Davanti al tribunale di Parigi, manifestanti scandiscono slogan contro l’impunità, accusando Gérard Depardieu di violenza sessuale. L’attore, 75 anni, assente per motivi di salute, ha ottenuto un rinvio dell’udienza a marzo 2025, con un’ulteriore valutazione medica disposta dal giudice. Gérard Depardieu è affetto da diabete da più di 25 anni oltre ad avere un quadruplo bypass.
Gli abusi imputati a Gérard Depardieu
Le accuse si riferiscono a presunti abusi del 2014 durante le riprese del film “Magicien et les Siamois” di Jean-Pierre Mocky. L’altra del 2021 sul set di “Volets Verts” di Jean Becker, contestati come “strumentali” dal suo legale, Jérémie Assous. Tra le vittime, un’assistente di produzione 24enne e una scenografa 53enne che descrivono abusi e molestie.
La situazione di Gérard Depardieu si aggrava ulteriormente con le testimonianze di due donne che accusano l’attore di abusi. La prima presunta vittima, un’assistente di produzione oggi 24enne, lo ha denunciato lo scorso gennaio per “aggressione sessuale” con abuso di potere.
La seconda arriva da una scenografa di 53 anni che, a febbraio, riferisce di essere stata aggredita con forza in un corridoio. Depardieu l’avrebbe bloccata e offesa con allusioni sessuali.
Se questo fosse confermato le pene potenziali sono fino a cinque anni di carcere e 75mila euro di multa. Le vittime denunciano un abuso d’autorità e violenze, mentre la difesa contesta le accuse come infondate e calcolate.
Gérard Depardieu e le accuse
Contro la star del cinema francese al momento pendono in totale quattro diverse denunce. La prima nel 2020, quando è stato incriminato per «stupro» e «aggressione sessuale»: ad accusarlo l’attrice Charlotte Arnould, un’amica di famiglia che alla fine del 2018 lo aveva denunciato. Ha subito due presunte violenze sessuali consumate nella casa parigina dell’attore.
Nel dicembre 2023 è arrivata l’accusa per stupro da parte della giornalista e scrittrice spagnola Ruth Baz, che lo ha denunciato per fatti risalenti al 1995, a Parigi. Ma non è finita. Sempre a fine 2023, è stata archiviata per prescrizione un’altra denuncia: questa volta da parte dell’attrice Hélène Darras, che Depardieu avrebbe aggredito sessualmente durante le riprese di un film nel 2007.
L’opinione pubblica si schiera
Il caso di Depardieu è anche finito al centro del dibattito pubblico e politico francese, con prese di posizione di segno opposto. Critiche e polemiche hanno reso la vicenda un vero e proprio caso mediatico che è esploso con un documentario intitolato «Depardieu, la caduta dell’orco», trasmesso nel dicembre 2023 sul canale France 2.
Nella trasmissione d’inchiesta “Complément d’enquête” sono stati diffusi alcuni video registrati durante un viaggio dell’attore in Corea del Nord, nel 2018. Alla bufera mediatica erano seguite le parole del presidente francese Emmanuel Macron, che ha richiamato al rispetto della presunzione d’innocenza.
E nello stesso mondo del cinema, alcune colleghe, inclusa l’ex compagna Carole Bouquet, hanno firmato un appello a sostegno di Depardieu per mettere fine al «tribunale mediatico». Una gogna mediatica contro cui punta il dito lo stesso attore, che ha rotto il silenzio per la prima volta in una lettera aperta, pubblicata lo scorso ottobre su Le Figaro. «Al linciaggio che mi è stato riservato – aveva scritto Depardieu – ho solo la mia parola da opporre».
Abuso di potere e vulnerabilità
Le accuse contro l’attore sono gravi e si inseriscono in un contesto che va oltre il singolo caso. Si toccano questioni rilevanti come l’abuso di potere e la vulnerabilità delle persone sul luogo di lavoro. Da un lato, la presenza di più denunce indipendenti può suggerire una pattern, dando maggiore credibilità alle accuse. Dall’altro lato, la difesa sottolinea che le accuse siano false e mosse da interessi economici, un argomento che, purtroppo, è comune nelle dinamiche legali di alto profilo. La giustizia, però, avrà il compito di determinare i fatti con equità, assicurando che siano rispettati i diritti di tutte le parti coinvolte.
Questo caso è particolarmente complesso anche perché riguarda una figura pubblica e potente, e la trasparenza è fondamentale affinché le vittime possano trovare il coraggio di farsi avanti, se lo ritengono giusto, senza temere ritorsioni o stigmatizzazioni.