Nella notte del 6 maggio la 401° Brigata dell’Esercito Israeliano è entrata nella parte orientale della città di Rafah, in mano alle milizie di Hamas, ed ha preso possesso del valico che divide la Striscia di Gaza dal territorio egiziano.Il Ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha chiarito che questo attacco è l’inizio di un’operazione che si svolge in modo “incrementale”, ciò significa che quanto è avvenuto non rappresenta l’inizio di un’invasione dell’intera città di Rafah ma è un’operazione mirata ad un obiettivo ristretto. In effetti, l’invito ai civili ad allontanarsi da alcune ben precisate zone orientali della città, che Israele ha comunicato prima dell’attacco, ha riguardato soltanto una frazione degli abitanti di Rafah.
A questo riguardo non si può che riproporre una precisazione: l’invito alla popolazione civile ad allontanarsi da una zona che si è deciso di attaccare è un obbligo per tutti gli eserciti sancito dalla Regola n.20 del Diritto Internazionale Umanitario Consuetudinario. Chi in queste ore scrive o dichiara – come il Rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri, Josep Borrell – che “Israele ha ordinato l’evacuazione”, dice una falsità che può essere smentita anche solo dal semplice senso comune: si possono dare ordini in una zona che è stata occupata, ma Israele nelle zone controllate da Hamas ovviamente non è in grado di ordinare alcunché.
Peggio ancora: vediamo alcune fonti parlare di “sgombero dei civili” – cioè lo spostamento coatto della popolazione, che è considerato un crimine di guerra – sebbene non sia disponibile un solo filmato in cui si veda l’Esercito con la Stella di Davide caricare i gaziani a forza sui camion per spostarli altrove. L’attacco israeliano si è svolto al limitare del “Corridoio Filadelfia” che rappresenta il confine estremo tra il territorio egiziano e la Striscia di Gaza. Non ci sono stati incidenti tra egiziani ed israeliani. Al momento dell’attacco notturno il lato egiziano del valico di Rafah appariva totalmente vuoto. Un momento prima dell’attacco israeliano, quando i motori dei blindati della 401° Brigata israeliana erano ormai già accesi, è giunta da parte di Hamas l’accettazione di una proposta di tregua in cambio del rilascio di alcuni ostaggi. Parte della stampa internazionale fa intendere che la bozza di tregua accettata da Hamas era quella in discussione tra le parti in questi giorni. Israele afferma invece che si trattava di una proposta unilaterale egiziano-qatariota che non coincideva con le richieste che Israele aveva presentato nel corso dei colloqui. In ogni caso più fonti comunicano che i colloqui per pattuire una tregua non si sono interrotti.
Osserveremo in futuro se la pressione israeliana sbloccherà lo stallo nelle trattative che dura ormai da mesi. Attualmente le bandiere israeliane sventolano sul valico di Rafah, che è chiuso. L’attacco di Hamas dell’altro ieri contro il valico di Kerem Shalom, controllato da Israele (quattro soldati israeliani morti e dieci feriti tra cui alcuni in gravi condizioni) aveva già prodotto la chiusura di quest’ultimo. Dunque l’area della città di Rafah non ha attualmente valichi funzionanti in prossimità e questo creerà problemi all’approvvigionamento della popolazione; vedremo nei prossimi giorni come si evolverà la situazione umanitaria.