Guerra del 7 ottobre: i fronti principali

GAZA

Il 7 ottobre 2023 furono sparati da Gaza verso Israele 3.000 missili. Il 7 ottobre 2024 ne sono stati sparati 14. La difficoltà in cui si muove Hamas a Gaza è evidente; tuttavia, i vari gruppi di fuoco rimasti a combattere mantengono una buona resilienza. Israele ha deciso a questo punto di intervenire nella parte nord della Striscia ed in particolare di sgombrare il campo di Jabalia. Dopo numerosi avvertimenti di sgombero, e solo dopo l’inizio delle operazioni militari di assedio, i civili ancora presenti a Jabalia hanno iniziato a trasferirsi verso sud. Israele sostiene che Hamas ha fin qui impedito ai civili di abbandonare la zona ed ha portato qualche prova a riguardo

A proposito della condizione dei civili nella Striscia, apprendiamo da fonti aperte di un’ipotesi al vaglio delle autorità israeliane. Una Società privata, la GDC (Global Delivery Company), ha presentato un progetto pilota riguardante l’area di Beit Hanoun, all’estremità nord-est della Striscia. Dopo l’eliminazione di Hamas da Beit Hanoun un certo numero di mercenari, appositamente reclutati dalla GDC, proteggerebbe la distribuzione di cibo nella zona, permettendo così ai civili di rientrarvi in sicurezza e di ricevere sostentamento e servizi essenziali. Come è noto, il problema degli aiuti a Gaza per Israele è legato al fatto che Hamas sequestra le donazioni che vi entrano, rivendendo poi queste derrate e garantendosi così un introito che permette all’organizzazione di sopravvivere. Vedremo in futuro se iniziative come quella proposta dalla GDC verranno accettate ed implementate e, se così dovesse essere, capiremmo anche chi finanzierà operazioni di questo tipo: i mercenari costano parecchio.

LIBANO

Negli ultimi tempi Hezbollah è stata in grado di sparare circa 150/200 missili al giorno su Israele. Segno che l’organizzazione, benché decapitata dei suoi vertici, è comunque in grado di continuare ad agire militarmente in modo organizzato.L’attuale operazione di Israele oltre il confine libanese non ha niente a che fare con l’invasione del 2006. Lo Stato ebraico mira a eliminare la notevole rete sotterranea che Hezbollah aveva preparato a ridosso del confine in vista di un attacco al suo territorio e a smantellare i centri abitati a sud del fiume Litani, che sono in buona parte stati sequestrati da Hezbollah e trasformati in piattaforme di lancio e centri di stoccaggio per missili e droni.

La diplomazia internazionale sta cercando di premere sullo Stato libanese affinché Hezbollah venga rimossa dal potere e sostituita dalle istituzioni nazionali libanesi. A questo proposito è bene fare un’annotazione: lo Stato Libanese non esiste. Lo dice con chiarezza – in un’intervista al quotidiano saudita “Asharq al Hawsat” – Samir Geagea, eterna presenza nella politica del Paese dei Cedri e leader del suo principale partito di opposizione, le Forze Libanesi (cristiano-maronite): “Per riassumere (in Libano) non esiste né un governo né uno Stato (…) “ora il processo decisionale del Libano è caduto nelle mani dell’Iran e di ciò che resta dei combattenti di Hezbollah guidati da ufficiali iraniani”. Nella stessa intervista Geagea ha anche dichiarato di non avere timori per la pace interna “perché nessuna parte ha interesse a causare conflitti civili”. Se questa è la situazione, cioè se il Libano è ostaggio dell’Iran e nessuna opposizione desidera aprire un conflitto contro Hezbollah, non si vede a cosa possa servire l’attività diplomatica presso lo Stato libanese di cui parla la stampa a grande diffusione. Il Libano è, purtroppo, un Paese distrutto economicamente e controllato politicamente e militarmente dai partiti e dalle milizie filoiraniane.

SIRIA

Forze siriane e russe impediscono ai rifugiati libanesi, o anche solo ad automobili con targhe libanesi, di recarsi e tantomeno stazionare presso il confine siro-israeliano. In realtà giungono notizie di controlli serrati e pattugliamenti in tutta la provincia meridionale di Daraa, anche a chilometri di distanza dal confine. Appare evidente che i siriani e i loro numi tutelari russi non vogliono che Hezbollah si avvicini alle colline del Golan per fare incursioni contro lo Stato ebraico. La Siria è rimasta silente fin dall’inizio di questa guerra. È un Paese distrutto, che non può reggere nuovi conflitti e che sta cercando in tutti i modi di uscire dall’isolamento diplomatico, il ché comporta dei prezzi.

GIORDANIA E TERRITORI OCCUPATI.

Un risultato di questa guerra che si può dare per certo è che la rugginosa ed esile barriera che separa la Giordania dai Territori occupati da Israele dopo la guerra del ‘67 verrà irrobustita notevolmente. L’Iran sta cercando in tutti i modi di destabilizzare la Giordania e conduce un’attività di contrabbando di armi che in qualche modo giungono ai gruppi palestinesi giordani legati alla locale Fratellanza Musulmana e nella Cis-Giordania stessa. Comunque, nei Territori l’Intifada fino a ora non è esplosa. I guerriglieri sono attivi a Hebron, a Nablus, a Jenin e altrove, e impegnano l’Esercito israeliano, ma le masse arabe in rivolta, le folle di ragazzini che tirano sassi ai checkpoint questa volta non si sono visti.

ISRAELE

Israele in questo anno è riuscito a eliminare i pericoli più direttamente esiziali per la sua sopravvivenza: le possibilità di invasioni da terra dalla Striscia di Gaza e dal Libano sono scongiurate. Così come è scongiurato lo scenario, del tutto reale, per il quale Hamas ed Hezbollah avrebbero potuto lanciare quotidianamente migliaia di missili sul suo territorio per un lungo periodo. Ciò che Israele per ora non riesce a fermare è lo stillicidio di decine di missili e droni che provano a colpirlo – e a volte vi riescono – partendo principalmente dal Libano, in misura molto minore dagli altri fronti. In particolare, sarà da vedere se e come Israele riuscirà a risolvere il problema dei droni. Un Paese non può continuamente interrompere le proprie attività perché le sirene obbligano a correre nei rifugi. L’Iran non è incluso in questa rapida disamina. Dopo l’annunciata “risposta” israeliana all’aggressione missilistica che Teheran ha effettuato recentemente molte cose si chiariranno meglio su questo fronte.

 

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