Ma Israele nel frattempo libera una soldatessa
Nel pomeriggio di lunedì 30 ottobre Hamas ha rilasciato un filmato nel quale compaiono tre delle donne israeliane sequestrate a Nir Oz e Nirim che fanno appello al Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e lo accusano di non aver agito per prevenire il massacro del 7 ottobre nonché di aver fallito nel mettere in salvo gli ostaggi rifiutando il cessate il fuoco proposto da Hamas:
“Siamo prigionieri di Hamas da 23 giorni. Ieri c’è stata una conferenza stampa con le famiglie degli ostaggi. Sappiamo che doveva esserci un cessate il fuoco. Avreste dovuto rilasciarci tutti. Vi siete impegnati a liberateci tutti.”
Sull’attacco del 7 ottobre accusano:
“Non c’era nessun militare. Nessuno è venuto. Nessuno ci ha sentito. Siamo cittadini innocenti. Cittadini che pagano le tasse allo Stato di Israele. Vuoi ucciderci tutti. Vuoi ucciderci tutti usando l’IDF. Non è sufficiente che i cittadini israeliani siano stati uccisi. Andiamo. Andiamo adesso… Torniamo adesso alle nostre famiglie!”
Le tre donne sono state identificate come Yelena Tropanov, Danielle Aloni, and Rimon Kirscht.
Il Premier Netanyahu ha risposto accusando Hamas e ISIS di aver messo in atto una crudele manipolazione psicologica ed ha assicurato che il governo israeliano sta facendo tutto il possibile per riportare a casa tutti gli ostaggi.E’ evidente come il filmato pubblicato da Hamas faccia parte di una guerra psicologica volta a far pressione sul governo Netanyahu affinchè cessi le operazioni aeree e di terra che stanno causando danni pesantissimi a Hamas.
Il video è girato sotto evidente minaccia psicologica se non fisica; è infatti difficile credere che le persone filmate potessero rifiutarsi di prendervi parte. Irina Tsukerman, avvocato per la sicurezza nazionale, direttore del Washington Outsider, fellow all’Arabian Penninsula Institute e al Jerusalem Center for Public Affairs e presidente del Scarab Rising Inc. denuncia:
“Hamas sta obbligando gli ostaggi a fare disgustosi video di propaganda che spostano la responsabilità per il massacro dai reali autori (Hamas) a Israele. E’ bene ricordare che Iran, Qatar e Arabia Saudita avevano fatto simili accuse subito dopo gli attentati. Una coincidenza? Non credo”.
Michele Groppi, docente King’s College London e presidente ITSS Verona va oltre e spiega come sia di per sè irrilevante se le persone filmate pensino realmente o meno ciò che affermano, perché l’obiettivo non cambia:
“Il video di Hamas fa parte della guerra psicologica. Era prevedibile. Può essere che gli ostaggi ritratti nel video pensino veramente ciò che dicono, oppure è possibile che siano vittime di lavaggio del cervello. Poco importa, perché Hamas lo utilizza in ogni caso per fare guerra psicologica”.
Come mai Hamas ha atteso fino adesso per rilasciare il filmato? L’organizzazione terrorista palestinese aveva provato a proporre un cessate il fuoco e uno scambio degli oltre 200 ostaggi con la liberazione di tutti i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane ma Israele, comprensibilmente, non ha nemmeno preso in considerazione tale opzione.
Il massacro perpetrato lo scorso 7 ottobre è di un’atrocità tale da non permettere alcuna trattativa. Hamas ha mostrato al mondo di essere un enorme pericolo non soltanto per Israele, ma per la comunità internazionale e l’unica via è quella di estirparla da Gaza, cosa che Israele sta appunto facendo.
Hamas forse credeva che la presenza di ostaggi a Gaza avrebbe impedito a Israele di reagire pesantemente; forse il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, sperava in una situazione in qualche modo simile a quella della crisi degli ostaggi statunitensi a Teheran del 1979, seppur con obiettivi differenti: lunghe trattative per il rilascio dei terroristi detenuti nelle carceri israeliane ma soprattutto l’ergersi come nuovo leader mondiale del jihad, non soltanto a livello locale per quanto riguarda la causa palestinese, ma a livello globale.
Le cose però hanno preso una piega differente; Israele ha lanciato una violentissima campagna aerea che ha devastato molte delle infrastrutture di Hamas e ucciso migliaia di terroristi tra cui numerosi comandanti. Inoltre, l’IDF ha anche lanciato le operazioni di terra a Gaza.
Hamas sta accusando il colpo. Al momento non è arrivato nessun aiuto concreto da Hezbollah sul fronte nord. Non si può escludere che ciò avvenga nei prossimi giorni o settimane, ma nel frattempo per Hamas sono dolori.
A questo punto Hamas prova a giocare la carta della guerra psicologica nella speranza di poter influenzare la popolazione israeliana e in particolare i parenti degli ostaggi sperando in una pressione sul governo israeliano per far cessare l’offensiva.
Nel contempo però i portavoce del servizio di intelligence interno israeliano, Shin Bet e dell’esercito israeliano, hanno reso noto che la scorsa notte la soldatessa Caporale Ori Magidish, sequestrata anche lei lo scorso 7 ottobre, è stata liberata durante una delle operazioni di terra a Gaza. Le sue condizioni di salute sono buone ed è già a casa.
Questa è ovviamente un’altra pessima notizia per Hamas perché mostra come le operazioni di terra stiano dando frutti. Sarà interessante vedere cosa farà Hamas nel momento in cui la guerra psicologica si dovesse rivelare inconsistente. Gli ostaggi morti non hanno alcun “valore” e le esecuzioni non farebbero altro che peggiorare l’immagine di un’organizzazione terrorista oramai equiparata all’ISIS. E’ però bene tenere a mente che si ha a che fare con un fanatismo criminale e questo è un problema.
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