Nell’ottobre 2023, quando dal Libano meridionale Hezbollah ha iniziato a lanciare i suoi razzi contro Israele, molti analisti hanno spiegato che non ci sarebbe stata comunque una guerra aperta tra Israele ed il Partito di Dio libanese perché questo non era negli interessi né di Israele né dell’Iran. Forse oggi, mentre molti Paesi chiedono ai propri cittadini di lasciare la Terra dei Cedri, questa certezza è venuta un po’ meno. Gli analisti che hanno subito escluso una guerra aperta tra Israele ed Hezbollah hanno avuto – e ancora hanno – valide ragioni a sostegno delle loro valutazioni, ma forse si sono dimenticati della forza di una dinamica che spesso si manifesta tra gli Stati: “Il Gioco del Pollo”. Il film Gioventù Bruciata (“Rebel Without a Cause”) ha reso famoso il cosiddetto “Gioco del Pollo”: due auto si lanciano a tutta velocita verso un baratro, il guidatore che salta fuori dall’auto per primo è “il coniglio” – quello che ha avuto più paura; se nessuno dei due guidatori si tira indietro in tempo le due auto volano entrambe nel burrone uccidendoli.
Nell’ottobre 2023 Hezbollah ha iniziato a bombardare il nord di Israele ed ha giurato che non smetterà sino a quando l’Esercito Israeliano non abbandonerà la Striscia di Gaza, Israele ha reagito agli attacchi colpendo alcuni dirigenti di Hezbollah; Hezbollah ha vendicato la morte dei suoi capi raddoppiando la furia missilistica su Israele, Israele ha replicato mettendo a ferro e fuoco il territorio libanese a sud del fiume Litani, da dove nasce la maggior parte degli attacchi delle milizie filo-iraniane. Il risultato è che ora ci sono circa 60.000 israeliani sfollati dal confine nord del Paese e circa 100.000 libanesi sfollati dal rispettivo confine sud. Questi sfollati vivono negli alberghi od in altre strutture rifugio e sopravvivono con i fondi messi a disposizione dallo Stato Ebraico in Israele o dalle organizzazioni caritatevoli di Hezbollah in Libano. Le loro attività industriali ed agricole sono state rese impossibili dalla guerra, le loro case sono state distrutte, i loro figli con ogni probabilità non potranno rientrare a scuola in autunno.
Si tenta una soluzione diplomatica per evitare la guerra aperta ma Hezbollah ora non può tirarsi indietro. Ha giurato e spergiurato che non avrebbe cessato gli attacchi finché Israele non si fosse ritirato dalla Striscia di Gaza, accettando un cessate il fuoco verrebbe meno alla parola data e dovrebbe rispondere al suo popolo – gli sciti che abitano il sud del Libano – di tutta la distruzione subita in cambio di nulla. Il Gioco del Pollo ha a che fare con la credibilità, gli sfidanti hanno dichiarato che, in un confronto, non sono disposti a tirarsi indietro, mostrano la volontà di rischiare tutto, anche la vita, quando devono affrontare una sfida. E’ evidente che “Il coniglio”, cioè chi salta dall’auto per primo in prossimità del burrone, in questo gioco perde la sua credibilità. La credibilità ha molto a che fare con le relazioni internazionali: non esiste diplomazia se dietro ad essa non c’è la minaccia dell’uso della forza e, perché la minaccia sia presa in considerazione, chi la proferisce deve essere credibile.
Il caotico ritiro statunitense dell’Afghanistan durante l’amministrazione Biden ha inferto un duro colpo alla credibilità americana e questo ha sicuramente pesato sul piatto della bilancia quando Putin ha deciso di invadere l’Ucraina. I circa tre/quattrocento miliardi di fondi russi lasciati tranquillamente in deposito nelle banche europee ed americane al momento dell’attacco a Kyiv (ed ora congelati in quegli istituti) sono la plastica dimostrazione di come il Cremlino non ritenesse credibile una forte reazione occidentale all’invasione. La perdita di credibilità di uno Stato o di un’organizzazione aumenta l’aggressività e l’azzardo dei suoi nemici e gli esiti possono essere catastrofici: dopo la Saar, dopo l’Anschluss, i Sudeti, la Cecoslovacchia – tutte terre conquistate senza colpo ferire – Hitler non riteneva credibile che le potenze europee avrebbero reagito all’invasione della Polonia dichiarando la guerra.
Mentre Israele non pensa di ritirarsi da Gaza, perché farlo ora significherebbe dare la vittoria ad Hamas, a sua volta Hezbollah non può smettere di bombardare Israele perché farlo significherebbe perdere ogni credibilità agli occhi del mondo. Per questo a dettare le regole di ingaggio sul confine israeliano-libanese sono attualmente le regole del Gioco del Pollo e non le impeccabili e razionali analisi sui vari interessi nazionali in gioco in medio-oriente, sfornate a suo tempo dagli esperti. In questo momento le due auto volano rapidissime verso il burrone e sono ormai prossime all’orlo.
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