Un’iniziativa pro-palestinese organizzata presso una parrocchia del centro di Roma ad insaputa del Vicariato che è subito dovuto correre ai ripari prendendone le distanze. E’ quanto avvenuto nella giornata di giovedì presso la parrocchia di San Lorenzo di Lucina, a poche centinaia di metri da Montecitorio. Lo scopo dell’iniziativa? Raccogliere fondi per aiuti da far arrivare a Gaza tramite il valico di Rafah. Una nuova flotilla in poche parole.
Tra i responsabili dell’iniziativa, il già noto e discusso Mohammed Hannoun, architetto palestinese che negli ultimi mesi ha pubblicato contenuti social quanto meno controversi, tra cui la lode a Yahya Ayyash, il terrorista di Hamas responsabile di numerosi attentati sui mezzi di trasporto israeliani negli anni ’90 e Saleh al-Arouri, leader di Hamas in Libano, eliminato in un attacco aereo a gennaio scorso.
Hannoun è presidente dell’Associazione di Solidarietà col popolo palestinese (ABSPP) alla quale nel 2021, dopo diverse segnalazioni all’Antiriciclaggio, l’Unicredit sospese l’operatività sui conti dell’associazione per una serie di anomalie; dalla mancata iscrizione al registro dell’Agenzia delle Entrate alla massiccia movimentazione di contante, in alcuni casi a soggetti iscritti nelle black list dei database europei.
Nel dicembre 2023 anche Poste Italiane chiudeva unilateralmente il proprio rapporto. Subito dopo erano PayPal e tutti gli operatori di pagamento internazionali tra cui Visa, Mastercard e American Express a bloccare le transazioni intestate ad Hannoun e alla sua associazione.
Le autorità israeliane avevano già chiesto a quelle italiane di provvedere con il sequestro dei fondi in mano a Hannoun in quanto indicati come ricompensa per le famiglie dei kamikaze. Hannoun però continua ad operare indisturbato in suolo italiano ed aveva stigmatizzato l’accaduto prendendosela con Israele e con quei giornalisti “sionisti” al soldo del Mossad.
In seguito alla chiusura dei conti bancari, Hannoun aveva chiesto via social ai suoi sostenitori di cambiare modalità e di consegnare direttamente del denaro contante recandosi presso le rispettive sedi della sua associazione tant’è che una troupe dell’Inkiesta si è recata presso la sede romana a Centocelle per testare il nuovo “metodo Hannoun”:“…senza ricevuta, senza nessun tipo di controllo abbiamo potuto lasciare un obolo per Hamas. Ovviamente non si sa cosa finanzino i soldi (pochi per la verità) che abbiamo lasciato ma è chiaro quello che dice un membro dell’associazione che, ringraziandoci, ci dice che «questi soldi aiuteranno la gente di Gaza con i generi alimentari e serviranno a sconfiggere i sionisti”.
E’ legale tutto ciò? Evidentemente però tramite contanti non è possibile raccogliere grosse cifre e allora ecco arrivare la nuova iniziativa di Hannoun presentata presso la parrocchia di San Lorenzo di Lucina e con un nuovo IBAN, quello di Modestino Preziosi, indicato dal palestinese su Facebook come “testimonial ed il garante del Convoglio Umanitario della Pace per Gaza” e con causale: “convoglio umanitario per Gaza”.
Preziosi viene indicato come direttore di una società francese di sicurezza privata denominata GIPP (Groupe d’Intervention et de Protection). Andando un po’ più a fondo, si è scoperto che la società ha sede a Londra, in una palazzina grigia di tre piani nei pressi della stazione della metropolitana di Victoria. Degli otto dipendenti della società che compaiono nei registri governativi britannici di dominio pubblico, soltanto due risultano ancora attivi, ovvero Preziosi e un certo Bordino Alberto Aldo Maria, indicato come cittadino francese con residenza in Italia (entrambi con la carica di “direttore”). In base alla “filing history” la società appare come dormiente. Risulta d’interesse come il filmato della conferenza tenutasi in parrocchia sia stato pubblicato su un canale YouTube a nome “Francesco Bordino”.
Passiamo ora agli altri membri presenti all’incontro, in primis Alfredo “Faysal” Maiolese, presidente della Lega Musulmana Europea, anch’egli di Genova come Hannoun e convertito all’Islam nel 2000 presso la moschea milanese di via Padova 144, dove ha sposato una donna siriana originaria di Aleppo e responsabile ufficio visti presso il consolato siriano, come riportato sul sito Huda.it.
Attualmente, l’imam della moschea di via Padova 144 è Mahmoud Asfa, suocero di Suleiman Hijazi, il braccio destro di Mohammed Hannoun nonché vice-presidente della sua associazione. Hijazi era già finito nell’occhio del ciclone per una serie di post a favore di Hamas ed è costantemente in prima fila alle manifestazioni pro-palestinesi.
Monsignor Tommaso Stenico è invece definito come diplomatico dell’International Parlament for Safety and peace, un’organizzazione privata con sede in Italia la cui intenzione dichiarata è la promozione della sicurezza e della pace. Il suo fondatore ora scomparso, Vittorio Maria Busa (1941-2013), si faceva chiamare anche Viktor Ivan Busà. Informazioni reperite da varie fonti lo indicano come strano personaggio che, tra le varie cose, rivendicò anche i titoli di metropolita e di arcivescovo di Białystok, presidente della Repubblica di Danzica e della Repubblica Democratica di Bielorussia, e Gran Khan di Mongolia e Tartaria.
Nel 2011 l’ONU sentenziava che il “Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace” non poteva far parte dell’organizzazione per problemi relativi alla sua “integrità”. Monsignor Stenico è stato per anni un dirigente della Congregazione del Clero, prima di cadere in disgrazia dopo aver partecipato a una trasmissione televisiva fingendosi gay per smascherare una presunta lobby di gay all’interno della Chiesa.
La conferenza stampa di Stenico, Hannoun e compagni non è affatto piaciuta alla Diocesi di Roma che ha subito emesso un comunicato: “In riferimento alla conferenza stampa che si è svolta stamane nei locali della parrocchia di San Lorenzo in Lucina, il Vicariato – spiega una nota – dichiara che non è giunta al Vicariato alcuna richiesta, né di merito né di contenuto, né alcuna comunicazione riguardo a questo evento; pertanto, non è stato rilasciato alcun nulla osta dagli Uffici competenti. Si è trattato di una iniziativa privata che non coinvolge assolutamente la Chiesa di Roma”. Molto probabilmente sentiremo ancora parlare di questa iniziativa che sta destando non poche perplessità.
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