Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, è intervenuto sul caso del giovane pescarese, condannato a 25 anni in Egitto, dichiarando: “È evidente che la condanna sia severa, il traffico di droga era presente purtroppo è stato trovato in possesso di una quantità significativa di droga. Il nostro consolato e l’ambasciata hanno seguito la situazione fin dall’inizio; inizialmente sembrava si trattasse solo di ‘fumo’, ma poi si è sentito male all’aeroporto perché pare che uno degli ovuli di cocaina che aveva ingerito sia esploso”, tra i quaranta che aveva ingerito.
Tajani ha poi proseguito: “È chiaro che la condanna sia stata severa; noi continueremo a monitorare la situazione, ma il traffico di droga c’è stato”, ha aggiunto Tajani. Secondo il vicepremier, la pena “deve consistere nella privazione della libertà” e non in “punizioni corporali che non sono accettabili”. “Come facciamo sempre, continueremo a seguire la situazione, come facciamo con i 2.500 italiani detenuti nel mondo, tutti, anche quelli di cui non si parla sui giornali, cercando di risolvere i loro problemi”, ha concluso.
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