L’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato rilancia dopo 43 anni ipotesi sulle cause dell’esplosione del Dc9 sui cieli di Ustica il 27 giugno 1980, chiamando in causa la Francia come responsabile di quella strage. Accuse molto gravi che allo stato non sono supportate dai fatti tanto che si tratta della riproposizione delle tesi del giudice Rosario Priore e del giornalista Andrea Purgatori che non hanno retto in nessun grado di giudizio come spiega Gregory Alegi storico, giornalista e docente alla Luiss , in un articolo pubblicato da Starmag. A Voce News il Professor Alegi lo scorso 6 luglio aveva rilasciato un’intervista nella quale aveva affermato: “Occorre ricordare inoltre che durante l’infinita istruttoria la cosiddetta Commissione Misiti, cioè il collegio peritale d’ufficio nominato dallo stesso Priore, concluse all’unanimità che il DC-9 fu distrutto da una bomba nella toilette.le
Le perizie radar hanno accertato l’assenza di altri velivoli entro 50-60 miglia dal DC-9
Alla base stavano evidenze fisiche compatibili solo con una bomba, dal lavabo accartocciato e traforato al tubo di risciacquo appiattito da una pressione di 392 kg/cm2. La stessa improvvisa avaria elettrica generale, avvenuta in pochi millisecondi, e la separazione dei motori dalla fusoliera indicavano un’esplosione interna nella zona di coda. Sul relitto non ci sono tracce fisiche del missile (le migliaia di schegge in cui si frantumano le teste di guerra, per capirci) e durante il processo è stato dimostrato che l’ipotesi della quasi collisione era basata su calcoli errati (spostamento d’aria tre volte superiore al reale, strutture tre volte più deboli). Si aggiunga che le perizie radar hanno accertato l’assenza di altri velivoli entro 50-60 miglia dal DC-9, e si capirà perché in 43 anni la pista della battaglia aerea non abbia dato frutti concreti. Francia e Gran Bretagna, che hanno accettato le risultanze che emergevano dai relitti del DC-10 e del Boeing 747 distrutti nel 1984-88, sanno da tempo nomi e cognomi dei responsabili delle loro 440 vittime”.
Le dichiarazioni di Carlo Giovanardi
Delle affermazioni di Giuliano Amato all’Ansa ha parlato l’ex ministro Carlo Giovanardi: “Non altrettanto fece Giuliano Amato l’11 dicembre del 2001 quando, ascoltato sotto giuramento come testimone nel processo contro i generali dell’aeronautica, parlò genericamente di missile come sua convinzione personale, indicando italiani, o libici, o americani o francesi come possibili responsabili mentre per la bomba sottolineava la difficoltà di identificare chi potesse averla collocata”
La deposizione di Giuliano Amato dell’11.12.01 (2) davanti alla Terza Corte d’Appello di Roma
“Amato – prosegue – aggiungeva poi che il recupero del relitto in fondo al mare avrebbe dato una risposta esaustiva alle due ipotesi avanzate dalle precedenti commissioni di inchiesta, bomba o missile come causa dell’abbattimento. Come è noto il relitto è stato recuperato, la perizia tecnica della commissione Misiti firmata nel processo penale da undici tra i più importanti esperti internazionali (tra cui due svedesi, due tedeschi e due inglesi) ha concluso all’unanimità che il Dc9 è stato abbattuto dalla esplosione di una bomba nelle toilette di bordo”. “I generali – prosegue Giovanardi- sono stati poi tutti assolti con formula piena, dopo aver rinunciato alla prescrizione, e nelle motivazioni si legge che quella del missile è una ipotesi da fantascienza e la battaglia aerea tesi degna della trama di un libro giallo. Di queste cose ho riferito a suo tempo in Parlamento a nome del governo italiano, senza che nessun successivo governo abbia mai smentito la mia ricostruzione, fondata su perizie e sentenze penali”.
Il segreto di Stato
Sempre all’Ansa Carlo Giovanardi ha parlato anche del segreto di Stato : “Ricordo -anche che tutta questa vicenda è stata coperta dal segreto di Stato sino al governo Renzi e solo nell’ultimo anno; grazie ai governi Draghi e Meloni, è stato tolto il vincolo di segretissimo alle carte riguardanti Ustica. Nel carteggio, consultabile presso l’ Archivio di Stato, è stata resa nota la drammatica escalation di minacce da parte dei gruppi radicali del terrorismo palestinese (collegati ai libici e a Carlos ) per la mancata liberazione di Abu Saleh, al tempo referente dell’Olp a Bologna, arrestato nell’ottobre 1979 ad Ortona mentre trasportava missili terra aria”. “Le minacce di coinvolgere nella rappresaglia anche vittime innocenti, hanno avuto il loro culmine il 27 giugno 1980 quando il capoposto dei nostri servizi a Beirut, colonnello Stefano Giovannone; avvertiva il governo che riteneva fossimo nell’imminenza di una rappresaglia; essendosi dileguati tutti i nostri referenti in loco. E’ davvero una singolare coincidenza che mentre una cortina di silenzio continua a circondare il lodo Moro e le eventuali responsabilità del terrorismo palestinese, vengono rilanciate con grande visibilità ragionamenti fondati su elementi la cui macroscopica infondatezza è già stata certificata a livello tecnico, giudiziario, governativo e parlamentare”.
il Gen.Tricarico: “Su Ustica da Amato solo fandonie”
All’Ansa Leonardo Tricarico già capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Militare italiana ha affermato che quelle di Giuliano Amato “sono fandonie che non hanno retto nel dibattimento penale. Perché non le ha raccontate al pm? Perché le dice solo ora ai giornali? E’ inquietante” “Sono andato – afferma Tricarico – a scorrere la sua audizione del 2001 davanti al pm Rosselli che indagava su Ustica e non ho trovato traccia di buona parte delle cose che ha detto a Repubblica. Non capisco come sotto giuramento non abbia avvertito la necessità di rendere al pm le verità di cui oggi è fermamente convinto”. Altra perplessità, aggiunge, “deriva dal fatto che nella stessa deposizione. Amato costelli di ‘non ricordo’ una parte non trascurabile delle sue risposte. Strano che oggi, a distanza di 22 anni, ricordi tutti quei particolari consegnati al quotidiano”.
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