Avvenente signorina dell’alta società arriva per capriccio nella cittadina di Bodega Bay. Melanie vorrebbe farsi notare da un seducente avvocato che ha incontrato per caso a New York. L’uomo è solito passare i fine settimana in compagnia di madre e sorellina. L’arrivo di Melanie corrisponde a una rivolta di massa dei pennuti nelle vicinanze. Corvi e Gabbiani si scagliano, come impazziti, sulla popolazione con il malcelato obiettivo di sterminarla. Intrappolata a Bodega la ragazza dovrà trovare il modo di salvarsi la pelle e quella del suo avvocato con famiglia annessa.
Uccelli è un film del 1963 diretto da Alfred Hitchcock . Cinquantesimo titolo del Maestro che, dopo Psyco, continua la sua digressione nel territorio della paura. Tratto da un racconto breve Uccelli utilizza la suspense in maniera atipica trasformandola in vero e proprio terrore. Dopo la partenza in stile commedia romantica il film vira al mistero tramite l’attesa. In scena va la sorpresa di un gesto del tutto incompressibile come la trasformazione in assassini di animali innocui. Senza alcuna razionalità gli umani si trovano catapultati in una realtà del tutto incomprensibile. Realtà che arriva lenta e senza dichiarare alcuna via di fuga. La rappresentazione di un inferno che si costruisce davanti agli occhi di Melanie e il suo spasimante.
Non dichiarando le cause di quest’apocalisse il regista crea la perfetta empatia con lo spettatore che s’identifica negli eventi sullo schermo. I dialoghi del film sono funzionali alle unità di tempo della storia variando d’intensità fino quasi a sparire. Le atmosfere liete della prima parte lasciano il posto allo strepitio degli uccelli che diventano i protagonisti assoluti. L’idea di non dare alcuna spiegazione scientifica trasforma Uccelli in un incubo per immagini che ha, tra gli altri, il pregio di materializzare la paura attraverso il silenzio. Un silenzio che assale tutta la baia e i suoi abitanti ormai vittime sacrificali cui è rimasta solo la fuga Chiavi di lettura, sono molteplici, a parte Uccelli rimane un caposaldo intramontabile del regista inglese almeno in tre generi differenti.