangiuliano Boccia

Ormai Sangiuliano non era un semplice “caso”, era purtroppo diventato un “peso” per il governo. Il suo destino era segnato da tempo…». La notizie delle dimissioni dell’ormai ex ministro della cultura che ha presentato la lettera con la decisione del suo passo indietro irrevocabile alla premier non ha colto di sorpresa nessuno nel mondo politico. Tutti sapevano infatti che la situazione era troppo pesante soprattutto dannosa in maniera decisiva per l’immagine dell’esecutivo che in questi giorni poteva gridare al successo per alcuni dati macro economici e sbandierare anche in faccia all’opposizione la conquista della vicepresidenza esecutiva in Europa che finirà a Raffaele Fitto. Invece niente; premier e ministri erano impegnati a proteggere Sangiuliano attirato in un vortice di polemiche giorno dopo giorno che l’hanno fatto affondare come attirato verso il basso da sabbie mobili.Al netto delle parole usate oggi dai vari protagonisti, che sono materia di pura e semplice comunicazione in stato di crisi, dal punto di vista politico il bicchiere della maggioranza è diviso in due.

Non si può infatti negare che per la maggioranza sia stata una parentesi profondamente negativa. L’opposizione ha giustamente picchiato forte contro le «capacità» delle persone scelte da Giorgia Meloni per ruoli di comando. Una critica che va tanto di moda a partire dalle accuse contro Daniela Santanché (con tanto di inchiesta nei suoi confronti) che è continuata a lungo anche per certe dichiarazioni diciamo così, poco felici, di Francesco Lollobrigida (contro cui c’era sempre il fatto di essere stato il cognato della premier…) e finita poi con Sangiuliano le cui gaffe (da Galileo ai libri del Premio Strega etc etc etc) erano diventate un tormentone.Ed è questo che rende il passo indietro di oggi meno doloroso. Sono tutti sicuri che Alessandro Giuli, il successore di Sangiuliano, fornirà da questo punto di vista meno materiale per l’opposizione.Ps. Sono in diversi a far notare che ci sia una cosa che accomuna i tre ministri finiti al centro delle polemiche dei primi due anni di governo: sono tutti di Fratelli d’Italia… Una carta in più nelle mani di Lega e Forza Italia nella gestione dei pesi e degli equilibri dentro la maggioranza.

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