L’associazione “Giovani Palestinesi d’Italia” ha pubblicato un post su Instagram, in data 3 settembre, annunciando una manifestazione a Roma, in data 5 ottobre 2024, per celebrare la strage del 7 ottobre, a loro dire “operazione di resistenza”.
Ecco il testo:
“Il 7 ottobre è la data di una rivoluzione. Dopo un anno, il valore dell’operazione della resistenza palestinese e della battaglia del “Diluvio di al Aqsa” è chiaro a tutto il mondo.
Il 5 ottobre 2024 scendiamo in piazza a Roma per una manifestazione nazionale, per sostenere il popolo palestinese e il suo movimento di liberazione nazionale, per onorare gli oltre quarantamila martiri di Gaza e i suoi combattenti che da un anno lottano senza tregua, per onorare tutta la Palestina che resiste e insorge contro l’invasore e il suo Stato coloniale”.
Questo aberrante e vergognoso post è arrivato appena due giorni dopo la notizia dell’esecuzione a sangue freddo di sei ostaggi, sei civili, cinque israeliani e un cittadino statunitense, per mano dei terroristi di Hamas.
Il massacro del 7 ottobre è il peggior pogrom perpetrato contro gli ebrei dopo la Shoah, ma i Giovani Palestinesi preferiscono chiamarlo “operazione di resistenza”. Affermano di “onorare” coloro che hanno rapito, assassinato, mutilato, violentato e si riferiscono a costoro come “combattenti”.
Sono in molti a chiedersi come mai i Giovani Palestinesi non abbiano remore nel fare tali affermazioni e nell’organizzare un evento per festeggiare la carneficina.
In realtà, tutto ciò non sorprende, visto che appena tre giorni dopo il massacro del 7 ottobre, il leader dell’Associazione dei Palestinesi in Italia (e imam in un centro islamico di Genova), Mohammad Hannoun, definiva l’azione perpetrata da Hamas come “autodifesa”. La dichiarazione veniva tra l’altro rilasciata in un’intervista al canale di Stato italiano Rai 3 durante una manifestazione nei pressi di Piazza Duomo a Milano.
Hannoun, da anni noto alle cronache ed anche alle autorità israeliane, ha glorificato su Facebook Yahya Ayyash, (noto terrorista di Hamas, attivo negli anni ’90 e responsabile delle bombe sui bus) e Saleh al-Arouri, un leader di Hamas in Libano ucciso da Israele a Beirut in un attacco con drone il 2 gennaio 2024. Il 30 marzo 2024, durante una manifestazione pro-palestinese fuori dalla Stazione Centrale di Milano, microfono in mano, Hannoun concludeva il proprio discorso incitando a trasformare tutte le ambasciate israeliane in centri di resistenza palestinese.
La questione non finisce qui, perché c’è anche il caso del cittadino pakistano Zulfiqar Khan, imam del centro islamico Iqraa di Bologna, che ha elogiato Hamas in diverse occasioni dal pulpito della sua moschea e con video e immagini pubblicate su Facebook.
A maggio 2021, durante un discorso in piazza Maggiore a Bologna, Khan ha affermato che: “…gli ebrei sono crudeli e usano l’intelligenza per danneggiare gli altri“.
A novembre 2023, durante il programma televisivo mainstream italiano “Dritto e Rovescio”, Khan affermava: “Gli israeliti sono terroristi e ingannatori secondo la Bibbia“, aggiungendo che “l’inganno a fini di interesse personale fa parte della fede ebraica“.
Cosa è successo? Nulla. Hannoun continua a manifestare e a predicare; le pagine Facebook di Khan sono ancora attive e, a differenza di altri che sono stati espulsi per molto meno, è ancora in Italia.
Non dimentichiamo poi la lista di proscrizione pubblicata lo scorso 22 agosto in un comunicato del cosiddetto “Nuovo Partito Comunista” che include i nominativi di ebrei e di personaggi indicati come “sionisti”.
Non ci si può dunque stupire se i “Giovani Palestinesi” lodano il massacro del 7 ottobre sui social e organizzano una manifestazione a Roma per celebrare l’evento e “onorare” i terroristi.
Evidentemente si sentono tranquilli, sono consapevoli che questo tipo di attività e di linguaggio sono stati fino adesso tollerati dalle autorità italiane, altrimenti non saremmo qui a parlarne. Tutto ciò è però strano, visto che Hamas è un’organizzazione terrorista nella “blacklist” dell’Unione Europea, esattamente come al-Qaeda e l’ISIS. Il Ministero dell’Interno è da sempre attento e rapido nel prendere misure contro chi sostiene l’ISIS.
Con Hamas e la causa palestinese le cose sembrano però differenti. Pensiamo soltanto a questo: cosa sarebbe successo se quanto detto e scritto sopra fosse stato fatto in nome dell’ISIS? Saremmo qui a parlarne? I soggetti in questione sarebbero ancora liberi di agire? In base ai precedenti è difficile credere di sì. Dunque perché in questo caso la situazione appare ben differente? Una cosa è certa, con il post di oggi dei “Giovani Palestinesi” si è veramente superato il limite.
In serata sono arrivate le dure reazioni da parte di membri della maggioranza e dell’opposizione.
L’onorevole Ivan Scalfarotto, senatore di Italia Viva, scrive:
“C’è un profilo Instagram intitolato “giovanipalestinesi” che il prossimo 5 ottobre intende celebrare come una “rivoluzione” il massacro, lo stupro e il rapimento di 1200 tra giovani, donne e bambini del 7 ottobre 2023. Non le vittime di una guerra, non il disgraziato prezzo di un’operazione militare tra fazioni armate, ma civili vigliaccamente cercati e colpiti in quanto tali, il più lontano possibile da un esercito o una polizia che potesse difenderli. Non ci sono parole per l’orrore”.
E ancora, Luciano Nobili, Italia Viva:
“L’associazione dei Giovani Palestinesi organizza una manifestazione per celebrare il massacro compiuto da #Hamas il 7 ottobre 2023 che ha causato la morte di 1200 israeliani, la strage delle ragazze e dei ragazzi che ballavano al festival musicale Supernova e il rapimento di 250 persone. Una manifestazione per celebrare il terrorismo assassino come “l’inizio di una rivoluzione”. Una manifestazione per inneggiare alla barbarie di chi odia e vuole cancellare vite, cultura, libertà. Agghiacciante, oltre l’orrore”.
Per la maggioranza sono intervenuti l’ambasciatore Giulio Terzi, di Fratelli d’Italia:
“Atrocemente inqualificabile e ripugnante questo post che definisce il terrorismo genocidario di #Hamas e il progrom del #7Ottobre ” una rivoluzione”. Un vergognoso elogio di un massacro, che dimostra come l’educazione all’odio diffusa nei territori palestinesi, viene ora esportata anche all’estero in maniera estremamente pericolosa”.
Ed anche l’onorevole Giovanni Donzelli, coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia:
“Provo orrore alla sola ipotesi di una manifestazione in Italia per festeggiare l’anniversario del massacro del 7 ottobre. Non è stata una rivoluzione, ma un vigliacco crimine terroristico”.
Ora si attendono risposte dal Ministero degli Interni e dal Governo, ma arriveranno?
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