La guerra missilistica tra Israele e Iran. Brevi cenni sugli armamenti

Guerra armamenti

La guerra missilistica tra Israele e Iran. I segreti militari sugli armamenti sono di regola ben conservati e chi li custodisce non viene certo a raccontarli allo scrivente. Questo va detto in premessa a quanto si tenterà – appunto, con grande approssimazione – di descrivere.

La flotta di aerei da combattimento delle Stato ebraico

È altamente probabile che per la rappresaglia al recente attacco missilistico iraniano su Israele lo Stato ebraico utilizzerà la sua flotta di aerei da combattimento. Per gli attacchi a grande distanza gli israeliani hanno scelto da tempo di privilegiare gli aviogetti rispetto ai missili balistici. I missili lanciati dai cacciabombardieri sono più precisi dei missili balistici e gli aerei possono molto manovrare in fase di attacco invece di dover seguire una rotta balistica predefinita. Israele possiede una flotta di aerei di quinta generazione (F-35) accompagnata da una flotta di cacciabombardieri F-15 ed F-16.

Le caratteristiche degli F-35

Gli F-35 – nelle varie configurazioni sulle quali non ci soffermiamo – sono made in USA ma gli israeliani hanno inserito molte varianti ai modelli acquistati. Nel marzo 2023 gli israeliani hanno partecipato ad un’esercitazione congiunta sui cieli di Cipro durante la quale sono trapelate notizie su alcuni miglioramenti che avrebbero apportato ai loro F-35. Sembrerebbe che siano stati montati sui velivoli dei serbatoi aggiuntivi che permetterebbero ai cacciabombardieri di viaggiare andata e ritorno dall’Iran senza dover essere riforniti di carburante durante il volo. Un miglioramento importantissimo.

Questi serbatoi aggiuntivi dovrebbero fornire carburante al jet durante la fase non-stealth del volo. Proviamo a precisare; gli F-35 sono costruiti in modo da non essere rilevabili dai radar nemici (tutto questo riassunto dalla parola “stealth”, cioè “invisibili”); ma i serbatoi aggiuntivi non sono “invisibili” ai radar. Si può forse supporre che l’F-35 prenda carburante dai serbatoi aggiuntivi nella fase di avvicinamento all’Iran, salvo poi sganciarli quando entra in prossimità del raggio di rilevamento del radar nemico ridiventando così “stealth” a tutti gli effetti.

Un’altra importante modifica israeliana all’F-35 sarebbe data dalla possibilità di inserirvi nella stiva una bomba da una tonnellata. Torniamo qui al precedente argomento: l’F-35 è “stealth” ma le bombe di grandi dimensioni, se vengono poste sui piloni sotto le ali non lo sono. Ovviamente se la bomba è invece dentro l’aereo non ne modifica l’invisibilità ai radar.

Le bombe GBU28 e GBU 72

Le bombe anti-bunker ad alta penetrazione, come le GBU 28 e le più recenti GBU 72 pesano molto più di una tonnellata e quindi non possono essere trasportate nella pancia di un F-35, ma se gli F-35 potessero sganciare in relativa sicurezza una bomba da una tonnellata si garantirebbero comunque un forte potere distruttivo, sufficiente ad esempio per distruggere un silos di lancio iraniano per missili balistici interrato nel cemento armato.

Alle abilità dell’F-35 israeliano dobbiamo aggiungere le caratteristiche dei missili aria-superficie costruiti da Israele, ed in particolare alla famiglia di missili a lunga gittata in cui la sua industria aerospaziale si è specializzata. La possibilità di lanciare un missile che colpisce da una grande distanza permette al cacciabombardiere di manovrare molto lontano dai radar intercettori e, ovviamente, dalla contraerea.

La difesa antiaerea iraniana

Per contro, la difesa antiaerea iraniana si compone di alcuni sistemi russi S-300 e dai sistemi antiaerei autoprodotti; il principale è il Bavar-373 (gli iraniani sostengono che è allo stesso livello di prestazioni dell’S-300 russo), un altro sistema antiaereo iraniano è il Khordar 3. Nel settore radar l’Iran si appoggia all’autoctono Ghadir ed ha sviluppato sistemi di jamming elettronico. Risparmiandoci la litania di caratteristiche tecniche dichiarate dall’Iran per queste apparecchiature diciamo soltanto che tutto questo armamentario è “nuovo”, cioè a dire che non ne è stato mai visto il comportamento in un combattimento vero.

L’unico esempio del suo utilizzo fino ad ora è rappresentato dall’abbattimento da parte del sistema “Khordar 3” di un drone americano di sorveglianza “Global Hawk” nel 2019. Troppo poco per capire se il sistema antiaereo iraniano sarà in grado di mitigare un attacco multiplo di veloci cacciabombardieri furtivi ai radar.