Il cane, si sa, è il migliore amico dell’uomo. Anche quando misura 13 metri ed è coperto di piante e fiori, può comunque essere da monito per decifrare l’importanza di una mascherina nel bel mezzo di una pandemia globale.
Così, il Puppy di Jeff Koons, mascotte del Guggenheim di Bilbao, da qualche giorno vigila l’ingresso del museo indossando una ‘mascherina vegetale’ – giusto per ricordare che anche l’arte contemporanea ha la sua parola nella lotta contro il virus Covid-19.
La vegetazione che ricopre il colossale West Highland White Terrier è stata infatti ritoccata, incorporando la sagoma di una mascherina chirurgica che ora riveste il muso in acciaio inossidabile del cagnolino avvolto da piante e fiori. Con la seconda ondata Covid ormai a distanza ravvicinata (e con l’approdo a un conseguente e probabile secondo lockdown mondiale), i curatori del museo spagnolo hanno trasformato il senso dell’opera. Puppy mostra come l’arte possa diventare esemplare nell’apprendimento del corretto comportamento contro il virus, attraverso la sua continua versatilità.
L’opera di Jeff Koons si è quindi convertita in un modello per i cittadini bilbaini: gli esiti dell’esortazione si faranno più suggestivi in primavera, quando i fiori sbocceranno e il messaggio diventerà ancora più chiaro e sfavillante.
L’arte contemporanea promuove la lotta al Coronavirus
Negli ultimi mesi, l’arte contemporanea è stata frequentemente ingaggiata per promuovere la lotta al Coronavirus. Come in Ucraina, dove il Ministero della cultura da Marzo ha adottato un’efficace campagna per diffondere le pratiche sulla prevenzione del contagio da Coronavirus, reinterpretando opere d’arte storiche e ‘riaggiustandole’, attraverso l’introduzione di mascherine e distanziamento sociale nei dipinti.
Allo stesso modo anche il POA Estudio di Cordoba, incorporando le mascherine chirurgiche ad opere come ‘Las Meninas’ di Velasquez e l’Urlo’ di Munch, aveva sensibilizzato durante il primo lockdown un pubblico ancora confuso sull’efficacia delle protezioni, attraverso incisive campagne di informazione.
Il Puppy di Jeff Koons
All’artista americano Jeff Koons fu commissionato la gigantesca scultura nel 1992. In principio la smisurata ma inoffensiva bestiola doveva essere esposta al Bad Arolsen in Germania. Koons ribattezzò la creazione con il nome ‘Puppy’ – avvalendosi di tecniche di computer modelling per la stravagante scultura di arte topiara, comune nei giardini dell’elite del 18esimo secolo.
Il senso primario della creazione – secondo lo stesso Jeff Koons – si basa sul diffondere ottimismo, fiducia e sicurezza. L‘installazione permanente muta a seconda delle stagione e dell’umore politico e sociale. Due volte all’anno, a Marzo e Ottobre, tutte le sculture del Guggenheim sono rimpiazzate con varietà di piante stagionali; per quest’inverno il cane manterrà simbolicamente il suo primordiale entusiasmo, mantenendo sollevati gli animi, pur indossando la mascherina.