Mentre il Presidente delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si prepara a incontrare a Mosca Vladimir Putin, definito da molti un “criminale di guerra” a seguito delle accuse internazionali legate al conflitto in Ucraina, il movimento Europa Radicale annuncia una controffensiva diplomatica e simbolica in Georgia. La delegazione sarà a Tbilisi dal 25 al 29 ottobre, durante le elezioni parlamentari, per sostenere l’opposizione filoeuropea e protestare contro l’influenza russa. Il messaggio è chiaro: “Georgia is not Russia”.
Il comunicato di Europa Radicale non risparmia critiche dure al viaggio di Guterres a Mosca, definendo incredibile che “il Presidente delle Nazioni Unite incontri il ricercato internazionale Vladimir Putin”. “Mentre Guterres sarà a Mosca a omaggiare un criminale”, sottolinea Igor Boni, esponente del movimento, “noi saremo in Georgia a sostenere la transizione verso l’Europa, contro l’imperialismo del Cremlino”.
La missione di Europa Radicale in Georgia assume un significato emblematico, in un momento di forte tensione tra l’Occidente e la Russia. Secondo Boni, “Moldova e Georgia sono due tasselli di un puzzle fondamentale per l’equilibrio del nostro Continente”. L’influenza russa, dice, “mina il processo elettorale e in questi giorni si sta dimostrando con tutte le sue forze in Georgia”. Le manifestazioni di piazza delle ultime settimane, caratterizzate dalla presenza di migliaia di bandiere europee, sono state interpretate come un segnale inequivocabile di una volontà popolare di distacco dal controllo di Mosca.
La delegazione di Europa Radicale, composta da Igor Boni, Francesco Iannuzzi, Silvja Manzi e Chiara Squarcione, incontrerà esponenti dell’opposizione georgiana e membri della società civile per ribadire il sostegno dell’Europa alla loro causa. Le manifestazioni si terranno davanti al Parlamento e in altre piazze chiave, con lo striscione “Georgia is not Russia” a fare da simbolo della lotta per la democrazia e l’indipendenza del Paese caucasico.
La visita di Guterres a Mosca ha suscitato non poche polemiche. Mentre il conflitto in Ucraina continua a causare morti e devastazione, l’incontro con Putin è visto da alcuni come un tentativo di riaprire canali diplomatici con la Russia. Tuttavia, la mossa è stata criticata da numerosi attivisti e leader politici europei che ritengono che un simile incontro legittimi un regime accusato di crimini di guerra.
La presenza di Europa Radicale e di altri movimenti nella piazza di Tbilisi, rappresenta una scelta forte: sostenere chi, come la Georgia, si oppone apertamente all’influenza di Mosca e lotta per un futuro legato all’Europa.