Il fronte orientale vede il progressivo avanzamento delle truppe del Cremlino. Niu York è stata conquistata, poco più a nord i russi sono ormai a Zalizne, mentre avanzano in direzione di Pokrovsk ed hanno iniziato a combattere nel centro abitato di Karlivka; a sud di Donetsk i russi sono giunti nel centro di Kostyantinivka. Come già segnalato nei giorni scorsi l’offensiva nel Donbass ha accelerato i suoi ritmi e le difese ucraine arretrano progressivamente, mentre non si vede dove e come le truppe di Kyiv possano ora trovare una linea di difesa dove siano in grado di stabilizzare il fronte.
Sarà pur vero che l’invasione ucraina dell’ oblast russo di Kursk “ha cambiato la narrativa sulla guerra “, ma l’ha cambiata sui giornali, il fronte racconta altre cose. Così come il fatto che “gli ucraini hanno conquistato in quindici giorni la stessa quantità di territorio che i russi hanno conquistato in un anno” finisce per risultare una notizia incoraggiante ma distorsiva della realtà: il territorio conquistato da Kyiv si compone di una serie di colline pochissimo abitate, i russi invece hanno preso roccaforti che resistevano dal 2014 e sono penetrati nel Donbass minerario ed industriale. L’obiettivo russo di prendersi l’intera regione di Donetsk è un obiettivo molto più a portata di mano oggi rispetto a quanto poteva esserlo un anno fa.
Per quanto riguarda l’invasione ucraina dell’oblast di Kursk, la sensazione è che le truppe di Kyiv stiano allargando i fianchi della breccia che hanno creato. Sul lato ovest della breccia gli ucraini hanno fatto saltare i tre ponti sul fiume Seym. I russi hanno supplito lanciando sul Seym due pontoni, ma l’artiglieria nemica ne ha già abbattuto uno. Questo fiume scorre a nord ovest di Korenevo e senza i ponti i russi trovano difficoltà a rifornire le truppe che dovrebbero difendere quel territorio; si potrebbe ripetere qui una situazione simile a quella che gli ucraini crearono a Kherson: se non riusciranno a portare rifornimenti i russi saranno obbligati a sgombrare l’intera area di Korenevo al di là del fiume.
Prendere il territorio fino al fiume servirebbe agli ucraini per attestarsi su una linea d’acqua, che rappresenterà un fronte difendibile dai contrattacchi russi che verranno. Anche sul lato est della breccia gli ucraini hanno avuto dei progressi, conquistando alcuni villaggi e territori. Definire la situazione riguardante la profondità della breccia è più complesso, le mappe indicano una vasta “zona grigia”, il che sta a significare che la situazione è caotica. Ci sentiamo di azzardare l’ipotesi che gli ucraini non spingeranno molto in profondità in futuro, allungare le proprie linee a nord oltre i trenta chilometri gli creerebbe problemi di logistica non facilmente risolvibili. Intanto il Cremlino sta facendo affluire su Kursk scaglioni di truppe che sposta dai settori più “tranquilli” del fronte. I loro coscritti, visto il breve periodo di durata della leva e lo scarsissimo addestramento, messi a confronto con le esperte truppe ucraine rischiano soltanto di trasformarsi in una massa di prigionieri.
@riproduzione riservata