Ebbene sì, anche in un anno come questo, anche in un mondo come questo, ricorre la Giornata Mondiale del Volontariato. Anzi, in questo 2020 solcato da mille catastrofi, tensioni divisive, oltre che dal ben noto virus, una delle poche note positive viene proprio dalla constatazione che non si è affatto affievolita la spinta avvertita da tante persone a preoccuparsi delle condizioni e dei bisogni degli altri.
Un impegno capillare e spesso poco appariscente
Lo scopo della Giornata Mondiale del Volontariato, istituita nel 1985 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è quello di riconoscere il lavoro, il tempo e le capacità dei volontari in tutto il mondo. E davvero questo preziosissimo lavoro silente e disinteressato è spesso misconosciuto ma cionondimeno diffuso capillarmente in tutto il pianeta, tanto che lo potremmo definire come l’unica vera “contropandemia”.
Perché l’altra pandemia, quella virale, ha evidenziato fragilità sociali ed economiche, in parte già esistenti e in parte del tutto nuove, come non ha mancato di evidenziare il Presidente Mattarella pronunciando il suo ringraziamento istituzionale per il fondamentale lavoro svolto da quel mondo variegato e solidale: “Le attività dei volontari e delle volontarie non si sono fermate portando, con coraggio e abnegazione, conforto fattivo alle categorie più vulnerabili”, ha detto il Capo dello Stato.
Un intervento a 360 gradi
Dalla protezione civile alla cura e assistenza alla persona, dal contrasto alla dispersione scolastica al sostegno per chi è preda delle nuove povertà, dall’obiettivo di nutrire gli affamati a quello di dare protezione a donne o minori minacciati da violenza e abusi: basta guardarsi in giro per rendersi conto che non c’è settore della società nel quale il volontariato non abbia trovato aree in sofferenza dove il suo aiuto poteva contribuire a integrare, rammendare, sorreggere. In definitiva, portare aiuto. A volte ricercato con dignità o con disperazione dagli stessi soggetti bisognosi, altre volte prestato a individui sfiduciati, sfiniti, che hanno perso perfino la forza di chiedere. Ma il volontario non perde coraggio né determinazione nel suo proposito di mettersi a disposizione degli altri, donando le proprie competenze.
Il volontariato come scelta di vita
Ho la fortuna di far parte da 30 anni esatti del mondo del volontariato, grazie a un’Associazione che si occupa di disabilità. Mi sono impegnato a fornire risposte e azioni concrete a chi aveva problemi legati a un determinato tipo di patologie, quelle neuromuscolari, perché a suo tempo qualcuno l’aveva fatto con me. Dopo tanti anni non mi sono ancora stancato di farlo e come me anche diversi compagni di strada che hanno condiviso lo stesso percorso. Sappiamo che noi volontari “attempati” non siamo soli, che nel mondo i giovani che si impegnano o sono pronti a impegnarsi nel volontariato sono milioni. Purtroppo noi nel campo della disabilità ultimamente facciamo un po’ di fatica a intercettarli, perché c’è molta frammentazione: di associazioni, enti, organismi genericamente non profit e altro ancora.
Un modo diverso di prestare aiuto
L’Associazione di cui faccio parte, la UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) in Lombardia è vicina a un appuntamento importante che riguarda i giovani e che tocca un campo limitrofo e complementare a quello del volontariato: il servizio civile. Il giorno 10 dicembre alle ore 11.00 si svolgerà online un incontro rivolto ai giovani tra i 18 e i 28 anni per conoscere tutti i dettagli su come funziona il Servizio Civile, come partecipare al prossimo Bando e quale progetto di operatività sociale la UILDM ha nelle città di MILANO, MONZA, LEGNANO, BAREGGIO e LECCO.
Per partecipare all’evento è necessario prenotarsi a questo indirizzo:
https://forms.gle/FgBhVTkVYMgqcV5k9 .
Spero che questo appello, rivolto proprio in questa speciale Giornata, possa incanalare l’energia di tanti giovani verso un mondo bellissimo, fatto di condivisione, impegno e solidarietà.